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Non appena atterrai a Bristol, ero salita sul primo taxi, facendomi portare all'ospedale della città. Quella passate sul jet erano state sei ore lunghissime e terrificanti. La mia mente non faceva altro che pensare a mio padre e a ciò che gli era successo. Terribili immagini avevano tartassato la mia testa, mettendomi ancora più paura di quanto già avessi. Ero terrorizzata, volevo essere positiva, ma non ci riuscivo, non volevo pensare al peggio, ma purtroppo quella era la mia unica paura. Avevo il terrore di non poter più rivedere mio padre, di non poterlo più abbracciare, di non poter più scherzare con lui sulle mie pessime capacità culinarie, avevo una fottuta paura di non poterlo più riavere indietro. A Bristol erano le due del mattino, il fuso orario mi aveva sfiancata, ma per il momento non mi importava nulla. Entrai velocemente nell'androne dell'ospedale, chiedendo informazioni alla signora posta dietro il banco.

"Mi dispiace l'orario delle visite è finito da un pezzo"- mi prendeva in giro? Aveva sbagliato giornata.

"Devo vedere mio padre, adesso"- precisai nera dalla rabbia.

"Signorina le ho già detto che l'orario delle visite è finito alle otto"

"Mi ascolti attentamente, mio padre ha avuto un grave incidente è in sala operatoria e non so se riuscirà ad uscirne vivo, ho appena affrontato un volo di sei ore, quindi adesso lei mi dice a che piano posso trovare mia madre, va bene?"- ero stata un po' rude, ma non mi importava, avrei fatto di tutto per superare quella vecchia acida. Impaurita forse dal mio tono, mi disse il piano e senza dirle altro corsi su per le scale per cercare mia madre e mia sorella. Girai a vuoto per il terzo piano e non appena credetti di scoppiare a piangere talmente era la preoccupazione, talmente era la stanchezza, riconobbi la figura di mia madre. Corsi velocemente verso di lei e lì notai anche la presenza di mia sorella tra le braccia di mia nonna.

"Mamma"- si voltò verso di me, venendomi ad abbracciare. La strinsi forte, cercando in qualche modo di rassicurarla, aveva il volto segnato dalla stanchezza e gli occhi gonfi e rossi, mi si spezzò il cuore, non l'avevo mai vista così, era sempre stata una persona sorridente, malgrado ciò avevamo dovuto sopportare durante gli anni.

"Che dicono i dottori?"- chiesi cercando di non piangere, dovevo darle supporto e non sarebbe servito a nulla se mi avesse visto piangere.

"Nulla, molti medici entrano ed escono da lì, ma nessuno dice niente, sono sei ore che tuo padre è lì dentro e non abbiamo avuto più notizie. Io.. io, non so cosa pensare.."-

"Ci faranno sapere presto mamma"- annuì allontanandosi, mentre andava alla macchinetta a prendere un altro caffè. Raggiunsi mia sorella che si incollò a me, scoppiando a piangere. Presi posto vicino mia nonna, continuando a stringere a me Cher.

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