Io:"Raga oggi finisce la scuola...dalla prossima settimana abbiamo gli esami! Vi rendete conto!"
Anna:"E già".
Bianca:"Ma tu oggi festeggi la fine della scuola? Cioè quando usciamo da scuola".
Io:"Sì, io avevo intenzione di andiare a mangiare la pizza per pranzo e poi di recarci al parco a fare i gavettoni".
Anna:"Allora veniamo anche noi!"
Io:"Poi alle 3 torniamo qui a scuola a vedere chi sarà ammesso all'esame di terza media".
Bianca:"Per me è okay".Stoppammo la conversazione perché io notai Alessia che si stava avvicinando.
Alessia:"Ambra!"
Senza che mi potesse vedere alzai gli occhi al cielo e finsi di essere contenta di vederla.
Io:"Dimmi". La esortai.
Alessia:"Senti voi oggi andate da qualche parte per la fine della scuola?"
Io:"Veramente stavamo organizzando tutto ora, sul momento".
Alessia:"Avete già in programma di uscire con Simona?"
Io:"No, a lei l'ho proposto ieri ma mi ha detto che oggi sarebbe andata in giro con le sue nuove compagne di classe...non può venire".
Alessia:"Ah lo immaginavo, che stronza. Che ti avevo detto? È stata vostra amica finché eravamo tutte nella stessa classe, poi da quando lei è nella 3^H voi non esistete più".
Io:"Ma no, cosa dici. Comunque perché mi hai fatto sta domanda?"
Alessia:"Io e Daniela oggi andiamo a fare un giro dopo scuola. Volete venire?"
Anna mi guardò e poi con aria indifferente aggiunse:
Anna:"Ma sì perché no".
Alessia:"Ok perfetto". Detto ciò volse le spalle e se ne andò.
Suonò la campanella di fine intervallo.
Io:"Abbiamo fatto bene a dirle di sì?"
Bianca:"Per me era uguale".
Io:"Vabbè dai rientriamo in classe che altrimenti la prof ci dà per disperse".Due lunghissime ore a fare niente con la professoressa di francese. Scendemmo in cortile per fare una foto di classe con lei e poi finalmente la campanella di fine scuola urlò di felicità. Diversamente dagli atri anni, non vidi questo momento come un attimo di liberazione. Eh no. Ora c'erano gli esami. Tutti i ragazzi di prima e seconda media a correre fuori dalla scuola come pazzi, a gridare che era finita, e per tre mesi nessuno ne doveva parlare più. Io invece che mi scervellavo già su come caspita avrei potuto ripassare tutti gli argomenti per l'orale. Come previsto, scesi le scale con le due gemelle rumene e attendemmo l'arrivo di Alessia e Daniela fuori dalla scuola. Quando queste arrivarono si limitarono a incitarci.
Alessia:"Bo, vogliamo andare?"
Bianca:"Dove?"
Alessia:"Dove ci pare". Lo disse in maniera così seriosa che sul momento nessuno aveva capito se avesse fatto una battuta o meno. Che strana ragazza.Ci dirigemmo verso la pizzeria al trancio per soddisfare il povero stomaco che resisteva ancora dall'ultima volta che aveva digerito qualcosa alle 7 di mattina, poi ci sedemmo tutte insieme su una panchina al parco.
Daniela e io che parlavamo apertamente con Anna e Bianca, Alessia che ogni tanto si intrufolava nei nostri discorsi con un muso lungo di chi si sente costantemente sotto pressione. Poi iniziò il momento di bagnarci. Prendemmo le bottiglie che avevamo usato per bere, le riempimmo alle fontanelle; nel frattempo arrivarono altri ragazzi di altre classi e tutti insieme ridendo iniziammo a bagnarci da capo a piedi. Io con lo sguardo che cercavo Fabio, ma come mi aspettavo non c'era.
"Non è da ste cose" Mi ripetevo in testa.
Cercavo di tenermi lontana da quei giochi ma un ragazzo che rideva senza sosta mi versò mezza bottiglia in testa, neanche gli avessi fatto qualcosa. Anzi, proprio non lo conoscevo. L'acqua mi scese sul viso e io me lo coprii con le mani, per paura che il trucco colasse sulle guance.
Io:"No la matita! Cretino me l'hai fatta colare ahahah" Non riuscivo a trattenermi, veniva da ridere anche a me. Quando mi ero decisa che ero troppo fradicia e quasi tutti quei disgraziati armati di pistole d'acqua se ne furono andati, mi adagiai sull'altalena al sole per asciugarmi. Stavo così bene al calduccio, l'acqua che mi avevano buttato addosso era gelata per cui il calore del sole era troppo piacevole. Vi lascio immaginare la mia faccia quando Alessia mi rovesciò sul torace una quantità d'acqua pari a tutta quella che mi avevano bagnata fino a quel momento. Con tono scherzoso ma con una sfumatura di rabbia, la caziai:
Io:"Dai Ale mi stavo appena asciugando!"
La sua risposta arrivò come uno schiaffo:
Alessia:"Minchia Ambra non stai neanche al gioco!"
Io:"Ma se è tutto il tempo che mi prendete a secchiate, ma almeno quando mi asciugo lasciatemi stare, no? E comunque stavo scherzando, non te la prendere".
Non avevo neanche finito di parlare che lei se n'era già andata da Daniela, al fondo del parco.
Con me c'era Anna, altrettanto stufa del comportamento di Alessia.Ci alzammo dall'altalena e ci dirigemmo da quelle due laggiù sulla panchina. Le 3 erano passate da mezz'ora, e trovavo fosse il caso di andare alla scuola per vedere chi era stato ammesso all'esame. Scusate l'insistenza, ma mi interessava un po'.
Io:"Allora, che vogliamo fare?"
Bianca:"Vogliamo andare alla scuola a vedere i tabelloni?"
Daniela:"Io prima volevo passare da casa".
Alessia:"Forse è meglio se andiamo al bar a comprare un'altra bottiglia di coca cola".
Insomma, ognuno aveva la sua idea, non si riusciva a capire dove si potesse andare. Fatto sta che ad un certo punto Alessia si alzò dalla panchina e tutti ci mettemmo a seguirla. Giusto per sapere dove stessimo andando, chiesi con un filo di voce educata:
Io:"Scusa mi puoi dire dove stiamo andando?"
Alessia:"A scuola Ambra, stiamo andando a scuola, contenta? Andiamo a vedere i tabelloni di ammissione agli esami. Madonna che svampita che sei, svegliati". La sua faccia da persona stressata le era stampata impassibile, che non ammetteva repliche. Ma io non ci stavo a farmi trattare così da lei.
Le sclerai addosso.
Io:"Senti tesò, ma hai lo scazzo in circolo oggi? Che palle mi dici perché rispondi sempre male? Non sono venuta a fare un giro con voi per sentirmi dare lezioni di vita da te".
La serpe si voltò, mi rivolse un sorriso distratto e poi prese a ridere.
Alessia:"Ma si io scherzo! Ahahah"
Complimenti cara mia, che bel modo di scherzare.Girammo l'angolo, piegammo a sinistra e raggiungemmo in due minuti la scuola. C'era tanta gente, per lo più ragazzini di prima e seconda media che si ammassavano intorno ai tabelloni dei promossi e dei bocciati. Era incredibile vedere come questa scuola che fino a qualche ora prima tutti erano stati felici di lasciare, ora fosse straripante di ragazzi che le si affollavano intorno. Aspettammo che la gente si diradasse, poi entrai con Daniela, Alessia e le due gemelle rumene nell'atrio dei tabelloni.
Io:"Ammessa. Bene". Tirai un sospiro di sollievo e come me anche Alessia. Ci accorgemmo solo dopo che invece le due gemelle rumene avevano grandi lacrime che scavavano loro le guance. Loro erano state bocciate.
Io:"Mi dispiace...ma non preoccupatevi, il prossimo anno se studiate di più verrete ammesse all'esame...dai non piangete".
Ne avevo una per spalla: Anna mi piangeva sulla sinistra e Bianca sulla destra. Mi sentivo un po' inutile, ma non sapevo nemmeno come consolarle. In ogni caso poi loro smisero di piangere e io cercai di non toccare più l'argomento della scuola con loro.Ad un tratto, stavo abbracciando Anna per esserle di conforto, e intravidi sei sagome familiari avvicinarsi alla scuola dall'altro lato della strada. Sgranai gli occhi che tra un po' uscivano dalle orbite e iniziai ad agitarmi senza staccare lo sguardo dalle sagome.
Anna:"Che cosa succede Ambra?"
Io:"Cazzo andiamo via. Sta arrivando Pietro con dei suoi amici".
Presi la mano della mia amica e la trascinai nell'atrio della scuola dove erano appesi i tabelloni. Alessia era ancora lì, che stava verificando per curiosità le ammissioni anche di quelli delle altre terze medie. Vedendomi arrivare, si soffermò sulla mia faccia ancora in preda al panico e prima di chiedermi cosa avessi mi indicò una scritta sul tabellone della 3^H.
Alessia:"Simona è stata ammessa".
Io:"Menomale sono contenta per lei". Dissi in modo il più possibile disteso.
Alessia ridacchiò e mi guardò come se fossi una scema, poi aggiunse:
Alessia:"E poi guarda qui. C'è Fabio. Anche lui è stato ammesso".
Io arrossii e notando uno sguardo sofferente nei miei occhi, lei continuò:
Alessia:"Eh già...Pietro è stato ammesso. Capito? FABIO".
Si soffermava apposta su quella parola perché, cattiva come Crudelia Demon, lei sapeva che ogni volta quel nome mi torturava un po'.
Continuava a ripetermi il suo nome con un sorriso compiaciuto in viso, e ad un certo punto sbottai:
Io:"Vuoi un megafono?"
Alessia:"Chissà quando passerà l'orale..."
Io:"Senti stai zitta!"
Proprio in quel momento entrò lui, con Giulio e Alessandro. Passò vicino a me, mi volse un'occhiata e si fermò davanti al tabellone della sua classe. Io approfittai della situazione per svignarmela e uscire dalla scuola. Alessia uscì poco dopo e iniziò a lanciarmi occhiatine maliziose. Per sdrammatizzare la situazione degna di un film d'azione, risi per l'imbarazzo e per mia fortuna lo fece anche Alessia."L'ho scampata bella, mamma mia che spavento. E poi Alessia che dice certe cose, che roba. Ancora tanto così e ci facevo una bella figura di merda". Pensavo.
Cavoli, quella serpe mi stava davvero cacciando nei guai!
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Ancora per sempre
عاطفية"La nostra amicizia era importante. Lui era importante. Lui è importante. Ma se io non sono importante per lui, allora sto ingoiando solo bocconi amari" ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ L'amore visto da un'adolescente. Ambra è una bambina di 9 ann...