26.Superiori? Emm, ok

36 7 0
                                    

Mi buttai sul letto portando una mano alla fronte.

Io:"Allora partiamo con il presupposto che domani sarà una giornata di merda. Domani inizia la scuola, per di più le superiori...la pacchia estiva è finita, ma magari fosse questo il problema. Dovrò per forza di cose rivedere Fabio e davvero io non posso farcela. È tutta l'estate che cerco di dimenticarlo e adesso mi piace di meno per fortuna, ma bisogna vedere cosa succederà domani...sa, prima di mettermi a preparare lo zaino chiedo ad Agnese cosa porterà lei per il primo giorno".

Le telefonai, non avevo un cavolo di voglia di scrivere sulla tastiera, ero stanca e i pollici mi si erano addormentati. Dopo due tentativi senza risposta, la terza volta sentii la voce della mia amica dall'altra parte del cellulare.

Agnese:"Pronto".
Io:"Ciao Agne come stai?"
A:"Ciao! Io bene e tu tutto ok?"
Io:"Sì grazie a parte che domani..."
Capì subito, e rimasi anche un po' stupita della sua risposta pronta e sicura.
A:"Suvvia non ti preoccupare! Tu comportati come se non ci fosse e non esistesse. Vedrai andrà tutti bene dai".
Io:"Ah non lo so. Io dico tanto che quest'estate l'ho tolto dalla mia testa per un po', ma non so che effetto mi farà rivederlo...speriamo in bene. Comunque vabbè, ti ho chiamata perché non so cosa portare domani che è il primo giorno".
A:"Te lo stavo giusto per chiedere".
Io:"Io pensavo di portare solo un Block notes e una penna dentro un sacchetto".
A:"Credo che farò uguale. Domani ci sediamo vicine al banco vero?"
Io:"Certo. Ora vado che mia mamma se sto troppo tempo al telefono si incazza. Ci vediamo domani ciao e buona notte".
A:"Notte".

Chiusi la telefonata e guardai l'orologio appeso in cucina. Erano quasi le 10:30 e io non ero più abituata ad andare a letto così presto, ma sapevo già che se non mi fossi messa subito a dormire, l'indomani ci sarebbero voluti i carro armati per svegliarmi. Mio fratello si era appena addormentato sotto le coperte, così io spensi la luce della camera che nel frattempo era rimasta accesa, salutai i miei genitori e andai a dormire dopo aver preparato il Block notes.

Mi addormentai solo verso mezzanotte, perché il pensiero di rivedere colui che solamente un mese addietro mi aveva fucilato il cuore, mi tormentava. Anche perché non volevo perderlo, neanche se a lui non interessavo.
Quando poi la mattina mi svegliai sotto le grida frenetiche di mia madre agitata perché era in ritardo dal lavoro, lo avevo pure sognato. Continuo quindi a credere che la peggior prigione in cui un uomo possa finire è la sua stessa mente da cui le persone che ama ma che vuole scordare non possono uscire, praticamente neanche se ti bombardi.

Feci con tutta la fretta del lunedì mattina la colazione con un paio di biscotti e mezzo bicchiere di latte, poi mi preparai in fretta e furia: mi vestii con una semplice maglia a maniche corte e i leggins, le mie Stan Smith bianche e il giubbotto di jeans sopra perché comunque l'autunno era alle porte. Mi truccai con mascara e matita, poi uscii con mio padre che il primo giorno mi accompagna a scuola a piedi fin da quando sono piccola.

Fuori dalla scuola Agnese non la vidi, e pensando che fosse già entrata, mi aggregai ad un gruppo di ragazze di cui mio padre conosce i genitori, e tra queste c'era Elena. Le corsi incontro e la abbracciai, e parlammo un po' del più e del meno, anche perché di Fabio non osavo parlarne davanti a mio padre (anche se alla fine, durante l'estate ero stata costretta a dirlo ai miei perché mi vedevano sempre giù di morale, e loro -cosa che non pensavo- la presero benissimo e da allora mi danno consigli).

Poi le porte dell'Aula Magna si aprirono e noi entrammo e prendemmo posto nelle sedie. Qui si tenne prima un discorso fatto dal preside e dai rappresentanti di alcune associazioni, poi una segretaria iniziò a chiamare gli alunni per formare le classi e affidarci ai professori. Vidi andare via la 1 A, e mi sentivo tranquilla. Iniziò l'elenco della 1 B... (non era la mia classe).
Fu in quel momento che lo vidi. Dopo essere stato chiamato, Fabio passò facendosi largo tra gli altri studenti per poter raggiungere la fila della sua nuova classe, poi si fermò dietro al suo compagno che lo precedeva nell'ordine alfabetico. Finito l'appello, la professoressa li condusse tutti nella nuova classe e io lo vidi sparirmi davanti, senza degnarmi di uno sguardo. Poi fu il momento della nostra classe. Vidi Filippo e Stefano mettersi in fila e poi anche Simone, gli amici di Fabio. E poi guarda, c'era anche Vittoria!
Ero rimasta sospesa nei miei pensieri, finché mi sentii chiamare dalla segretaria. Mi alzai dalla sedia in prima fila dove ero seduta e mi misi in fila. Subito dopo di me venne chiamata Agnese.

Agnese:"Ciao!!"
Io:"Ciao, come va?"
A:"Un po' agitata e tu?"
Io:"Stavo meglio qualche minuto fa...ma diciamo che va bene".
A:"Come mai?"
La guardai e le bastò uno sguardo per capire. Le sue parole mi confermarono la sua attenzione al riguardo.
A:"Ambra devi stare calma. Lo so che vorresti tanto farlo fuori perché ti ha fatto soffrire, ma tu devi stare tranquilla e rilassarti". Mi disse ridendo un po'.

Dopo aver chiamato una decina di persone, la professoressa a cui eravamo stati affidati ci accompagnò nella classe dove saremmo dovuti stare per un anno, che tra l'altro giusto per facilitare le cose era a fianco a quella di Fabio. Qui dentro trascorremmo due ore con la prof di scienze e con quella di fisica, e poi ci fu un quarto d'ora di pausa. Durante l'intervallo cercai di conoscere meglio i miei compagni di classe nuovi, e scoprii che la nostra classe, essendo mista e divisa per circa metà tra scienze applicate e ordinamento, al momento di fare alcune materie saremmo stati divisi. La cosa mi dispiacque non poco anche perché mi venne detto che in terza superiore poi avremmo dovuto essere separati definitivamente ed essere aggregati a classi diverse. Ma per ora non ci pensai.

Dopo altre due ore in cui conoscemmo altri professori, suonò la campanella di fine lezioni e uscimmo da scuola. In quel momento stavo amabilmente conversando con Agnese e Filippo, e mi stavo davvero scassando dalle risate per un motivo troppo lungo che adesso non spiego altrimenti ci ritroviamo tra 108426783437690 anni qui con me decrepita che ancora parlo😂. Comunque scesi le scale e mentre stavo ancora ridendo, senza farlo apposta girai la testa verso sinistra. C'era tanta gente lì vicino a me ma io misi a fuoco una persona che avevo notato con la coda dell'occhio che mi stava guardando. E con mio stupore, quando guardai questo ESSERE negli occhi, mi accorsi che era Fabio. Tuttavia feci finta di non averlo visto e anche lui scostò subito lo sguardo appena i nostri occhi si incontrarono per la prima volta dopo mesi.
Io lo oltrepassai con la mia compagna Vittoria che conosco dalle elementari come Stefano e Filippo, e subito dopo le dissi:
Io:"Merda. Vittoria andiamo via". Ero seria ma nello stesso tempo sorridevo, non so se per l'imbarazzo o per chessò io.

Tornata a casa decisi di uscire con Elena dato che non avevo compiti e le raccontai tutto con una foga tale che più volte dovetti schiarirmi la voce e ripetere da capo le cose perché mi ero mangiata le parole e lei non era riuscita a capire cosa avevo detto.

Elena:"Ma io cosa ti dicevo".
Io:"In che senso".
E:"Vedi che ti guarda...ci sarà un motivo".
Io:"Mah secondo me mi trova strana".
E:"Ma no secondo me è timido perché ti guarda e poi non ti guarda più appena si accorge che tu lo hai visto".
Io:"Lui timido? Ma da quando, che a catechismo non sapeva fare altro che rompere le palle?"
E:"Che ne sai, i ragazzi sono molto più timidi delle ragazze sentimentalmente".
Io:"Ma no qui il problema è che io pensavo di averlo dimenticato...E invece oggi è successa una cosa strana".
E:"Cosa intendi?"
Io:"Che io oggi quando l'ho visto ho provato una rabbia grande, ma non dolore. E mi è venuta una frenetica voglia di abbracciarlo da cui non riesco a liberarmi. Non so cosa sia, ma di nuovo il cuore ha battuto forte...io non vorrei che stia continuando a piacermi..."
E:"Beh tu prima di tutto non devi dimenticarlo né provare a farlo finché non recuperi l'amicizia e vi chiarite. Perché non ha senso lasciare tutto così rovinato senza provare a raggiustare le cose. Magari neanche lui sa come rimediare. Capisci cosa voglio dire?"
Io:"Sì ma io...non penso che solo perché mi guarda allora vuol dire che voglia ricominciare ad avere un'amicizia con me e che non sa come rimediare. So solo che sono confusa, perché io pensavo di essermi proprio -disintossicata- e invece oggi quando l'ho rivisto mi ha fatto lo stesso effetto di sempre, se non di più..."

Cazzo.

Ancora per sempreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora