Le prove per la cresima durarono circa due mesi. Il catechismo non si faceva più come prima, che c'erano le classi; ora tutti erano uniti e ci si esercitava per l'atteso giorno.
Un giorno durante una prova, metre io e Fabio stavamo parlando di mio cugino che andava a calcio con lui, Anna, una ragazza della nostra età seduta vicino ad Alessio sulla panca davanti alla nostra, si voltò e esclamò seria:
Anna:"Oh Fabio, fai il bravo eh".
Lui la scrutò con aria interrogativa e dopo guardò me. A me sembrava avesse una faccia implorante come per dire:"ti prego aiutami tu con questa". Io avrei tanto voluto non dire nulla, ma senza che me ne rendessi conto dalla mia gola uscì:
Io:"Perché gli dici così? Ma se non ha fatto niente".
Non potevo averlo detto davvero. Lui mi fissò sorridendo e poi rivolgendosi ad Anna, aggiunse:
Fabio:"Vedi? Io sono bravo". E sorrise soddisfatto.
Io intanto non capivo perché avevo detto una cosa simile.La cresima fu fissata per il 14 novembre che doveva essere un sabato, alle 16:30. Non era un orario né da pranzo né da cena, per cui la mia famiglia alla fine decise di fare un rinfresco o aperitivo.
La mattina della cresima, mi svegliò mio fratello con davvero troppa grazia (accese la luce mentre dormivo ancora e iniziò a cantare una canzone dei Guns & Roses). Comprensibilmente stupita mi alzai di scatto, con un'espressione scocciata sul viso, i denti chiusi e i pugni stretti, segno di chi sta per sclerare ma cerca di mantenere la calma. E state tranquilli che se qualcuno non mi fa dormire in pace, son cazzi.
Lorenzo:"Oh ciao, come mai ti sei svegliata? Io sono venuto qui solo per cercare un gioco".
Io:"Ti consiglio di spegnere la luce e andartene subito. E soprattutto, di lasciarmi stare".
L:"No".
Io:"Lorenzo mi stai facendo girare i...ceh basta hai rotto il...senti ora tu te ne vai" cercavo di non dire parolacce e ogni volta che mi veniva da dirne una me la ricacciavo in gola.
L:"Noooo" e intanto si mise a frugare nell'armadio alla ricerca di qualcosa che molto probabilmente non esisteva.
Gli riproposi con calma di spegnere la luce, ma lui non mi rispondeva o mi guardava con indifferenza.
Io:"Sei un fratello rompipalle lo sai? Vaffan...bagno". Detto ciò mi alzai dal letto e barcollante mi diressi in cucina.La giornata quindi, non era iniziata per il meglio. Ma comunque era una cavolata quindi ci chiusi un occhio su. E poi, è impossibile non perdonare mio fratello quando fa gli occhi teneri e finge di piangere hihi.
La mattinata trascorse tra i preparativi per la "festa" e mio papà chiamò alcuni degli invitati per ricordargli di venire (perché ovviamente si dimenticano, vero?) e per spiegare ai parenti che abitano a Novara come raggiungere casa nostra vicino a Torino. Dopo pranzo indossai il paio di pantaloni, la maglia e il giubbotto che avevo comparato apposta per la cresima. Mia mamma mi piastrò i capelli (come se non fossero già dritti) e poi io mi truccai mettendo solo un po' di mascara. Mi infilai il primo paio di scarpe che mi capitò a tiro e devo dire che pulite non ce n'erano. Così mi misi con uno straccio a "lucidare" le uniche Vans non troppo sporche che avevo. Alla fine di tutto questo via vai tra vestiti e altro esitai davanti alla porta di casa. Sospirai un attimo, sistemai i capelli dietro l'orecchio e poi uscii con i miei genitori e mio fratello che per l'occasione indossava un piccolo smoking, mentre la sua solita cresta spettinata era stata appiattita all'indietro.Ci recammo in chiesa in orario per le 4:30 di pomeriggio e mi sedetti al solito posto che mi era stato assegnato anche durante le prove. Appena arrivai parlai un attimo con i miei amici.
Io:"Hey ciao a tutti, come va?"
Carlotta:"Ciao, si io bene e tu?"
Alessio:"Tutto a posto Sugar?"
Io:"Sì grazie, sto bene".
Anna:"Agitata?"
Io:"Non più di tanto e voi?"
Anna:"Ma va".
Fabio:"Diciamo di no".
Carlotta:"Oh raga stanno suonando la canzone n.1, cantiamo".
Alessio:"Okay".L'atmosfera era bellissima, con la gente che cantava con noi ragazzi. Io dentro di me sapevo che quello era un giorno bello, ma allo stesso tempo non sapevo se essere felice...oppure triste, perché avevo paura di perdere i miei amici con cui avevo fatto catechismo per ben 4 anni.
Iniziava il canto di apertura della messa, e io mentre cantavo avvertivo già in quel momento la mancanza di qualcuno. Eppure eravamo tutti presenti.
Dentro me mi domamdavo:"Ma come può mancarmi una persona che non so chi è, ma che so che è qui vicino a me, perché all'appello non manca nessun ragazzo? Bah".

STAI LEGGENDO
Ancora per sempre
Romance"La nostra amicizia era importante. Lui era importante. Lui è importante. Ma se io non sono importante per lui, allora sto ingoiando solo bocconi amari" ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ L'amore visto da un'adolescente. Ambra è una bambina di 9 ann...