Inutile dire che la notizia la divulgai a tutti i miei amici, anche ai miei genitori, diventò quasi una notizia nazionale, di dominio pubblico.
Adesso le cose tra me e lui andavano molto bene, se così si può dire, anche se lui nella mia classe ci veniva solo più di rado, visto che aveva fatto amicizia con altri suoi compagni e stava con loro durante l'intervallo. Comunque, lo vedevo quasi tutti i giorni, visto che per raggiungere la sua aula, doveva passare per forza davanti alla mia. Ci eravamo ripresi a salutare, grazie allo spirito santo, e notai con approvazione che mi sorrideva più spesso. E ogni volta che lo faceva, cazzo io mi sentivo a un passo dal cielo.Fino alla fine della scuola accaddero ancora due episodi che a mio parere vale la pena citare. Il primo accadde un pomeriggio della terzultima settimana di scuola.
Erano più o meno le quattro, e per il giorno dopo non era prevista alcuna interrogazione né verifica, per cui come al mio solito, non mi organizzai mica con i compiti dei giorni seguenti eh, non sia mai. Me ne stavo bella tranquilla al sole sul balcone a prendere un po' di sole di maggio, e per me il pomeriggio poteva anche benissimo trascorrere tutto così. Io, il mio sdraio, la musica e il bellissimo, caldo e grande sole. Non troppo caldo però.Verso le 5 mi stavo quasi per addormentare sullo sdraio quando mia mamma arrivò facendo un casino da non dire solo camminando con le sue ciabatte rumorosissime che nemmeno una ruspa.
Mamma:"Ehi Ambra".
Io:"Che c'è? Mi stavo addormentando".
M:"Ah mi dispiace allora vado".
Io:"Eh forse è il caso..."
M:"Ma allora non lo vuoi il gelato..."
Feci uno scatto felino e in un baleno scesi dallo sdraio.
Io:"Chi ha detto che non lo voglio?" mi giustificai con un sorriso.
Mia mamma rise.Mamma:"Allora tieni, vai a prenderlo qui nel viale e poi torna a casa, su".
disse porgendomi una banconota da 5 euro. Io presi i soldi e dopo averla ringraziata, uscii. Percorsi la mia via, girai a destra nel viale e dopo 10 metri a esagerare, raggiunsi la gelateria. Prima di entrarci mi fermai fuori dall'entrata per allacciare la scarpa. Passarono solo 2 o 3 secondi, tempo che bastò a me per vedere quello che vidi. Nulla di grave, nulla di male. Solo Fabio che camminava con Simone e Giulio al fondo della strada e veniva verso la mia parte. Veloce come il vento, ma senza dare nell'occhio, mi alzai ed entrai nella gelateria, pregando di non essere vista. Perché lo feci? Beh, non lo so, perché sono una capra yeee LOL🤘Fabio e gli altri due passarono senza vedermi e io ne fui molto sollevata, così tornai a casa tranquilla. Mia mamma mi aprì la porta e subito dopo uscì per una commissione, mentre io restai a casa con mio fratello mentre mangiavo il mio gelato. Appena finito di mangiarlo, mi diressi da mio fratello, che stava giocando in sala con il mio vecchio telefono che gli avevo regalato.
Io:"Ehi".
Lorenzo:"Ciao" Rispose senza alzare la testa dallo schermo.
Io:"Cosa fai?"
L:"Gioco".
Io:"Ma sempre lì stai..."
L:"Anche tu eh".
Io:"Ma cosa anche io che sarà da stamattina che non rispondo ai messaggi!"
L:"Si vabbè".
Io:"Ma cosa dici, ma credi di sapere sempre tutto? Guarda che..." ma non riuscii a finire la frase, perché suonò il citofono.
Mi girai verso il citofono ma non mi mossi subito. Anche mio fratello aveva sentito.
Io:"Lori ma la mamma quando ha detto che tornava?"
Lorenzo:"Verso le sette".
Guardai l'orologio. Erano le 6 meno un quarto.
Io:"Che strano chissà chi è...sa' vado a rispondere".Sollevai il citofono e chiesi "Chi è?" ma dall'altra parte nessuno rispose.
Io:"Bah avranno sbagliato..." posai la cornetta del citofono, ma dopo aver rimesso in funzione i neuroni, rimasi paralizzata.
Io:"Oh no..."
Senza dare spiegazioni mi diressi al balcone esterno e mi affacciai dalla ringhiera. Feci in tempo a vedere Simone mentre si allontanava con Fabio dal mio benedetto citofono, ridendo, con Giulio davanti che rideva anche lui. Appresi subito come mi aspettavo che erano stati loro a suonare a casa mia, dato che non era la prima volta che Simone lo faceva. Ma per Fabio sì che era la prima volta che citofonava a me. Che poi per cosa? Boh, perché sapevano che abitavo lì e quindi tanto vale farci un salto.Rimasi appoggiata alla ringhiera del balcone guardando quei tre che si allontanavano ridendo, e non ero affatto arrabbiata. Anzi, sorrisi anche io. A me andava bene tutto, purché quello fosse un modo per avvicinarsi a me.

STAI LEGGENDO
Ancora per sempre
Romans"La nostra amicizia era importante. Lui era importante. Lui è importante. Ma se io non sono importante per lui, allora sto ingoiando solo bocconi amari" ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ L'amore visto da un'adolescente. Ambra è una bambina di 9 ann...