Questa è una di quelle chat che si può definire di merda. Io non sapevo cosa dirgli, mi sentivo imbarazzata perché non sono mai stata molto brava ad esprimere i miei sentimenti, né tanto meno ad esprimerli attraverso le parole. Io non potevo crederci che avesse scoperto tutto da solo; non puoi essere così intelligente da capire se piaci ad una persona, e se avverti una sensazione simile, non puoi essere così stupido da non venirlo a chiedere. O da fregartene semplicemente. Alla sua risposta "non ci vuole un genio" giuro che tra tutte le emozioni che provavo sopravvalse la rabbia, che mi offuscò gli occhi, per cui gli vomitai addosso quel fiume di parole...ripensandoci avrei dovuto mantenere la calma e scrivergli la verità...invece gli risposi male. Tra l'altro feci fare un volo al telefono fino alla scrivania da cui cadde e...ecco...si spaccò un po' sul lato, ma vabbè, il mio cuore si è rotto di più.
La giornata iniziò malissimo. La mattina andai a trovare i miei nonni con mia mamma e mio fratello e a casa loro c'erano anche le mie cugine Francesca e Alessandra. Come se fosse la cosa più importante da fare, subito dopo aver parlato un attimo con mia nonna e aver salutato mio nonno, trascinai sul balcone Alessandra e gli parlai della brutta notizia. Avevo le lacrime agli occhi, ma il mio sorriso non era sparito. Non è nella mia natura mostrare agli altri che sto male, sia perché è umiliante, sia perché non voglio far pesare niente a nessuno.
Subito Alessandra rimase senza niente da dire. Poi dopo aver esaminato la situazione, mi disse:
Alessandra:"Mah Ambra..." fece un sorrisetto e inarcò le sopracciglia in una faccia da -sotuttoio-.
A:"Io, in fondo in fondo...non ci credo".
Nell'udire questa frase sollevai la testa dalle mani a cui l'avevo appoggiata.
Io:"Che vuoi dire?"
A:"Perché ti guarda se non gli piaci?"
Io:"Non riesco a seguirti".
A:"Ma dai, non ci credo. Secondo me ha risposto così perché un ragazzo timido non ti può venire a dire -si ti amo amore mio- o cose così dai ceh".
Io:"No Ale forse non hai realizzato che qui a scrivere è stato lui. È lui che ha scritto "no non mi piaci". Non so se hai capito. Più chiaro di così".
A:"Sì però anche tu furba che gli vai a scrivere -io non so cosa dirti- e -visto che adesso è un casino- lo hai anche stroncato di brutto eh, gli hai risposto un po' male!"
Io:"Ma io vorrei vedere cosa gli avresti risposto tu, se ti avesse scritto che aveva capito da solo che ti piaceva e...come aveva fatto a scoprirlo? Non lo sa neanche lui, -non ci vuole un genio-! Bah".In quel momento mia mamma mi chiamò all'attenzione perché dovevamo andare via e allora io salutai i nonni e le mie due cugine.
Io:"Ciao a tutti".
Nonna:"Ciao".
Alessandra:"Ciao..." mi guardò con compassione.
Tornai a casa più confusa di prima. Com'è comprensibile.La faccenda la raccontai subito ad Agnese, Simona, Elena e le due gemelle Anna e Bianca. Erano le uniche persone di cui mi fidavo, allora. C'era chi mi diceva solo che le dispiaceva, chi mi diceva che non ci credeva, chi mi consolò.
Poi finita la cena andai sul balcone e chiamai immediatamente Simona per riflettere sulla mia chat con Fabio e con Alessia.Simona:"Pronto Ambra".
Io:"Ciao" risposi con voce al più possibile distesa. Avevo il magone ma questo era un mio problema, non volevo farlo pesare su di lei.
S:"Come stai?"
Io:"Bene grazie" la mia voce stava tremando. Oi Ambra, ricacciati quelle lacrime nelle orbite.
S:"So benissimo che non stai bene".
Io:"No, ti sbagli, sto bene dai".
Una lacrima mi scese rigandomi la guancia. Il vento la asciugò subito, quasi a dirmi:-non lo fare-. L'orgoglio non mi permetteva neanche di ammettere che volevo solo sotterrarmi.
S:"Non abbatterti, Alessia è stata una stronza. Sono sicura che è stata lei a dirlo a Fabio. Per lei è stato facile agire, a Londra l'ha conosciuto e gliel'ha detto. Niente di più semplice".Balbettando, con la testa che scoppiava e confusa, parlai dopo una lunga pausa di almeno un minuto.
Io:"Sai Simo...la cosa è strana".
S:"In che senso?"
Io:"Qualche giorno fa ho trovato una frase su Internet. Diceva:-Il problema è quando la mente dice basta e il cuore dice aspetta-"
S:"Non capisco dove vuoi arrivare".
Io:"È lo stesso che è successo per me. È difficile dire cosa sto provando in questo momento. Non capisco se è rabbia, dolore, odio. Lui mi ha fatto male. Mi fa male. Da una parte so che sono incazzata. Con lui perché mi ha detto di no, perché non ci parliamo più, perché se ne sbatte di me e di tutto quello che posso provare. Vorrei non poterlo vedere mai più. Anche con Alessia sono arrabbiata, perché lei mi ha messa nei guai, ha tradito la mia fiducia, ha rovinato tutto. Ma dall'altra parte lui, lui mi piace ancora. Mi accorgo che non posso starne senza. Ormai tra la gente, guardo solo per poterlo scorgere da lontano, alto come una pertica. Poi magari dopo averlo visto scapperei come sempre, però averlo guardato anche solo per un istante mi avrebbe reso...felice. Sì, credo che fosse felicità. Capisci? Non so più cosa provo".
S:"Mi dispiace che tu ti senta così. Ma ti capisco, ci sono passata anch'io. È che..." la interruppi.
Io:"No Simo, è brutto. Ma la cosa più terribile è questo susseguirsi di delusioni tutte insieme. Prima Alessia e poi anche Fabio. Il fatto che io ho già avuto una vita complicata. Piena di paure, difficoltà, insicurezze, stracolma di prove e ostacoli. Ma questo non bastava. Non basta mai. Ci mancava solo più questa..."cosa" che si mettesse in mezzo tra me e lui, portando via ogni cosa, i suoi scherzi, le nostre risate, i momenti passati insieme. La nostra amicizia, insomma. Ora tra noi è stato buttato via tutto. Sono sicura che se gli chiedi di me non ti saprebbe dire altro se non della chat di ieri. E poi ci sono certe ragazze facili, dal cuore tra un po' più modellabile del pongo, che si innamorano due volte a settimana di ragazzi diversi, ma che si fidanzano. Io, che da due anni ho lottato per una e una sola persona, mi ritrovo ad essere ulteriormente ferita più di quanto lo sia già. Sembra che chi ami sinceramente ormai non conti più. Mi sento un fallito, mi sento il peso di tutto sto casino addosso. Mi sento come se fossi ricoperta di merda da capo a piedi, mi sento addirittura in colpa se ora io e lui non ci salutiamo manco più. Sono immobile, non riesco ad uscirne da sta situazione".Sentii Simona sospirare tristemente quando finii di parlare.
S:"Ambra, hai perfettamente ragione. Ti capisco. Non meritavi questa delusione. Ma stai tranquilla, non è mai detta l'ultima parola. Non piangere più, che secondo me non è vero e stai tranquilla che se non si sveglia poi piangerà lui quando capirà di averti persa. Vedrai che si risolverà tutto".
Io:"Non lo so..."
S:"Senti ora tu mi devi promettere che ti sforzi di non pensarci più a lui, tanto dopodomani ci vediamo e ne parleremo insieme. Non più una lacrima, hai capito?"
Io:"Certo". Quel suo ordine mi strappò un sorriso smarrito, poi salutai la mia amica e riattaccai la telefonata.Mi sentivo leggermente meglio, ma anche quella notte non dormii. È impossibile descrivere come si sta in un momento del genere, non si può capire fino in fondo finché non ti ci trovi dentro. Nei miei occhi scuri, carichi di dolore si scorgeva un mare di pensieri in tempesta, senza una fine. Un mare che non si è più calmato da quel giorno. E intanto dentro di me si apriva una voragine, di quelle incolmabili, che ti cambiano, che per forza di cose ti rendono più forte. Una voragine che iniziò a farsi strada dentro di me, e non si chiuse più.
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Ancora per sempre
Romance"La nostra amicizia era importante. Lui era importante. Lui è importante. Ma se io non sono importante per lui, allora sto ingoiando solo bocconi amari" ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ L'amore visto da un'adolescente. Ambra è una bambina di 9 ann...