18.Due intruse

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Io:"Mamma che giorno è oggi?"
Mamma:"Venerdì".
Io:"Bene. Ascolta io per lunedì ho fatto qualche compito, e oggi Simona mi ha chiesto di andare a fare una passeggiata con lei dalle 4. Ci sono anche Anna e Bianca...posso andare?"
M:"E il nuoto?"
Io:"Oggi non posso andarci...ho dei problemi tecnici. Spero che tu abbia capito ahahah"
M:"Si Ambra ho afferrato. Comunque va bene. Per che ora sei a casa?"
Io:"6:30/7".
M:"Va bene".

Presi il telefono e mandai un messaggio sul gruppo in cui ci siamo solo io, Simo e le due gemelle Anna e Bianca.

Io:"Raga posso venire. Ci vediamo alle 4 in punto come aveva detto Simona, ma dove ci ritroviamo? " -14:45
Anna:"Davanti alla Chiesa va bene?"-14:45
Io:"Per me sì" -14:46
Simona:"Anche per me" -14:46
Io:"Allora ci vediamo dopo. Ciau❤" -14:47
Anna:"Ciao❤" -14:47
Simona:"A dopo😘" -14:48

Tanto per passare il tempo, mi misi ad ascoltare la musica con le cuffie, mentre prendevo un po' del sole di fine maggio sul balcone. Alle 4 meno un quarto mi resi conto che sarei stata in ritardo se non mi fossi data una mossa, così mi alzai, mi pettinai i capelli e volli provare il nuovo eyeliner di mia mamma, così lo passai sull'occhio. Wow, che figata sto coso.

Io:"Mamma, come sto così?"
Mia mamma alzò la testa dai quaderni dei suoi alunni che stava correggendo, mi guardò. Non disse nulla.
Io:"Sarebbe gradita una risposta". Dissi in tono scherzoso.
Mamma:"Stai bene". Concluse.
Io:"Posso andare in giro così?"
M:"Sì ma non per la scuola eh".
Io:"Nono solo per uscire".
M:"Okay dai può andare...non ne hai messo troppo quindi va bene".
Io:"Bo allora io vado. Ci vediamo all'ora stabilita. Se ci fossero contrattempi o cose del genere, ho il telefono con me".
M:"Perfetto. Ciao a dopo".
Uscii sul pianerottolo e chiusi la porta solo tirandomela dietro. Mia madre era in casa, quindi non avevo bisogno di chiudere a chiave.

In due minuti fui davanti alla chiesa.
Le due sorelle Anna e Bianca erano là che mi aspettavano. Come al suo solito, Anna mi corse incontro urlando il mio nome come se fossi appena tornata da una guerra. Mi abbracciò ridendo e insieme anche con Bianca ci sedemmo su una panchina ad aspettare Simona, che il ritardo non lo fai mai mancare😉.

In ogni caso poi tutte insieme decidemmo di andare prima a prendere il gelato, e poi di andare al Canale Cavour per riflettere dei nostri enooormi problemi e chiacchierare un po'. Arrivate al canale, ci sedemmo nel prato, proprio vicino al fiume.

Anna:"Ora che siamo tranquille, vi dico chi piace a me. Non so come si chiama, ma lo vedo tutte le volte che esco da scuola. È bellissimo, un po' più basso rispetto a voi (si riferiva a me e a Simona perché invece le due gemelle non erano tanto alte). Si beh, diciamo che è alto più o meno quanto me e Bianca. Ha una strana pettinatura, rasata sui lati e con un ciuffo di capelli marroni scuro. Gli occhi sono scuri e...boh. Ah sì, è nella 3^G della nostra scuola quindi fa terza media come noi. Ha un nome strano, inizia con la M...non mi ricordo".
Io:"Aspetta ma ha per caso il naso un po' all'insù? Ma un po' tanto all'insù?"
A:"Mmm...si, ora che ci penso si, ma io lo amo uguale".
Bianca:"Sì vabbè ora lo ami...se non vi conoscete neanche".
A:"Ma tu zitta, che ne sai".
Simona e io capimmo subito chi piacesse ad Anna. Ci guardammo stupite con una faccia che esprimeva tutto il disgusto del mondo.
"MARZIO!" Esclamammo io e Simona in coro.
A:"Ah ecco, non mi veniva il nome. Sì, proprio lui".
Simona:"Ma stai scherzando? Come fa a piacerti lui? Cara mia, ti prego, conosco un oculista molto bravo che potrebbe curarti la vista".
Io:"No vabbè dai non esageriamo Simo ahahah non è che faccia schifo, però...non è neanche il massimo...scusa Anna ma per me è Out".
Scoppiammo tutte a ridere.
Bianca:"E tu Ambra con Fabio?"
Io:"Eh io boh sono ferma così".
Simona:"Io ti ho mandato il suo numero, perché non gli scrivi?"
Io:"Io? Ma scherzi? E se non mi risponde o mi blocca? No, ci starei malissimo".
Anna:"Ma figurati se non ti risponde. Lui ti ama".
Io:"Eh? Anna ma che ti sei bevuta?"
A:"Tu sei bellissima, anzi sei troppo bella per lui".
Io:"Come? Cosa? Io? Ma non dire cavolate".
A:"Sto solo dicendo la verità!"
La fissai per tre lunghi secondi, poi risposi con forza:
Io:"Anna dai, non mi pigliare per il culo. Come può uno come lui amare una come me? Non è il caso di forzare le cose, se io gli interessassi anche solo un po', potrebbe benissimo cercare di recuperare l'amicizia che avevamo un tempo".
S:"Ambra ascolta, io non so come stanno le cose. So solo che se non gli piacessi almeno un briciolo non ti guarderebbe tutte le volte che passi. Non lo conosco benissimo, ma abbastanza da sapere che è timido. Non farà mai lui il primo passo, ficcatelo in testa".
Rimanemmo tutte e quattro a guardarci, poi Anna cominciò a ridere e anche noi facemmo lo stesso.
Bianca:"Facciamo delle foto insieme prima di andare via?"
Simona:"Sì per me va bene".

Dopo aver scattato qualche selfie tutte insieme e aver impiegato tutta la pazienza di questo mondo per evitare che venissero sfiuocati, venne il momento di andare.

Io:"Raga, vogliamo andare? Sono le 6:05 e la mamma di Simona la aspetta al parcheggio in piazza alle 6 e un quarto. Accompagnamola dai".
Bianca:"Volentieri".
Attraversammo la strada e il ponte del canale Cavour e in 10 minuti arrivammo con calma al parcheggio, dove trovammo la madre di Simo che ci aspettava vicino alla macchina.
Mamma di Simona:"Ciao! Allora com'è andata questa passeggiata?"
Simona:"Tutto bene grazie, abbiamo comprato un gelato e poi abbiamo parlato insieme al canale".
MdS:"Ah ecco, vi siete divertite?"
Io:"Sì grazie".
Stemmo ancora un po' al parcheggio a parlare anche della scuola e dello sport, poi Simona e sua mamma ci salutarono e salendo in macchina, si allontanarono.
Io:"Ok. Dove andiamo adesso? Io devo essere a casa circa tra mezz'oretta, vi va di fare ancora un giro e poi mi accompagnate?"
Anna:"Va bene".

Eravamo appena uscite dal parcheggio e stavamo attraversando la piazza, quando udii due voci familiari provenire dalla nostra sinistra che ci chiamavano. Io e le sorelle rumene ci girammo d'istinto. Poi io presi la parola.
Io:"Ciao".
Eccole laggiù, sedute ai piedi di un monumento dedicato ai caduti della città. Alessia e Rebecca, due nostre compagne di classe.

Alessia e Simona si conoscevano dalle elementari, e in pratica non si erano mai capite. Non erano quasi mai andate d'accordo e anche quando, prima di cambiare classe in terza, Simona se l'era ritrovata anche alle medie, la situazione non era per nulla migliorata. Bastava che Simo versasse qualche lacrima per un brutto voto o perché stava male che Alessia la prendesse in giro con l'aiuto della sua migliore amica Rebecca. Dopo aver litigato, facevano sempre finta che non fosse successo niente, ma era chiaro che ogni volta che si incontravano gli occhi di entrambe si riempivano di un terribile rancore reciproco. Simona mi aveva sempre messa in guardia da quelle due serpi, consigliandomi di non confidare loro molte cose che alla prima occasione avrebbero raccontato tutto in giro.

Rebecca ci fece cenno di avvicinarci.
Io e le due gemelle raggiungemmo a malavoglia il monumento.
Alessia:"Allora, di cosa vi ha parlato quella rompipalle di una piagnucolona?" Aveva un sorrisetto strano e compiaciuto sulla bocca.
Io:"Quella rompipalle? Ma perché la chiami così..."
Anna mi interruppe rispondendo:
A:"Nulla di particolare. Voi piuttosto perché siete qui?"
Rebecca:"Chi noi? Ah ecco, ad Alessia piace un ragazzo di cui ha il numero però non sa cosa fare. Così siamo uscite per parlarne insieme".
L'espressione di Alessia tramutò immediatamente. Il sorrisetto furbo e malefico scomparse, e un'aria sofferta le apparve in volto. Era così raro vederla triste, che sembrava innaturale.
Alessia:"Cosa posso fare Ambra?"
Esitai un attimo e poi provai a consigliarle qualcosa, ma ragazzi, non sono una consulente matrimoniale!
Io:"Emmm perché non provi a scrivergli?"
Alessia:"Ma non sa neanche chi sono! E poi mi vergogno a scrivergli.
Notai una strana somiglianza in questa situazione. Mi ricordava la mia con Fabio.
Io:"Hai ragione come posso biasimarti, d'altronde anche io mi vergogno a scrivere a quello che mi piace. Allora potresti..."
Rebecca:"Ah già che a te piaceva quel ragazzo, com'è che si chiama...Ma si, Fabio! Come va con lui?" Mi chiese in tono di sfida.
Alessia:"Fabio? Quello là? Davvero quello?? Ma io so chi è...lo sai che quest'estate viene anche lui a fare tre settimane di vacanze studio con la scuola a Londra, proprio come me?" Domandò rivolgendosi a me. Il suo sorriso cattivo le tornò a completare lo sguardo scaltro.
Io e le due gemelle Anna e Bianca ci guardammo tra di noi preoccupate. Ero stata attenta a non dirlo a nessuno se non a chi ritenevo affidabile, e certo io a quelle due non lo avevo detto. Ma allora chi era stato?
Dopo l'iniziale sorpresa, implorai Alessia e Rebecca in tono supplicante.
Io:"Per favore non ditegli niente..."
Rebecca:"Noi? No ma va".
Alessia:"Cosa ce ne frega a noi ahaha"
Ridevano mentre si scambiavano occhiate d'intesa.
Io:"Oh non sto scherzando. Non ditegli niente che voi non sapete la storia. E non rovinate tutto per favore eh".
Alessia:"Abbiamo capito".
Io:"Bene. Ora devo andare che mia mamma mi aspetta a casa. Ci vediamo lunedì".
Rebecca:"Ciao".

Detto questo mi voltai e iniziai a camminare a passo svelto verso casa mia in compagnia di Anna e Bianca. Le mie mani affondavano nei capelli dritti mentre mi sentivo invadere dalla sensazione di essere in gabbia. Ero arrabbiata, ma allo stesso tempo confusa.
Anna:"Hai sentito Ambra? Ma come fanno a saperlo?"
Io:"Sono certa che gliel'ha detto Francesca la nostra compagna a quelle due. Non ti ricordi? Ultimamente stanno sempre insieme. Sapevo che non mi dovevo fidare della sua amica Francesca..."
Bianca:"Che casino, quelle non sanno mantenere un segreto".
Io:"No ma se dicono qualcosa a Fabio possono farsi il segno della croce e pregare di non incontrarmi perché salterei loro addosso".
Anna:"Ti capisco".

Quelle due serpi non dovevano sapere nulla e ora invece erano al corrente di tutto. Potevo solo sperare che non dicessero niente.
Cazzo.

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