10.Le ciabatte

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Io:"Ciao nonna, allora io vado, ci vediamo tra un'ora".
Nonna:"Certo, vai pure tranquilla".

Salutai mia nonna con un bacio e mi diressi verso Sonia e Olga. Salimmo assieme alla catechista Gloria in aula.
Ovviamente Gloria aveva deciso che i posti sarebbero rimasti quelli dell'anno prima e io ero di nuovo seduta tra Sonia e Fabio. Ok, che ci crediate o no, ci avevo fatto l'abitudine.

In quel periodo (per fortuna) Fabio aveva limitato i dispetti e gli scherzi ma in compenso lui e Alessio si erano fissati su due pubblicità che si vedevano in TV.
Una era "Sugar" (una foca-giocattolo per bambine) e l'altra pubblicità era quella del robot "Emiglio"(da notare il nome scritto con la GLI).
Non mancava quindi che ogni volta che mi vedessero a nuoto o a catechismo chiamassero tutti Sugar (per le femmine) e Emiglio (per i maschi).

Gloria:"Ragazzi oggi parliamo della resurrezione di Gesù, forza prendete il vostro libro e andate alla pagina del Vangelo di Luca, capitolo 10, versetto..."

Leggemmo una frase a testa, poi la catechista spiegò per mezz'ora, facemmo la nostra solita preghiera di fine lezione e poi uscimmo in cortile; io scaricai lo zaino a mia nonna e corsi dagli altri che mi aspettavano. Ormai giocare a fulmine dopo il catechismo era diventata la nostra tradizione, non passava giovedì senza che vi ci dedicassimo almeno 40 minuti.
Come al solito mia nonna non se ne restava lì ferma a guardarmi, ma finì addirittura con il fare amicizia con gli altri suoi coetanei che venivano all'oratorio per accompagnare o prendere i propri nipoti.

Dopo un po', stavo prendendo io a fulmine, mia nonna mi chiamò:
Nonna:"Ambraaa".
Io:"Che c'è...preso!" Intanto io avevo preso Nicolò e continuavo a correre.
N:"Dobbiamo andare, è tardi".
Io mi fermai e esclamai:
Io:"Ma se è ancora chiaro il cielo".
N:"E grazie, ma siamo in primavera, le giornate si allungano, l'hai studiato la scorsa settimana non ti ricordi?" E sorrise.
Io:"Già è vero, non mi ricordavo più" Poi, rivolgendomi ai miei amici:
Io:"Boh raga, io devo andare. Ci vediamo il prossimo giovedì".
Greta:"Va bene, ciao!" Feci per andarmene, ma udii Alessio parlarmi:
Alessio:"Sisi ma che prossimo giovedì...noi ci vediamo domani, non lo sai? ahahah"
Fabio:"Ci vediamo domani a nuoto".
Si misero a ridere (che novità!) però sta volta anch'io risi con loro.
Io:"È vero, ci vediamo domani a nuoto ciao ahahah".
F:"A domani Sugar". E così dicendo i due mi guardarono con un sorrisetto furbo.
Io:"Ciao EmiGLio" Risposi ricambiando il sorriso.

Il giorno dopo più o meno alle 5 mi recai in piscina per la lezione di nuoto. Tolsi le scarpe, mi cambiai e misi la cuffia con gli occhialini, poi, con alcune mie amiche, raggiunsi la vasca per nuotare.
Alessio:"Ciao Sugar".
Io:"E si, ciao"
A:"Ma sai cos'è Sugar?"
Io:"Sisi Alessio, lo soooo" Risposi stressata.
Fabio:"E menomale!"
Loro due si lanciarono un'occhiata d'intesa, poi immersero una mano nella vasca e gettarono l'acqua addosso a me e alle mie amiche.
Arianna:"Nooo" e venne interrotta dall'acqua che le era arrivata in bocca. Per quanto riguarda me, mi avevano colpito dritta in pancia.
Io:"No ma grazie eh!"
Martina:"Ma quanto siete scemi".
Per fortuna arrivò l'istruttrice e io la vidi un po' come la salvezza in persona, visto che Alessio e Fabio smisero subito di bagnarci.

Accostai le ciabatte vicino a quelle degli altri e ci tuffammo in acqua ad uno ad uno in fila.
A temine lezione è di norma fare i soliti 3 tuffi, per concludere: il primo di testa, il secondo a pennello e l'ultimo come si vuole.
Ero appena uscita dalla vasca e stavo per andarmene, quando vidi Fabio correre con le sue ciabatte in mano.
Fabio:"Ciao Sugar".
Io guardai i suoi piedi e notai con disappunto che portava le MIE ciabatte, che tra l'altro gli andavano anche corte (gli fuoriusciva tutto il tallone di almeno 5 centimetri).
A quella vista i miei occhi si sgranarono prima che me ne rendessi conto e mi ritrovai a inseguirlo a piedi nudi fino fuori dallo spogliatoio maschile. Lui vi entrò, e io mi fermai sulla soglia.

Io:"Dai Fabio, ridammi le ciabatte! Non posso entrare io lì!"
Ero talmente incazzata che mi veniva da ridere.
Rimasi a urlare il suo nome lì fuori dall'entrata come una mongola, ancora fradicia e con i capelli scuri bagnati. Finalmente dopo un po' uscì Alessio che me le restituì ridendo.

Io:"Finalmente, grazie!"
Alessio:"Prego ahahah"
Io:"Ma si può sapere perché fate ste cose ahahah"
A:"Non c'è un motivo. Comunque Fabio ti saluta".
Io:"Ma perché è già andato via?"
A:"No è che era di fretta..."
Si vedeva benissimo che non sapeva cosa inventarsi.
Io:"Vabbè senti io vado. Per colpa vostra sono anche in ritardo e devo ancora fare la doccia! Ciao.
A:"Ok ciao Sugar"
Gli rivolsi ancora un largo sorriso stanco e forzato e mi avviai verso lo spogliatoio femminile.

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