"La nostra amicizia era importante.
Lui era importante.
Lui è importante.
Ma se io non sono importante per lui, allora sto ingoiando solo bocconi amari"
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L'amore visto da un'adolescente.
Ambra è una bambina di 9 ann...
Da quella volta, per mesi ci salutavamo con più o meno costanza all'incirca ogni due giorni, ovvero quando ci vedevamo. Spesso entrava nella mia classe anche quando c'ero io dentro, e benché l'imbarazzo non fosse mai sparito né dava cenni di voler sparire, per lo meno ci salutavamo. A volte prima io, a volte prima lui. E io mi ricordo tutto, di ogni episodio e di tutte le volte che mi dicevamo ciao, spesso accompagnato da un suo sorriso, ecco sì, più o meno fatale. Ma bellissimo.
Un giorno, passando nel corridoio durante l'intervallo, mi cadde l'occhio su un foglio appeso alla bacheca nella scuola.
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Diceva di un corso di fisica per gli alunni di prima superiore che si sarebbe tenuto tutti i lunedì appena usciti da scuola, dalle 2 alle 3 di pomeriggio. Dato che la materia era nuova e io non avevo capito un granché, visto che non ci andavo molto d'accordo con la fisica, chiesi ad Agnese di venire con me. Io:"Ehi Agne leggi! C'è un corso di fisica tutti i lunedì appena usciti da scuola. Io penso di andarci. La prima lezione è oggi alle 2. Avverto mia mamma di non prepararmi il pranzo che mangio un panino al bar e poi rientro a scuola per il corso". Così dicendo estrassi il cellulare dalla tasca, e avvertii mia mamma, che da parte sua era molto contenta che avessi preso questa iniziativa. Terminata la telefonata, mi girai verso Agnese, che non aveva ancora spicciato parola e guardava il foglio del corso con un certo distacco.
Io:"Cosa c'è che non va? Tu non vuoi venire?" Agnese:"Eh non lo so, sono indecisa. Io vado bene di fisica, non voglio venire". Io:"Ma dai! Guarda fai così: nel dubbio oggi vieni, vedi com'è il corso e poi se non ti piace la prossima volta non vieni più". A:"Ma no Ambra io non ho questi problemi, fisica l'ho capita. Non ha senso che vengo anch'io". Io:"Ma guarda che se fai un'oretta di fisica in più alla settimana non è che peggiori, al limite ripassi cose che sai già".
Lei non sembrava molto convinta, ma comunque annuì e, seppur a malavoglia, accettò di provare questa nuova "esperienza" con me. Avvertì pure lei sua madre e poi suonò l'intervallo e tornammo in classe.
Il pomeriggio quindi, ci riunimmo io, Agnese e altri nostri quattro compagni che facevano anche loro il corso e pranzammo insieme al bar con un panino. Poi rangiungemmo in tempo l'aula in cui di lì a poco si sarebbe svolta un'ulteriore lezione di fisica con una professoressa che non era la nostra. La prof non c'era ancora ma c'erano già dei ragazzi del corso che finivano di pranzare. Io e i miei amici entrammo senza neanche un po' di circospezione, come se conoscessimo bene quel posto da sempre. Poi dopo aver sistemato gli zaini vicino a dei banchi, approfittai del momento per andare in bagno con Agnese. In quel momento non stavo pensando a niente, se non che la lezione sarebbe già dovuto essere iniziata, e credevo anche che finalmente avrei fatto un corso di fisica in tranquillità, ma ovviamente non era così. Mentre stavo per varcare la soglia, un ragazzo mi tagliò la strada per raggiungere il cestino nel quale ci gettò qualcosa. Mi stava per pestare un piede, e quindi alzai il capo per vedere chi fosse questa persona con così tanta fretta da non fare nemmeno attenzione a chi stava per investire. E, udite udite, chi mai doveva essere? Si esatto, era Fabio, lo hanno capito anche i muri.
Appena alzai lo sguardo incontrai il suo, che incombeva dall'alto su di me come una presenza magnetica. Eravamo l'uno di fronte all'altra, a pochissimi centimetri di distanza. Ebbene, voi vi immaginate chissà quale finale, un finale da favola...ecco appunto, solo da favola. E invece no, non successe nulla di fiabesco ahah. Lui sollevò la mano d'istinto e la agitò in segno di saluto mentre sorrideva.
Fabio:"Ciao". Io:"Ciao" Risposi senza esitazione e cercando di sembrare più di quanto potessi distesa. Ma il mio imbarazzo si poteva sospettare parecchio dalle vampate che mi erano venute d'improvviso nel giro di qualche secondo. E poi, con il mio rossore alle guance in reazione al suo sorriso, sicuramente lui si sarà levato ogni dubbio. Tutto questo sotto gli occhi attenti di Agnese. Comunque, poi io distolsi lo sguardo per evitare un arresto cardiaco e me ne andai in bagno con la mia amica. Una volta uscita dalla toilette, raggiunsi Agnese che mi aspettava appoggiata al davanzale del bagno e guardava fuori, la ferrovia.
Agnese:"È stato troppo tenero!!" Lo disse con una tale sprovvista che per poco non mi spaventavo. Io:"Perché?" Dissi con il petto ancora in fiamme. A:"Ma come perché? Ti ha guardato così carinamente...!" Io:"Ma cosa dici ahah, mi ha solo salutata". A:"Nono è stato troppo carino. Ti ha anche sorriso! Siete troppo teneri!" Io:"Ma no non è vero dai mi ha salutato e boh" Risposi sorridendo. Io:"Forse ci conviene andare in classe che mi pare che li la prof sia arrivata".
Tutta la lezione la passai a concentrarmi il più possibile, ma era tutto inutile. Io lo percepivo proprio che era in quella classe. E non so perché ma mi sentivo i suoi occhi addosso, cosa che confermarono poi i miei compagni Stefano e Filippo che conoscevano Fabio.
Usciti da scuola facemmo addirittura la strada insieme. Senza parlarci però. Si vede che era già successo abbastanza per quel giorno. Ma tanto con noi c'erano degli amici comuni, e sta volta non si notò particolare imbarazzo.
Anche le altre lezioni andarono più o meno così. E io mi accorsi che forse, finalmente, se dio vuole, anche se magari non volevano dire niente, dei passi li stavamo iniziando a fare.