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Aurora

Era una sera come tante altre, il manto blu cobalto del cielo era già puntellato da numerose stelle solitarie, che luccicavano e brillavano come fossero diamanti. Era metà Dicembre.

I mercati di Natale erano presenti ovunque, in ogni parte della città: Navigli, piazza Duomo, Parco Sempione, Castello Sforzesco, e tutto era straordinariamente addobbato ed illuminato a festa. Non c'era negozio, insegna o strada che non trasmettesse quell'aria da sogno, tipica di quel periodo.

Nell'aria si diffondeva un gradevole odore di caldarroste misto al profumo dei vari dolci tipici natalizi provenienti da ogni regione italiana.

In giro, c'erano moltissime famiglie mentre io e Jonathan passeggiavamo mano nella mano davanti l'ingresso del Castello Sforzesco, condividendo lo stesso zucchero filato che avevamo comprato da un simpatico signore di origini siciliane, presente con il suo caratteristico carrettino nei pressi dell'arco della Pace.

Poi Jonathan mi fece sedere accanto a quell'immensa fontana circolare costruita proprio davanti l'ingresso del castello.

L'acqua zampillava allegramente, illuminata da straordinarie luci colorante, e lui mi guardò intensamente negli occhi continuando a tenermi per mano. Lo zucchero filato l'avevamo già finito, purtroppo.

Il suo respiro che si condensava fra le sue labbra faceva bene intendere quanto anche John stesse morendo dal freddo, ma non c'importava. Era una serata magnifica da non poter trascorrere chiusi in casa, seppur al calduccio davanti ad un fuoco e sotto le coperte.

" Cosa c'è? " gli chiesi curiosa, facendo penzolare i piedi nel vuoto. Ero bassina, quindi urtavo appena il terreno.

" Avrei voluto aspettare la nebbia, sai? Come da tua richiesta. Siamo a Milano, quindi non sarebbe stato difficile attendere un giorno nebbioso, in grado di regalare a questo castello presente alle tue spalle ancor più maestosità nella notte, ma...voglio che tu sappia che sei la mia luce in Terra, Rora. E dove c'è luce non possono esserci le tenebre. Quindi..."

Lì, avevo già capito cosa intendesse dire, dove volesse arrivare. Il mio cuore aveva iniziato ad incespicare, a palpitare in maniera bizzarra e pazzesca, ma era un qualcosa di straordinariamente bello, d'incredibilmente liberatorio, un qualcosa in grado di accendere una fiamma, un fuoco ardente, anzi un intero incendio dentro di me, e i miei occhi iniziarono a pizzicare e a farmi veder ancor più chiaramente tutto ciò che mi stesse circondando. L'adrenalina cancellò ogni traccia di stanchezza.

Quando s'inginocchiò ai miei piedi mi sentii mancare, la sciarpa che avevo intorno al collo...fu come se fosse sul punto di soffocarmi tanto che fui privata d'aria.

Molti passanti si fermarono per ammirare quel gesto di totale romanticismo e arresa all'amore e io...io non sapevo cosa fare.

Non dissi una sola parola, ma dopo qualche secondo mi alzai in piedi...in attesa.

Sei la mia luce - Trilogy of forgiveness Vol. 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora