You are my hope <<

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Aurora

Aveva un piano.

Ed io non aprii bocca. 

Non fiatai minimamente. 

Come sarebbe andato a finire questo piano? A buon fine oppure no? La verità? 

Non importava. 

Non m'importava. Non più. 

Non c'era spazio per le parole, adesso! Bisognava solo agire.

Agire e basta!  

Mi fidavo di lui. Ciecamente. Per me era così naturale farlo. 

Entrambi sapevamo che la nostra vita era nelle sue mani, ora. 

E insieme avremmo anche potuto farcela. Uniti. 

Sempre. 

Questa era la nostra speranza. 

Lui era la mia speranza. 

Eravamo pronti ad affrontare l'impossibile a testa alta, perché non avevamo altra scelta. Non potevamo fare altro.

Quale altra alternativa era a nostra disposizione?

Sapevamo bene che quei criminali non si sarebbero fermati, non avrebbero arrestato la loro corsa, non avrebbero mollato pur di raggiungere il loro obiettivo, pur di ottenere lo scopo che si erano prefissati, quindi noi...non potevamo tirarci indietro o arrenderci, semplicemente. 

Noi non gliela avremmo data vinta. 

NO. 

MAI. 

Se questa era la fine, se quegli uomini avevano davvero intenzione di ammazzarci, allora avremmo lottato fino al nostro ultimo respiro.

Quando Jonathan imboccò l'autostrada capii al volo il perché avesse preso quella decisione. Stavamo andando verso Sud, ci stavamo allontanando da casa nostra. 

Il nostro casale era situato a Nord della città di Milano, quindi stavamo portando quei criminali lontano dalla nostra famiglia, il più possibile. E soprattutto fuori dal centro città dove sarebbe stato davvero impossibile continuare a seminarli.  

" Chi sono? " dissi sforzandomi di mantenere il tono di voce fermo e controllato, nonostante la tensione avesse già raggiunto livelli esorbitanti. 

D'altronde la pacatezza non era il mio forte, di solito.

Intrecciai le mie dita con le sue sul cambio dell'auto e lui inserì la marcia più alta, in risposta. 

In altre circostanze mi sarei messa ad urlare per l'elevata velocità con la quale stavamo viaggiando, la lancetta del contachilometri  non faceva altro che piegarsi sempre di più verso destra raggiungendo la zona rossa, ma in quel momento ero più che d'accordo a mantenere quell'andatura...a manetta. 

E con un groppo in gola, fissavo il piede di John affondare sempre di più nel pedale dell'acceleratore. 

Chiusi gli occhi per un istante iniziando a pregare. 

Poi, il mio pensiero corse ai gemelli...

...avrei mai rivisto i miei figli? 

La berlina scura continuava a seguirci, senza problemi. 

" Sono gli assassini di mio padre e mio nonno. " affermò John con assoluta certezza, senza battere ciglio, mentre continuava a sorpassare qualche camion, autoarticolato ed auto, che procedevano alla nostra destra. 

Sei la mia luce - Trilogy of forgiveness Vol. 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora