I'm here for you \\ ( prima parte )

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Giacomo

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Giacomo

" Dovresti andartene, sai? Qualcuno potrebbe vederci. " cinguettò Lydia con la schiena contro un muro e un sorrisetto furbetto e seducente sulle labbra carnose.

La mia piccola cuoca aveva ben altre intenzioni nel cuore, in realtà. 

Era più che evidente. 

Il vestitino estivo con quei simpatici fiorellini stampati su sfondo bianco,  lungo fino alle ginocchia con tanti vola' e uno scollo a cuore - decisamente interessante - ne era una prova concreta. 

Si era persino truccata, ma le sue guance erano riservate al sottoscritto. Io le avevo fatte arrossire, erano opera mia, e non di cipria o fard o qualsiasi altra cosa le donne potessero mettere in faccia.  

Era uno schianto.

E inarcai un sopracciglio divertito, piazzando le mani ai lati del suo volto: " Ah sì? Dovrei andarmene? Sicura? Vuoi che vaghi solo soletto per le strade di Venezia in piena notte? Potrebbe essere pericoloso, rischioso, non trovi? Potrebbero rapirmi! " le sussurrai a fior di labbra. 

Scoppiò a ridere, contagiandomi all'istante, e scosse la testa. Una cascata di boccoli color rubino le finì sul viso, e feci non poca fatica a sbarazzarmene adagiando ogni ciocca dietro le sue piccole e graziose orecchie. 

Era bella come il sole, ed anche di più.

" Scemo. " mi definì lei prendendomi per mano. Io ero troppo concentrato ad incidere nella mia mente, sul mio cuore e nella mia anima, la forma della sua bocca, dei suoi bellissimi occhi blu e del suo sorriso.

Tutto di lei, insomma. 

Avrei voluto commettere gesti arditi, moooolto arditi, ma riuscii a trattenere i miei forti impulsi. Il nostro primo appuntamento era appena cominciato, e non potevo bruciarne anticipatamente tutte le tappe, no?

Lydia rise, i suoi boccoli molleggiarono. In quel momento, era il ritratto della spensieratezza, e mi piaceva da morire. Perché ero proprio io a farla sentire in questo modo. 

Libera, bella, unica...

Mi guidò verso la cucina del palazzo, a passo svelto, dando un'occhiata di tanto in tanto nei lunghi e larghi corridoi e sulle scale, che conducevano ai piani superiori. 

La cena era stata servita due ore fa, quindi ogni membro della famiglia Christiansen si era ritirato nella propria stanza. Ashton incluso. 

Avevamo il via libera. Libero accesso ad ogni stanza al piano terra.

Il piano della servitù, principalmente.   

Quella sera, il canal Grande era un sogno, non c'era visuale al mondo più ricca e spettacolare di questa per noi. I battelli andavano e venivano, illuminati a festa e colmi di turisti.  Risate di bambini risuonavano per i cunicoli, coppiette passeggiavano, altre trovavano rifugio e ristoro sui ponti che collegavano una sponda all'altra...

Sei la mia luce - Trilogy of forgiveness Vol. 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora