Part of you // ( prima parte )

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Aurora

Era fine Giugno. 

Milano era preda di un caldo asfissiante, quasi africano. 

L'aria circolava a stento e c'era un elevato livello di smog, non pioveva da settimane!

Pur essendo munita di climatizzatore e ventilatori era difficoltoso non sudare, specie quando si aveva a che fare con due birbantelli come Marco Patrick ed Eva Sofia. Loro erano la mia occupazione primaria, in seguito veniva la tesi, la gestione del casolare e l'azienda. Brex non faceva testo, adoravo fare lunghe passeggiate in sua compagnia in un parchetto vicino casa quando ne avevo  la possibilità

Ah, la tesi. Ero riuscita a concluderla, finalmente. 

Mi sarei laureata a Settembre mentre Jonathan...ancora non sapevo cosa avesse intenzione di fare in merito alla sua carriera universitaria. Era bloccato. 

Non era riuscito a dare il suo ultimo esame a causa dei suoi nuovi ed ovvi impegni e con la stesura della sua tesi non era andato oltre il quarto capitolo, quindi... 

Erano trascorsi già due mesi. 

Due lunghissimi mesi in cui non mi ero smarrita nei suoi occhi verdi.
Due mesi che non baciavo, assaporavo, plasmavo le sue labbra, che non l'amavo, che non percepivo la sua pelle a contatto con la mia, il suo corpo sul mio. 

Due mesi che non respiravo il suo fresco e frizzante profumo, in grado di portarmi in paradiso.

Due mesi che non ascoltavo il battito del suo cuore tenendo premuta una guancia sul suo petto, due mesi in cui lui non mi accarezzava i capelli, due mesi in cui dormivo da sola nel nostro letto. 

Il casolare era così vuoto senza di lui. 

Persino Brex, il nostro bel pastore tedesco, percepiva l'assenza del suo padrone. Scondinzolava ogni giorno davanti al garage alla ricerca di John, ma lui non tornava mai!

Sì, due mesi.  

Erano più di quanto avessi mai immaginato. 

I gemelli avevano appena compiuto undici mesi senza il loro papà e avevano iniziato a gattonare a meraviglia, era pur sempre una tappa importante, da segnare. Da condividere. 

Skype non aiutava.  

Vedere John attraverso uno schermo non era la stessa cosa che averlo accanto. 

Averlo qui, con me, sarebbe stato diverso.  Il suono della sua voce non era come ricordavo, i mezzi tecnologici erano in grado di modificarla e...mi mancava, da morire. 

Stavo rischiando d'impazzire senza di lui. Tutto mi sembrava così ridicolo ed assurdo. 

Jessica, Vittorio, Federico, Rossana mi tenevano compagnia quando potevano, così come Felicity e Carlotta, che ogni tanto venivano a trovarmi qui, al casolare. 

Ma nonostante colleghi universitari e le mie ex coinquiline non mi lasciassero mai da sola, non c'era nulla che riuscisse a rendermi contenta quanto una sua chiamata o un suo messaggio.  

E poi c'era la famiglia...totalmente impegnata ad impedire che la nostra azienda naufragasse portandoci con sé a baciare gli abissi. 

Io ero già alla deriva...sì, l'ero già. E nessuno se ne stava rendendo conto, sopratutto l'uomo che amavo e che continuava a non mantenere le sue promesse!

Recuperai il telefono, fissai il display e m'imbattei in uno dei nostri selfie più belli, memorabili. Eravamo al castello Sforzesco, la notte in cui mi chiese di sposarlo. John mi abbracciava da dietro, le nostre dita erano intrecciate sul mio grembo, e lui stava respirando ad occhi chiusi fra i miei capelli sciolti mentre io sorridevo e scattavo la foto con il suo iPhone. 

Sei la mia luce - Trilogy of forgiveness Vol. 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora