10. Tu la ami?

10.4K 331 295
                                        

Cari lettori, so di essere piuttosto irritante e quant'altro, ma vi prego di lasciare una stellina sul capitolo. Le letture aumentano di giorno in giorno eppure nessuno si prende la briga di votare, ne vale la pena continuare? Dipende da voi.
Buona lettura.

❌❌❌

Deglutii l'ultimo boccone del mio quarto biscotto al cioccolato; avrei dovuto darci un taglio nonostante fossi tentata nel prenderne un altro e sgranocchiarlo sotto lo sguardo divertito di Caren. Li aveva preparati con le sue mani, accuratamente ed amorevolmente.

"Sono squisiti" ammisi.

"Ti piacciono? Sono i preferiti di Adele" disse, afferrando i biscotti uno alla volta per portarli dalla teglia al barattolo di coccio.

La mia amica era purtroppo stata costretta a starsene a letto tutto il pomeriggio per via della febbre alta. La mattina l'avevamo trascorsa di fronte alla tv facendo quello che ci riusciva meglio: poltrire. Quando invece avremmo dovuto concentrarci sui libri di matematica per la verifica, ha riscontrato un forte mal di testa, successivamente si è scoperto che fosse febbre. Sarei voluta tornare a casa per non recare ulteriore disturbo, eppure Caren mi aveva gentilmente chiesto di aiutarla con i biscotti visto e considerato che normalmente le dava una mano Adele. Avevo accettato, capendo che la sua era più che altro una forma di scusa per il fatto che le cose non fossero andate come speravamo che andassero. Si era gentilmente presa la briga di farmi rimanere, mentre di canto mio non riuscivo neanche minimamente a guardarla negli occhi.

Sapevo che i rimorsi mi avrebbero divorata, ma non pensavo potesse essere tanto doloroso. D'altronde, sarebbe potuta andare diversamente? Ovvio che no. Avevo baciato il suo uomo, mi ero mostrata nuda di fronte a suo marito volontariamente e cosa peggiore...mi era piaciuto. Troppo.

Quando mi era possibile abbassavo lo sguardo senza dare troppo nell'occhio, anche perché guardarla in volto mi faceva sentire uno schifo minuto dopo minuto. In quel momento capii perché Justin aveva esitato: lui aveva troppo da perdere, io nulla. Una famiglia, una moglie e una figlia. Ne avrei parlato con lui, mi sarei scusata definitivamente e avrei cercato di dimenticare ogni accaduto. Avevo adorato ogni singolo bacio, ma era evidente che stare anche solo uno fra le braccia dell'altro avrebbe fatto soffrire troppe persone.

Quel giorno non avevo avuto occasione di vederlo molto, giusto durante la colazione. Ci eravamo scambiati troppe occhiate sotto gli sguardi disattenti di Caren e Adele a tavola, mentre sorseggiava il suo caffè amaro e io bevevo del latte caldo.

Poi si era recato a lavoro, non rincasando per ora di pranzo. Era stato meglio così in un certo senso, ma negare a me stessa che un po' mi era mancato sarebbe stato inutile. Era successo tutto così in fretta: la conoscenza, i baci, il momento intenso vissuto la sera precedente. Come poteva un uomo come lui assecondare una ragazza come me? Più guardavo Caren e più mi sentivo in colpa. Mi sentivo sporca, un peso, una persona di troppo. Più cercavo di non pensarci e più le immagini delle sue mani sul mio corpo nudo diventavano più nitide nella mia mente.
Troppi sentimenti contrastati per chi come me, è abituato a sapere con certezza tutto.
Da una parte la voglia matta di continuare a provare emozioni uniche insieme a Justin, dall'altra la paura di rovinare la vita a delle persone meravigliose.

Sentii di colpo la porta principale sbattere, il che mi fece sobbalzare. Justin attraversò frettolosamente il corridoio e si inoltrò in cucina, bloccandosi non appena si rese conto che ero ancora in casa sua, nella sua cucina, vicino a sua moglie. Non volevo pensasse che fossi ossessionata, una ragazzina pazzamente innamorata del padre della sua migliore amica perché non lo ero, su questo ne ero certa. Non ero innamorata né ossessionata; sentivo di stare bene in sua presenza, di trovarmi a mio agio, tutto qui.

The Feeling Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora