26. Delusioni

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L y d i

Chiusi l'armadietto, sbuffando. Poggiai la fronte sul gelido metallo socchiudendo gli occhi, immersa nei pensieri. Prima che io potessi dirigermi verso l'aula di scienze, qualcuno poggiò le sue mani davanti ai miei occhi. Mi bloccai.

"Indovina chi è?" domandò una voce calda e maschile. Io sorrisi d'istinto.

"Non saprei...forse Brad Pitt?"

Le mani davanti ai miei occhi scomparvero: mi sentii afferrare per i fianchi e poco dopo mi ritrovai davanti Max con un'espressone delusa.

"No, di meglio" rispose. Io roteai gli occhi al cielo. Sempre troppo sicuro di sé.

Si chinò e mi lasciò un bacio casto sulla guancia destra, facendomi arricciare il naso. "Buon compleanno" sussurrò nel mio orecchio successivamente. Abbassai lo sguardo sulle sue mani e sgranai gli occhi: stringeva tra di esse un pacco interamente rosso.

"Non dovevi, Max!" esclami portando le mani davanti al volto, arrossendo. 

"Non dire sciocchezze, è il tuo diciottesimo compleanno. Questo è il minimo" sporse il regalo verso di me e io lo afferrai delicatamente, ringraziandolo con un sorriso a trentadue denti. Mi alzai in punta di piedi e poggiai le mie labbra sulla sua guancia.

Scartai il regalo di fronte al suo sguardo eccitato: era un libro. Un romanzo rosa per l'esattezza. Sospirai e mi buttai fra le sue braccia. 

"È meraviglioso. Grazie mille" bisbigliai stringendomi a lui. Lui avvolse le sue braccia suoi miei fianchi. 

"E non è tutto" mi fece l'occhiolino quando mi staccai. Inarcai le sopracciglia, cercando di capire cosa avesse in serbo per me. 

La campanella suonò prima che io potessi ribattere. Purtroppo avremmo dovuto separarci. Abbassai lo sguardo e lui mi accarezzò una guancia.

"Hai provato a parlarci?" mi chiese. Io scossi il capo. 

"Sono tre settimane che non ci rivolgiamo la parola" ammisi con un magone in gola. 

Ovviamente mi stavo riferendo ad Adele. Non parlavamo da tre lunghe settimane, nessuna delle due aveva più cercato l'altra. Non potevo biasimarla. Nonostante frequentassimo gran parte dei corsi scolastici insieme, avevamo diviso i nostri banchi e lei si era andata a sedere davanti a tutto, lasciando me all'ultimo banco da sola. Di lei non sapevo un granché: girava voce che la sua relazione con Jordan fosse finita prima ancora di cominciare. Sapevo per certo che ci teneva, mi era dispiaciuto quando Max mi aveva rivelato che Jordan aveva deciso di troncare tutto senza darle neanche una possibilità. 

"Forse è ancora troppo presto. Magari tra qualche mese le cose si sistemeranno" cercò di consolarmi Max.

"Quando saremo entrambe al college? Non credo..." lasciai in sospeso la frase, percependo gli occhi lucidi. Non volevo piangere anche a scuola.

Non potevo pretendere che lei capisse, sarebbe stato impossibile. Justin non lo vedevo da tre settimane. Non avevo avuto più notizie di lui da quel fatidico giorno a casa mia. Avevo perso sia Adele che l'uomo che amavo. Sapevo che non sarebbe stato facile: mi mancava la mia migliore amica. Avrei dovuto prendermi le mie responsabilità ma non ce la facevo ad incolparmi: non avevo deciso io di innamorarmi di suo padre. Era successo. Nessuno decide di amare qualcuno. Era stato destino. 

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