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Nick esce di casa, così decido di fare un giro. È una casa molto bella: quattro stanze, due bagni e una cucina. Sento che manca una presenza femminile in questa casa.
Dietro un angolo, sopra, ci sono altri gradini. Li percorro e mi portano ad una porticina, chiusa a chiave. Un pensiero mi sfiora la mente. Io questo Nick non lo conosco così bene da rimanere sola a casa sua. Io non lo conosco per niente. So solo il suo nome. Scendo in fretta le scale, apro il portone e mi ritrovo Nick, di fronte, che mi fissa.
-"Dove vai?" mi chiede.
-"Hai già finito di risolvere la tua 'questione personale'?" chiedo, con un filo di voce.
-"Ehm... Si, si." risponde, frettolosamente.
-"Vuoi qualcosa da mangiare?" mi chiede, cambiando discorso.
E si, ho fame. Così accetto la barretta di cioccolato che mi offre.
-"Chi è stato a prendermi nel bosco?" mi decido a chiedergli.
-"Non lo so." afferma in modo freddo e distaccato.
Esce di nuovo senza dire niente.
Vado fuori e inizio a correre in direzione opposta, attraverso il bosco, a questa casa. Ho una strana sensazione.

Sento un clacson e mi giro per vedere chi è. La luce dei fari non mi permette di mettere a fuoco la persona che mi sta venendo incontro.

-"Kristen?"
-"Dimmi, Nick."
-"Perché stai correndo?"
-"Voglio tornare a casa mia."
-"Sali in macchina, ti accompagno."
-"Preferisco andare a piedi, grazie."
-"Okay, parcheggio la macchina e andiamo insieme."

Il ragazzo che prima mi rispondeva in modo distaccato, adesso, mi trasmetteva tanta sicurezza.

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