Lettera.

34

Noi donne, o meglio per me, ragazze, abbiamo un istinto.
Molte di noi, non ne sanno niente di ciò; altre ancora, pensano che questo istinto sia qualcosa di falso e illusorio e che nulla di ciò sia vero.
E poi ci sono io.
Non solo il mio istinto mi diceva che ci fosse qualcosa di sbagliato, ma anche diversi segni che mi si prestavano davanti lo affermavano.
Io, ho deciso, come una stupida qual sono, di ignorarli.
Di ignorare tutto.
Perché, quando c'è l'amore di mezzo, nulla ti importa.
Non ti importa se i tuoi amici, o chiunque ti stia vicino, ti avverte di stare lontana da una persona.
Quando si è innamorati, non importano i segreti che l'altro nasconde. Almeno, all'inzio, non ti importa.
Dovevo capire che mia madre aveva bisogno di aiuto, che Nick non è Nick in parte, che Bridget...
Bridget?!
Lei mi aveva detto di stare lontana dal gioco.
Cosa intendeva con questa frase?

Mi volto verso il gemello di Nick e lui mi ricambia lo sguardo.
-"Qualcosa non va?" mi chiede.
-"C-come ti chiami?"
-"A questo punto credo che non valga più la pena nascondertelo. Mi chiamo Ian, piacere."
-"Piacere? Mi prendi in giro, per caso?"
-"No, era solo per formalità." mi dice, sorridendo.
-"Posso farti un'alta domanda?"
-"Oh-oh signorina. Ci siamo riprese? Dipende dal tipo di domanda."
-"Okay, io ti domanderò una cosa. Spero che tu possa rispondermi sinceramente."
-"Altrimenti?"
-"Altrimenti, per adesso, tralascio la cosa. Sia perché sono stanca, sia perché temo quello che potresti rivelarmi, in caso tu ne sapessi qualcosa."
-"Va bene, avanti allora. Cosa vuoi chiedermi?"
-"Conosci Bridget?"
-"Beh, credo che tu debba riposare."
-"Si o no? Per adesso, mi basta solo questo."
-"Si. Più o meno. Conosco sua mamma."
-"Sua mamma?"
-"Si, sua mamma."
-"Perché?"
-"Vedi, già ho risposto a due domande. Il prossimo round di domande lo faremo più tardi, okay?"
*sbadiglio*
-"Va.. Va bene."
L'uomo con la maschera deve avermi dato qualche sonnifero e non riesco a stare sveglia per molto, così mi addormento.