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-"Nick, vorrei dirti una cosa."
-"Dimmi"
*suona la campanella*
-"Ne parliamo a pranzo."
-"Va bene."

Non so se dirgli cosa penso, cosa provo.
Lui, è apparso nella mia vita, quando mia mamma mi ha abbandonata.
A momenti mi chiama Kri e in altri "ragazzina", come se non conoscesse il mio nome.
Si vergogna a guardarmi e, in altri momenti, riesce a farmi perdere il controllo di me stessa.
Si preoccupa della mia incolumità e se ne frega se non so guidare.
Si ricorda che mi piace la granella di nocciole e si dimentica che mi piace il caffè con lo zucchero.
Vorrei parlargliene, ma più ci penso, più credo che non sia una buona idea.
Finita la lezione, esco e mi ritrovo Nick, con tanto di occhiaie, che mi prende da un braccio e mi strattona verso l'aula vuota accanto ai bagni.

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