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"A mano a mano mi perdi e ti perdo, e quello che è stato ci sembra più assurdo di quando la notte eri sempre più vera e non come adesso, nei sabato sera.,,

Fede era corso via lasciandomi sola. Mi alzai dal letto asciugandomi con un gesto meccanico le guance. Presi in mano la prima cosa che mi capitò: un libro abbastanza pesante. Non sentivo più rumori di là.
E fossero stati i ladri?
I rivali di Benjamin?
Avevano bloccato Fede?
E se avessero voluto fargli del male?
"Non pensarci, vai e basta." Mi dissi mentalmente. Se Fede aveva bisogno di me dovevo raggiungerlo.
Mi mossi cercando di fare meno rumore possibile, e attraversai il corridoio in fretta. Sporsi la testa per vedere chi ci fosse in soggiorno, e sentì il cuore fare un salto nel petto per arrivarmi in gola. Ma non era quello che mi aspettavo. Non c'era Fede a terra svenuto o bloccato da uomini vestiti di nero come mi aspettavo (dovevo cominciare a leggere meno gialli).
Stava solo abbracciando qualcuno.
Emersi dall'oscurità, e Fede si voltò verso di me. In questo modo riuscii a vedere in viso la persona che stava tenendo tra le braccia.
Non poteva essere.
Come poteva essere lì?
Portai una mano alla bocca prima di non riuscire a restare ferma, e in un paio di falcate raggiunsi le sue braccia.
Sentii la sua risata. -La prima cosa che dobbiamo fare insieme ora è mangiare un panino però.-
È ufficiale: solo lei poteva dire cose del genere appena ritrovata con la sua migliore amica.
-Martina non hai idea di quanto mi sia mancata!- La abbracciai, sicura di avere un punto di riferimento nel buio totale in cui mi ritrovavo.
Sentii Fede che si schiariva la gola. -Scusate, ci sarei anch'io...- Disse con voce da finto cucciolo.
-Ah, vieni qui.- Si abbracciarono un'altra volta, e poi ci sedemmo tutti e tre, vicini.
-Speravo di trovare anche Benjamin, ma...- Lasciò sfumare la frase.
-Ehm... Mi sono dimenticata una cosa di là. Torno subito.- Mi alzai e senza aspettare risposte mi rinchiusi in camera.

Detestavo quando non sapevo fare altro che scappare. Andarsene era sempre più semplice che rimanere, ma non sempre era la scelta giusta. Per esempio ora. Avrei dovuto essere lì con la mia migliore amica, e non pensare sempre a nascondermi per piangere. Mi sembrava di non essere capace di fare altro. Ero consapevole del fatto che non avrei potuto far  così per sempre. Se anche Benjamin non fosse riuscito a svegliarsi, ognuno sarebbe andato avanti. Certo con milioni di difficoltà, con una parte importante in meno, ma sarebbero comunque andati avanti. Io invece no. Sarei rimasta bloccata sempre  al punto di partenza, tentando continuamente di rimettere a posto i cocci di qualcosa che non c'era più. Sono sempre stata il tipo che passa per menefreghista solo per il fatto che taglio i rapporti con le persone e le cose che non mi piacciono, ma che se a una cosa ci tiene, resta fino all'ultimo e anche dopo. Tutti dimenticavano, io no. Non sapevo dimenticare e faceva un male tremendo. Perché chi non si scorda di nulla sente il doppio, ci pensa due volte prima di fare un errore o una scelta banale, prima di dire cose che potrebbero ferire una persona, perché lo sapevo quanto diamine facevano male le parole. E per questo non parlavo mai. Ne persi la voglia quando scoprii che le parole sono peggio delle spade. Ed io non ero brava ad usarle.

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capitolo random, va be'

vi sta piacendo la storia?
  vi piacerebbe fare un ask ai personaggi? (della serie: voi fate una domanda a benjamin: ti piace di più pizza o il budino? e lui ovviamente risponderà budino, che domande) e se volete, anche a me
   love u soo much :)
    C.

without you / benjamin mascoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora