"Well you see her when you fall asleep
But never to touch and never to keep
Cos you loved her too much and you dived too deep.,,Ben.
Sistemai meglio le cuffie a Fede. Era una delle cose che non avrebbe mai imparato a fare.
Da dietro alle quinte di sentivano migliaia di voci che parlavano tutte insieme ed il suono di qualche canzone trasmesso dagli sterei mescolati insieme.
C'erano cinquemila persone, là fuori.
Ed io avevo paura di deluderle tutte.
Mi sentivo debole, e sapevo che non era dovuto solo al fatto di non dormire da diversi giorni.
Era Soph quella che mi aveva sempre dato forza, che mi aveva permesso di non crollare per tante volte o, se era successo, di rialzarmi.
Stringerla tra le braccia mancava al mio cuore quanto l'estate durante l'inverno.
Certe volte mi dimenticavo di tutto quello che era successo. Mi voltavo, certo di trovare quel sorriso che mi aveva salvato tante volte. Ma non trovavo nessuno. Ed era lì che, al posto di abbracciare lei, non abbracciavo nessuno. Potevo solo fissare il luogo in cui mi ero perso.
Perché potevo sapere dove mi trovavo.Potevo sapere in che città, quartiere, via mi trovavo. Il fatto è che se non c'era lei io sarei stato perso ovunque.
-Ben.- Mi chiamò Fede. Mi voltai dopo qualche secondo, e la chitarra che toccava il mio addome, andò a sbattere contro di lui.
Mi tirò un leggero schiaffo sulla guancia. -Amico, svegliati. Non puoi più andare avanti così.-
Abbassai lo sguardo, ma lui mi scrollò per le spalle. -No. Ora mi ascolti. È un mese che parliamo d'altro, ma ora basta. Tu che cosa vuoi fare? Vuoi continuare a vivere così? A restare sveglio solo per merito di un litro di caffè? Benjamin, ti manca Sophia. Se ne sono accorti tutti. Sei solo tu che, dannato testardo cocciuto, ti ostini a non tornare da lei. E perché?-
-Sono un pericolo per lei! Guardala, è finita in ospedale per colpa mia! E anche tu.- Lo interruppi a voce alta.
Mi spinse leggermente. -Che cosa stai dicendo? Ti rendi conto che se tu non fossi corso contro Ryan mi avrebbe sparato dritto al cuore? Sarei in una dannata tomba se tu non ti fossi messo davanti a me, e non te ne rendi conto.
Non sei un pericolo per lei, diamine, si vede lontano un chilometro che siete punto per punto, difetto per difetto, parola per parola quello di cui entrambi avete bisogno.-
Con un gesto fulmineo, prese la fascia che assicurava la chitarra in una posizione ferma e me la tolse di dosso.
-Aspetta, fermo... Che fai?-
-Non m'importa di quello che potresti dire a me. Manca un'ora e mezza al concerto. Sophia è tornata due giorni fa, è qui a Modena. Ora tu esci da questo fottuto palazzetto e la vai a riprendere.-
-Non mi vorrà nemmeno più rivedere...-
-Non fare il bambino di cinque anni, Benjamin Mascolo.-
-Grazie Fede...- Mormorai.
Lui sbuffò. -Ora basta. Lo so che sono un genio, ma hai qualcosa da fare. E sbrigati; vorrei avere il mio migliore amico sul palco con me stasera.- Accennò un sorriso, come feci io.
E poi corsi via.
Senza dare peso a tutte le persone che dietro alle quinte urlavano il mio nome per richiamarmi lì. C'era un concerto da fare, ma prima dovevo portare a termine una cosa più importante. Sfuggii agli uomini della sicurezza e passai accanto alle file di persone che aspettavano di entrare nel pslazzetto. Non sentii le loro urla. Né il dolore quando mi inciampai e caddi.
Né, quasi, quando andai a sbattere contro una ragazza.
Vidi dei capelli biondi, e immediatamente arretrai di un passo. -M... Martina?-
Lei accennò un sorrisetto. -Ciao, Benjamin.-
Il fiatone cominciò a farsi sentire. -Senti... Sai do... Dov'è Sophia?- Chiesi con la voce spezzata dal respiro affannoso.
Il suo sorriso si ampliò. -Non dirmi che hai corso dal palazzetto fino a qui!-
-Sì, perché?- Chiesi tentando di calmare i miei polmoni.
-Sono due chilometri e mezzo, lo sai?-
Alzai le spalle, anche se cominciavo a sentirli sulle gambe, quei due chilometri e mezzo.
-Dovrei fare anche di più. Se è per lei, tutto ne vale la pena.-
Sorrise ancora. -Non so nemmeno se l'hai notato, ma siamo sotto casa sua. Stava scendendo. Sai, sarebbe venuta al concerto.-
-Co... Senza dirmelo?- Chiesi, sorpreso.
Lei alzò le spalle. -È fatta così. Sarebbe stata disposta anche ad amarti in silenzio in questo modo per quanto tu conti per lei.-
Sentii lo scatto della porta.
-Vado più in là, vi lascio soli. Sai cosa fare.-
Ma non la stavo già più ascoltando.
La figura esile di Sophia era appena sgusciata fuori dalla porta.
Sussultai per come la trovai ancora più bella.
Camminava a testa bassa, non aveva ancora alzato lo sguardo nemmeno una volta, nemmeno un secondo, ma ero riuscito ugualmente a vedere i suoi occhi.
Sembrava che avesse rubato un po' di grigio delle nuvole di Londra; i suoi occhi erano più scuri.
In un gesto che ormai avevo imparato a memorizzare, si spostò una lunga ciocca di capelli biondi dietro all'orecchio, ma sapevo che dopo qualche secondo sarebbe tornata al suo posto. Ed è quello che successe.
Indossava dei semplici shorts di jeans ed una maglietta con qualche scritta nera.
Vidi una scritta sul suo braccio. Mi chiesi se si cose fatta un tatuaggio, ma a mano a mano che si avvicinava, sempre senza vedermi, notavo che era solo una scritta a pennarello, per come poco sbiadita era.
Volevo correre per coprire la poca distanza che c'era tra di noi, stringerla in quell'abbraccio fino a farci male ma che ci avrebbe aggiustato entrambi, chiederle scusa, scusa per tutto, scusa per amarla così tanto, così forte che a volte perdevo la testa.
Ma continuai a rimanere fermo al mio posto, aspettando che si accorgesse di me, osservando quei suoi movimenti all'apparenza abituali, inutili, ma che mi erano mancati tanto quanto il sonno da quando l'avevo lasciata andare.
Stava arrotolando velocemente le cuffie attorno a due dita, e quando si rese conto di chi aveva davanti, caddero in terra.
Aveva gli occhi spalancati, quella ciocca di capelli ribelle che non si levava dal suo viso. Incapace di trattenermi, allungai una mano e la misi a posto.
Mi sforzai di respirare normalmente, nonostante nella sua semplicità fosse così bella da bloccare il mio respiro.
-Benjamin...- Dio, quanto mi era mancata la sua voce.
C'erano solo pochi centimetri tra le mie labbra e le sue, e ancora meno dal mio cuore al suo.
Il suo petto toccava il mio, e potevo sentire il battito del suo cuore contro il mio, che con il loro intreccio creavano una musica troppo bella perché qualcuno riuscisse a ricrearla.
Sorrisi. Senza un motivo.
Lei si sforzò di non farlo.
L'aveva visto, l'amore nei miei occhi che non riuscivo più nemmeno a contenere?
Io l'avevo visto, nei suoi.
L'avevo visto che mi amava ancora.
Senza accorgermene allungai una mano verso la sua per stringerla come non facevo da troppo tempo.
-Ehi, piccolina.- Mormorai.
Lei non riuscì a trattenerlo, stavolta, il suo sorriso.
-Ti amo.-
-Quanto puoi essere idiota?- Chiese senza smettere di sorridere.
-Ti ama, quest'idiota.- Sussurrai sulle sue labbra.
Per poi rubarle un bacio. Quello che aspettava lei è che aspettavo io.
E solo in quel momento, sotto al cielo tinto del tramonto, per la prima volta nella mia vita, trovai la tranquillità che non avevo mai provato./
:D
PERÒ potrebbe esserci un epilogo e nei ringraziamenti una sorpresa, solo se siete in un po' a volerlo lo faccio :)
love u,
C.
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without you / benjamin mascolo
Fiksi Penggemar"Non ci sarà un giorno in cui smetterai di mancarmi, perché non ho mai più amato nessuno come ho fatto con te, e un amore così, che ti sconvolge in quel modo, non si dimentica." sequel di secret/benjamin mascolo started on 14.11.2016 ended on...