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Sophia. 

-Certo che il vostro primo incontro è stato proprio strano, ma quanto siete carini insieme?- Disse Vicky con gli occhi a forma di cuore. 

Mi limitai a sorridere leggermente per poi rifugiare gli occhi sul libro che stavo leggendo. Era "Ricordati di guardare la luna" di Nicholas Sparks, che avevo rubato dalla piccola libreria di Vicky.

-Scusate ragazze, non vorrei interrompere i vostri discorsi, ma vi ricordo che tra due giorni dovremo partire, e nelle vostre valigie ci sono solo due paia di calzini.- Disse Liam.

Vicky alzò gli occhi al cielo sventolando una mano per far asciugare lo smalto:-Quanto sei pesante Liam..- Scoppiammo tutti e tre a ridere.

-Pausa?- Proposi io.

-Ma se voi due non avete fatto nulla per tutto il tempo!- Esclamò il biondo alzando la testa dalla sua enorme valigia già piena di vestiti. 

-Dettagli! Una pausa fa sempre bene.- Disse giustamente Vicky alzandosi dal divanetto della camera di Liam. 

Raccontandoci le solite cose prive di senso, raggiungemmo uno dei chioschi del campus per comprare un gelato. Ormai era quasi estate, e il caldo si faceva sentire. Mentre ero in fila, sentii la gamba vibrare, fino a che non capii che era il mio telefono a farlo. Lo estrassi dalla tasca e vidi che era Fede. Di sicuro era una di quelle sue chiamate prive di senso. Capitava spesso che mi chiamasse senza motivo, solo per darmi un po' di fastidio o per raccontarmi che per strada aveva visto un gatto di due colori totalmente differenti tra di loro e per espormi le sue teorie scientifiche(sicuramente inventate) sul colore del pelo dei gatti.

Rifiutai la chiamata: lo avrei richiamato io dopo. 

Presi i tre gelati e li portai al tavolo che Vicky e Liam stavano tenendo occupato. 

-Credo che mi mancherà il prof di chimica.- Disse Vicky.

-Ti mancherà il modo che ha di rinchiudersi in un cubo immaginario quando deve rappresentare un metro cubo?- Chiese Liam ridacchiando. 

Lei gli tirò una leggera spallata. -No, mi mancherà il fatto che mi lasciava uscire dalla classe per "andare in bagno".- Rise.

Con la coda dell'occhio, scorsi di nuovo il nome di Fede sul display del mio cellulare. Rifiutai un'altra volta. E poi una terza volta. Una quarta, una quinta, una sesta, e lui continuava a richiamare. 

Allora, ad un certo punto, accettai furiosamente la chiamata. -Si può sapere che cosa diamine vuoi?!- Chiesi ad alta voce, tanto che alcune persone si girarono verso di me. 

-Sophia..- La rabbia si dissolse. La sua voce era talmente flebile che quasi non lo sentii. 

-Ehi.. Rico non avevo idea che stessi male, che è successo?- Vicky e Liam mi guardavano con aria interrogativa, ma per quanto volessi loro bene, mi alzai per andare in un posto senza persone. Sentivo che Federico doveva dirmi qualcosa di importante. E di brutto.

-Senti Sophia.. Non perdere la calma, okay? Ti prego, te lo chiedo per favore. Non andare in panico.- 

Lentamente, i miei muscoli cominciarono ad irrigidirsi. -Di cosa stai parlando?-

-E' successa una cosa..- 

-Riguarda te? O Benjamin? Federico, dannazione, parla.- Dissi mentre immaginavo già le cose peggiori che potessero essere successe. 

Benjamin stava male?

Aveva perso la causa?

Era stato internato?

Il duo era stato spezzato?

Era tutto uno scherzo?

In tal caso, Fede se la sarebbe vista brutta, eppure avrei preferito che fosse così. 

-L'auto su cui era Benjamin è stata coinvolta in un incidente.- 

Cominciai a sentire freddo nonostante il sole e a vedere sfocato. Appoggiai la schiena al muro e mi sforzai di respirare in modo normale, senza riuscirci.

-Come.. Come sta?- Chiesi tentando di non far risultare così visibile il fatto che stessi piangendo. 

-E' questo il punto. Benjamin è in coma.- 

Qualcosa mi si scaraventò addosso con troppa forza, sbattendomi a terra e facendo svanire tutto quanto. Improvvisamente tutto crollò, tutto intorno a me sbiadì. Non riuscivo a muovermi. Nella mia testa le parole di Fede si ripetevano senza fermarsi e mi facevano un male terribile. Nel casino ce era ora la mia testa riuscivo solo a pensare "no". Non poteva essere vero. Non dopo tutto quello che avevamo passato e che ci eravamo promessi. Non poteva capitare a noi, o perlomeno non a lui. Provai ad immaginarlo su un letto d'ospedale, ma non riuscii perchè scoppiai di nuovo in lacrime. 

Era successo un'altra volta. 

Non c'era.

Stavolta non per colpa dell'orgoglio, delle parole non dette o di qualche inutile litigio. 

Non c'era e non c'era niente che io potessi fare per farlo ritornare. 

Era come se un coltello si fosse piantato nella mia pancia e non avesse intenzione di togliersi. 

Ormai avrei dovuto esserci abituata a tutti quei tagli, ai momenti che mi rovinavano tutto in meno di un secondo, ma no. Io non mi sarei mai abituata a ritrovarmi di colpo senza di lui. 

Tirai un pugno al muro, ed il dolore mi saettò tra le dita.

Mi sentii inchiodata a terra con le mani sul viso, troppo impaurita di trovarmi a fare i conti con la realtà per toglierle dagli occhi. 

Ma in fondo, la realtà non mi stava già prendendo a pugni e schiaffi in faccia? 

Benjamin non c'era. 

Ed io non potevo fare niente. 

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amatemi, ho fatto prestissimo ad aggiornare. 

oggi ben e fede sono vicinissimi al mio paese sperduto a fare l'instore, ed io sono qui a scrivere. è una sensazione strana.

www.amoshawnmendes.grazie.prego.ciao.it

devo trovare il modo di capire quali sono le canzoni scritte da ben in 0+.

commentate pls, love u

c.

without you / benjamin mascoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora