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"L'ultima notte al mondo la passerei con te.,,

Sophia.

Non riuscivo ad addormentarmi.
Ogni volta che un medico passava nella stanza fingevo di dormire, ma come se ne andava, spalancavo gli occhi e riprendevo a fissare il soffitto.
Potevo immaginare che Sierra e Martina fossero ancora all'interno dell'ospedale. E anche Fede.
Un dottore mi aveva riferito che, almeno fino al giorno seguente, non sarebbe potuto entrare nessuno nella stanza. Nemmeno loro.
Non avevo avuto più notizie di Benjamin.
Che se fosse stato per me, mi sarei tolta quell'ago dal braccio che faceva più male ad ogni minuto che passava, e sarei andata da lui.
Seppur lentamente, stavo riprendendo forze. Sentivo di poter camminare.
Ma sarebbe davvero servito a qualcosa raggiungere Ben, se non sapevo nemmeno in che situazione era?
Poteva essere lì, vivo e sorridente, esattamente come poteva essere ancora più bianco di come l'avevo visto io dopo l'incidente e tenuto in vita solo da una macchina, o poteva già non esserci più.
Ogni volta che pensavo a tutte queste ipotesi, dovevo frenare le lacrime e tentare di calmarmi per tenere sotto controllo il mio battito cardiaco. Tenevano d'occhio anche quello.
Non ero pronta a saperlo. Se non c'era più, intendo.
Attenta a non fare rumore, portai indietro la testa per cacciare le lacrime.
Era una sensazione spaventosamente familiare, quella di perderlo.
E se fosse successo davvero?
Che ultimo ricordo mi sarebbe rimasto di lui?
Che l'avevo a malapena baciato prima che ci separassimo. Che lo avevo appena abbracciato.
Mi sforzai di ricordare le ultime parole che ci eravamo detti.
-Mi dispiace che tu debba passare queste cose anche per colpa mia...- Aveva detto ad occhi bassi.
Con due dita, avevo alzato il suo mento per far sì che mi guardasse dritto in viso. -Tu mi fai vivere, Ben. E non devi scusarti di questo.-
-Resta nascosta, piccola. Promettimelo. Che chiunque uscirà dalla macchina che fra poco arriverà, tu resterai nascosta.-
Avevo esitato. Lo sapevamo entrambi che non potevo garantirlo. -A meno che non sia necessario.- Avevo accordato.
-No...-
-BEN! Non vorrei essere solo quando il tizio arriverà. Però posso sempre raccontargli qualcosa mentre tu non ci sei; che ne dici, vanno bene le barzellette che ci raccontavamo in terza media?- Aveva gridato Fede.
-Vado. E ti prego. Ascolta quello che ho detto. L'ultima cosa che voglio è che ti succeda qualcosa di male.- Aveva mormorato.
-Ti amo.-
-Ti amo.-
E se n'era andato, dopo lo spazio di un bacio breve e quasi rubato.
Ma se non me l'avesse rubato con quel modo tutto suo, ora non avrei avuto ancora sulle mie labbra il sapore delle sue.

Non so a che ora lo decisi, fatto sta che trovai il coraggio di mettermi in piedi, prendere il piccolo palo al quale era ancorata la flebo e camminare, piano, fino alla porta.
Fuori potevano esserci Sierra o Martina.
E infatti, finalmente sorrisi quando vidi le due gemelle addormentate l'una accanto all'altra, la testa di Martina sulla spalla di Sierra.
Un medico era appena passato a controllare che dormissi. Tornavano ogni mezz'ora, più o meno. Ciò significava che il corridoio era libero, non mi avrebbe vista nessuno.
Controllai.
Nessuno.
Senza ripensarci, raggiunsi le due e cominciai a scuotere una spalla di Martina.
-Dai mamma...- Bofonchiò.
Non riuscii a sorridere.
-Mamma dai siamo in esta... SOPH!- Le misi una mano davanti alla bocca, facendole segno di fare silenzio. Anche Sierra, nel frattempo, si era svegliata.
Dissi loro, a bassa voce, di entrare. Che avevamo poco tempo. Ma, soprattutto, che volevo sapere come stesse Benji.
Una volta tornata nella stanza, mi rimisi a letto.
-Come sta?-
Volevo la risposta, eppure ne avevo paura.
-Non ci hanno fatto entrare, Soph. E non ci hanno nemmeno detto molto.- Cominciò Martina.
-Hanno... Hanno tolto il proiettile, ma ha perso tanto di quel sangue che se non fosse stato per Fede... Non ci sarebbe più.- Continuò Sierra.
-Fede?- Chiesi, confusa.
Annuirono. -Ha donato il sangue per Benjamin.-
-Vedi, hanno avuto paura che potesse morire dissanguato ma... Non è ancora fuori pericolo, a dirla tutta.-
-È tenuto sotto stretto controllo dai paramedici ancora nel blocco operatorio.-
Era ancora vivo.
Strinsi la sua maglietta, che grazie a Dio non mi avevano tolto.
Potevamo farcela. Ancora una volta.
Stavolta non riuscii a fermare alcune lacrime, ma Martina e Sierra erano uscite per il possibile arrivo del medico, promettendo di tornare dopo il suo controllo.
Era troppo, per noi.
Noi volevamo solo amarci.

/

  non so cosa sia questa cosa non chiedetemelo: sono tornata a casa dal cinema alle 11.30pm e ho sentito il bisogno di scrivere; ora sono le 12.21am.
  si, insomma, fa schifo ma è quello che è uscito in meno di un'ora dai.
  tra l'altro domani (che teoricamente sarebbe oggi) devo andare ai mercatini di Natale *.* e poi da una mia amica per capodanno, quindi il capitolo non arriverà.

  secondo voi ben sopravvivrà?
  e se cosa succederà?

  baci alla pesca,
C.

without you / benjamin mascoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora