"Funny, how the time goes rushing by,
and all the little things we leave behind
but even then in everything I do
is a little bit of me
and a little bit of you.,,Quando aprii la porta stava ancora suonando, ma i suoi amici erano già andati via. Avevo ancora addosso il costume sotto agli shorts e alla T-shirt e i cappelli mossi per essersi asciugati al sole.
Si voltò, e come incontrò il mio sguardo, sorrise.
Si alzò, lasciò la chitarra sul divano e mi raggiunse per baciarmi. Posò poi la sua fronte sulla mia. -Abbiamo un conto in sospeso, io e te, o sbaglio?-
Persi un battito.
Potevo continuare a fare finta che andasse tutto bene o decidermi a parlare, per una volta.
Perché sì, fin da bambina avevo sempre scelto di rimanere sempre in silenzio o mentire di fronte alla domanda "c'è qualcosa che non va?", semplicemente perché ho sempre pensato che di me e dei miei problemi non gliene sarebbe importato niente a nessuno.
-Mi importa di te, Soph. Più di quanto pensi. Anche se a volte non sembra per il mio essere così idiota. Mi importa di te. Diamine, a te ci tengo tanto quanto l'aria che respiro. Se non di più.-
Mi sapeva leggere dentro come nemmeno io riuscivo a fare, quel ragazzo.
Allora, senza accorgermene, iniziai a parlargli. -Stanotte, mentre guardavamo tutte le foto ed i tuoi ricordi, ho cominciato a sentire qualcosa di strano. Una specie di inquietudine che mi attanagliava lo stomaco e aumentava ad ogni foto di te e Sierra insieme. E so che hai detto che non sei mai stato felice in quel periodo, ma il mezzo sorriso che hai nelle foto rivela che, almeno un po', vicino a lei lo eri. Non te ne sto facendo una colpa. Sapere che stai male fa stare male anche me, ma...- Respirai profondamente:-Davvero non c'è mai stato niente tra te e Sierra?- Chiesi tutto d'un fiato.
I suoi tratti si irrigidirono, piano. Le sue mani lasciarono i miei fianchi.
-Io...-
Mi sforzai di sorridere. -Vedi? Erano solo le mie paranoie... Non... Non preoccuparti.-
-No.- Disse facendo un passo indietro, fissando il pavimento. -No... Hai ragione.-
Cercai di deglutire il groppo che avevo in gola, ma non ci riuscii. Rimasi in silenzio, aspettando che fosse lui a parlare.
Sbattè le ciglia alzando lo sguardo, ma non verso i miei occhi, come per cacciare indietro le lacrime che avevano imperlato i suoi occhi azzurri.
-C'era qualcosa che legava me e Sierra.-
Silenzio.
-Stava diventando più di una migliore amica, ed io che non avevo mai amato non me ne accorgervio.-
Restò zitto ancora una volta, come per trovare le parole giuste.
-Una sera andai ad una festa e mi ubriacai. Non era la prima volta che succedeva, ma non ero mai andato da lei al posto di andare in camera mia. Sapevo che non sarei dovuto andare perché era sensibile e avrei potuto dirle cose che l'avrebbero scossa, ma lo feci lo stesso. Fu la prima volta che sentii il bisogno di una persona che non fosse me stesso.-
Scosse la testa, sempre come per bloccare le lacrime.
-Come mi ha aperto la porta, l'ho abbracciata. Non lo facevo quasi mai, e l'alcool quella sera ha esagerato... Tutto. L'ho baciata, le ho detto che l'amavo quando non era vero e l'ho portata a letto.-
Cercai di continuare a respirare normalmente. -Perché le hai detto che l'amavi?- Chiesi con un filo di voce.
-Ne avevo bisogno. Avevo bisogno di essere amato. E mi illudevo che quello che provavo per lei fosse amore, quando era solo bene smisurato.-
-Per un mese è andato tutto normalmente. Sembrava che tra noi non fosse successo niente. Eravamo amici come sempre, non ci toccavamo più, come prima. Ma allo scadere di quel mese, Sierra diventò strana con me. Mi chiedeva continuamente se il "ti amo" che le avevo detto quella sera era la verità. Trovavo sempre un modo per schivare la domanda, ma non potei più farlo quando me ne disse il perché.-
Tornò a guardare basso, incapace di sostenere il mio sguardo.
-Un giorno mi chiese di portarla al mare. Io lo feci. Cominciavo a capire che dovevo farmi perdonare per quello che avevo fatto. Ricordo che faceva caldo nonostante fosse l'inizio di Novembre, e che il sole stava tramontando. Lei si alzò la maglietta, mi prese la mano e la posò sul ventre. L'avevo capito ancora prima che lo dicesse. Che dicesse "sono incinta".-
Respira normalmente, respira normalmente, respira normalmente...
-Ma non è durato tanto. Sierra ha perso il bambino due settimane dopo. Lei voleva tenerlo a tutti i costi. Avrebbe sempre voluto avere un figlio, anche se non così presto, e non avrebbe mai potuto uccidere qualcuno che non era nemmeno nato. Era deciso a farlo nascere e crescere, anche senza di me. Ed io non gliel'ho mai detto, ma gli sarei rimasto accanto anche se il bambino fosse nato. Soprattutto in quel caso. Però poi l'ha perso. È stata malissimo e per almeno una settimana Non ha voluto parlare con nessuno. Ed io ero nella stessa situazione. Non capivo come potessi volere bene a qualcuno che nemmeno era nato e già non c'era più. L'ottavo giorno, poi, quando mi trovai Sierra davanti, la strinsi in un abbraccio di cui avevamo bisogno entrambi, e lei per la prima volta pianse di fronte a me. Lo sappiamo solo noi due di questa cosa. Non l'abbiamo mai detto a nessuno... Perlomeno fino ad adesso.-
Trovai il coraggio di allungare una mano per toccare la sua. -Scusa se ti ho chiesto di parlarmene, Ben...-
Forzò un sorriso, più per ricordare a sé stesso che non poteva piangere.
-Tu non lo sapevi. Non lo sapeva nessuno. Esattamente come io non sapevo cosa facevo anni fa.-/
HI PEOPLE
okay mi sono venute un po' di idee molto tragiche quindi tenetevi pronti e non aspettatevi un lieto fine che potrebbe anche non esserci, non si può mai sapere con me >.<
baci alla pesca,
C.
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without you / benjamin mascolo
Fiksi Penggemar"Non ci sarà un giorno in cui smetterai di mancarmi, perché non ho mai più amato nessuno come ho fatto con te, e un amore così, che ti sconvolge in quel modo, non si dimentica." sequel di secret/benjamin mascolo started on 14.11.2016 ended on...