capitolo 1

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È passato più di un anno.

Un anno di: "prima o poi tornerò!"
Ma alle Hawaii si sta bene.
Mi sembrava un sogno, la mattina mi alzavo con la brezza del mare e il cielo limpido.
E poi mio padre mi accompagnava a scuola, ma solo dopo aver fatto colazione insieme, nella sua piccola e adorabile casetta sulla spiaggia.
Ma chiamare 'scuola' quella scuola è quasi un offesa.
Appena arrivati la mattina non ti fanno mettere la testa sui libri, ma permettono alla classe di correre sulla spiaggia, divertirsi, svegliarsi e poi studiare.
è una scuola particolare, non ci sono i corsi, ma vere e proprie classi, non si cambia di aula, non ci sono gli armadietti e si fa tanto sport. E questo perché ti addestrano a autoproteggerti.
Non ti danno compiti a casa (qualche volta solo da ripassare), ma rimani li fino alle cinque del pomeriggio, ad allenarti.
Mio padre si occupa dei ragazzi più grandi, gli insegna ad utiliazzare la postola (che si impara dal quarto anno), ma io mi sono ritrovata con quelli più piccoli di un anno. Sono allenamenti pesanti, ma divertenti, che peró mi hanno rubato le mie curve che ora sono per lo più muscoli.
Inoltre mi sono alzata di qualche centimetro e...ora sono quasi bionda. I miei capelli si sono schiariti, diventando praticamente biondi, con qualche riflesso arancio.

All'inizio, appena trasferita, mi sentivo spesso con i miei amici, poi sempre di meno, fino a non scriverci più. Così, mi sono aperta con mio padre, dicendogli tutte le mie perplessità, e lui si è aperto con me, ha dato riposta a tutte le mie domande e cerca di darmi una vita normale. È un bravo genitore, sta cercando di migliorare, ma fa del suo meglio; mi vuole bene e io a lui.

E ora, dopo più di un anno passato insieme, me ne vado.
Ma non perché non stia bene con lui, ma perché ho promesso un ritorno a qualcuno...

Voglio rivedere Hayes, voglio rivedere  Cloe.

Benji e io ci sentiamo ancora, poco, ma ancora.
Lui è ancora al collegio con Emily, che sta cambiando sempre in meglio.
Ha detto che tornerà a metà anno. E non vedo l'ora.

Diciamo che la cosa che mi mette più nostalgia di Miami è la nuova canzone di Shawn.
Grazie al mio, meraviglioso, pazzo, amico, ora sento di continuo le parole di Hayes su tutte le radio.

Ti tratterei meglio di lui...BLA BLA BLA!

E i miei sentimenti per Hayes? Bho.

Non lo so, cioè, se penso a lui ho un tuffo al cuore, ma non ci sto al pensare tutto il tempo.
E ora che ho 17 anni (compiuti da poco, precisiamo), ora che sia io che lui siamo cresciuti, magari quando sarò di nuovo la, insieme a lui, saremo felici.

"Sei...sicura?" Domanda mio padre passandomi il biglietto dell'aereo "puoi rimanere ancora qui, non c'è problema..."

"Vorrei rimanere, ma voglio rivedere anche i miei amici..." sorrido abbracciandolo.

Mi accarezza la testa dolcemente e quando chiamano il mio volo lui sospira, quindi lo guardo un ultima volta, sorridendogli.

"Ti voglio bene papà..." sussurro e poi me ne vado, ma solo dopo essermi voltata a guardare mio padre.

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"GRACE!" Cinguetta Madison correndomi in contro abbracciandomi, quando scendo dall'aereo.

La prima cosa che noto è che ha cambiato taglio di capelli, ora li ha piú lunghi e  meno ruffi, il che gli dona tantissimo.

"Piano che mi soffochi!" ed è imbarazzante in mezzo a tutta la gente che scende dall'areo.

Due anni fa, circa, mia zia (che poi non è veramente  mia zia) Mary, mi accompagnó a Miami, fu una cosa triste e contro la mia volontà,ma ora sono felice di essere qui.

Treat you better|| Hayes Grier Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora