capitolo 35

653 48 15
                                    

*Tutto ciò che è scritto in questo modo è in italiano, quindi non comprensibile per i nostri protagonisti*

Curiosi gli italiani.
Credono di saper tutto, ma in realtà non sanno un gran' che.
Molte persone, quando gli chiedevamo informazioni, parlavano un inglese alquanto strano, un po' maccheronico. Alla fine però, abbiamo raggiunto l'albergo, che si trova vicino all'aeroporto, qui a Roma. Oh, che carina Roma, direi molto vintage.

Io freddo di dicembre mi pizzica le guance, facendomi tremare lievemente. Mi ero dimenticata di quanto fosse freddo dopo esser stata undici ore su un aereo.

Il mio telefono Inzia a squillare, quando stiamo per entrare nella Hall dell'albergo, e diamine: è Madison.

"È lei?" Chiede Luke preoccupato.

"Si...ho già perso 2 chiamate e questo è l'ennesimo messaggio, voi?"

"A me, ha chiamato tre volte...a Luke due..." Bofonchia Calum guardando lo schermo del telefono "Cosa dice?"

"Chiamami appena ti svegli, fatti sentire..." leggo ad alta voce "a voi?"

"Stessa cosa..." risponde Luke.

"Mia mamma Mi ha solo chiesto se va tutto bene, niente di che..." dice tranquilla Cloe

"Io non ho nessun messaggio o chiamata, i miei genitori non si preoccupano..." fa spallucce Hayes.

Gli unici in nei guai siamo solo io e i ragazzi.

Entriamo nell'hotel armati dei nostri miseri bagagli. Questo posto è proprio carino, vintage anch'esso, ma carino.
Mi chiedo ancora con quali soldi pagheremo.

La hall presenta al centro un gigantesco tappeto persiano, mentre dal soffitto pende uno strano lampadario; per non parlare delle bizzare scale a destra e a sinistra. La cosa che stona particolarmente nel quadro generale sono le macchinette delle merendine vicino alle scale sulla destra. Però un bellissimo e altissimo albero di natale sulla sinistra rende tutto molto più carino e accogliente accogliente e ciò sinceramente mi tranquillizza un tantino; insomma sono in un paese diverso dal mio, dove parlano a malapena la mia lingua!

"Come pagheremo?" Bisbiglio a Luke

"Abbi fede..." sorride avvicinandosi al bancone della Hall dove una donna paffuta giocherella al telefono con un dito.

"Benvenuti al Rose Hotel, come posso esservi utili?" Domanda distrattamente la donna in italiano.

"Non parliamo italiano..." la informa Cloe

"Ah, inglesi?!" Appoggia il telefono sulla superficie di legno del bancone "come posso aiutarvi?"

"Sei Pamela Grimaldi?" Chiede Luke

"Si, lo sono..."

"Siamo quei ragazzi..."

mi sembra strano il modo in cui sottilinea "quei".

La donna ci squadra uno ad uno. Mente il suo enorme brufolo rosso sul naso sembra stia per esplodere.

"Ammázza! pensavo sareste arrivati prima! Avete con voi i passaporti? Se no non entrate! Caspita, un po' prima non potevano arrivare? A quest'ora dovrei essere a dormire!" Esibiamo i passaporti e una volta ben studiati ci porge due chiavi "ragazze da una parte, uomini dall'altra!"

"Scusi per il disturbo, grazie per averci aspettati..." dice Calum timidamente.

"È sempre un piacere essere utile, Prego Seguitemi..." inizia a dondolare incamminandosi verso le scale e noi facciamo lo stesso "...sapete, da quando mio figlio si è trasferito in America ed è entrato nei Marine la vita qui è sempre più monotona...mio marito era americano, e quando ci siamo sposati, qui in Italia, abbiamo deciso di mettere su questo albergo per tutti gli americani che sarebbero voluti venire! Purtroppo da quando è morto, i collegamenti con l'America sono stati persi, ma ora cerco di riallacciare i rapporti e anvédi che ci sto riuscendo?"

Treat you better|| Hayes Grier Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora