capitolo 40

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"Eccoli! Li ho trovati!" Esclama Calum facendo tutti sobbalzare.

Siamo nella camera dei ragazzi, sono le cinque e un quarto della mattina, e finalmente  grazie alle abilità di Calum hacker sappiamo dove si trova precisamente Shawn.

"Dobbiamo raggiungerli il prima possibile..." dico stringendo la mano di Hayes che si trova accanto a me.

Lui mi guarda con la coda dell'occhio, e l'espressione del suo viso mi confonde. Sembra quasi dispiaciuto e preoccupato, ma non per i ragazzi, sembra lo sia per me.

Tutti annuiscono, quindi raccattiamo tutto quello che ci rimane in neanche cinque minuti e corriamo al piano terra, dove abbandoniamo le chiavi sul bancone della Hall con un biglietto per ringraziare. Poi usciamo, ma sinceramente, come arriveremo a Bussolengo?

"Come arriveremo là?" domanda Cloe grattandosi il naso.
Siamo stati talmente tanto presi a cercarli che non abbiamo pensato a come raggiungerli. Inoltre fa un freddo cane, e a ogni respiro una nuvoletta bianca di vapore ci copre la faccia.

"Qui ci sono i taxi?" chiede Calum.

"uhm, non credo che alle cinque del mattino girino per la città..." scuote la testa Hayes "qui non siamo a Miami..."

Mi guardo attorno, alla ricerca di un qualche mezzo di trasporto, leggo insegne di ristoranti, bar, librerie, ma niente che possa esserci utile. Poi ho un brivido, strano, mai avuto, non è di freddo, e non è nemmeno un brivido provocato da un tocco da Hayes, ma mi fa venire la pelle d'oca.

Per un momento non sento più nulla, né le voci dei miei amici, né il gelo, nulla. Un silenzio di tomba e poi una melodia che mi cantava mia madre che lo interrompe. Ho una stranissima sensazione, che mi dice di andare nella piccola via tra il bar e il ristorante che si trovano davanti a me. I miei piedi iniziano a muoversi da soli, trascinandomi nella via. In sottofondo sento Cloe chiedermi dove sto andando. Vorrei dirgli di non saperlo, ma le mie labbra rimangono serrate e seguo la melodia.

Nella mia mente appare l'immagine di mia mamma che sorride indicandomi un negozietto in fondo alla via. L'insegna sbiadita sopra ha scritto in caratteri cubitali: "Da Antonio: Cavalli e carrozze come nell'antica Verona "

"Vedrai che è aperto..." sussurra lei sorridendo. Mi saluta con la mano, mentre affonda l'altra nella gonna bianca del suo vestito preferito, il vestito che indossava quando è stata sepolta.

Poi tutto svanisce, e affianco a me ritrovo i ragazzi intenti a guardare il negozietto. Io sono davanti alla porta con il pugno sospeso nel vuoto, la luce tremolante sulla porta indica che qualcuno dentro c'è, difatti la porta viene aperta mostrando un vecchio signore assonnato.

"Grace, ma questo è un negozio di noleggio di carrozze e cavalli..." bisbiglia Luke.

"Clienti a quest'ora?" domanda in italiano l'uomo socchiudendo gli occhi.

Ha una lunga barba grigia come i capelli che si intravedono da sotto il cappello, indossa un maglione verde e un paio di pantaloni marroni che lo fanno sembrare un albero e degli occhiali tondi e rossi.

"Non parliamo italiano..." dice Cloe.

"Oh, turisti, come posso aiutarvi?" chiede in un inglese un po' maccheronico.

"Avremmo bisogno di un mezzo di trasporto che ci porti a Bussolengo..." sorrido gentilmente "...solo che a quest'ora facciamo un po' fatica a trovarlo, ci può aiutare?"

"Uhm, Bussolengo, bhe, visto che mi sembrate bravi ragazzi in difficoltà, farò una eccezione, seguitemi prego..." un po' confusi entriamo nel negozietto, che espone numerose foto di cavalli e carrozze appese al muro; è una piccola stanza quattro per quattro, con alcune teche con all'interno statuette di cavalli di cristallo o di legno, una grande  scrivania in fondo a destra regge un vecchio computer che ronza come una zanzara. Bzzzzzz!

Treat you better|| Hayes Grier Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora