Quello che lega certe persone è più forte di ciò che le divide

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~Quello che lega certe persone è più forte di ciò che le divide~

Un tavolo. Due sedie. Un camino. E due cuori rapiti.

Questa è la situazione in cui si trovano adesso, ostaggi dell'amore, indifferenti alla realtà e prigionieri della fantasia. Tutto è perfetto, come l'hanno sempre sognato, progettato, immaginato. Certi che niente e nessuno potrà distruggere il loro solido castello di certezze, pagano ed escono ad affrontare il mondo reale.

Si incamminano verso il luogo che è più legato a loro, che in qualche modo li rappresenta. L'enorme ponte laccato di bianco sembra quasi accoglierli, invitarli gentilmente a salire, a sedersi come tre anni prima su quella panchina. Quella da cui si poteva sentire il rumore delle auto, il suono che producevano le ruote sull'asfalto. Dove si scorgeva il panorama mozzafiato dell'intera città, cornice del loro primo bacio.

Assaporano ogni momento, ogni passo su quel suolo che rappresenta così tanto per loro, se potessero fermerebbero il tempo per poter imprimere meglio le sensazioni nella memoria. Le emozioni, ciò che trasmette loro quel posto magico, i ricordi che risveglia nella loro testa, vorrebbero potessero rimanere dentro di loro per sempre.

Per loro ogni singola percezione è fondamentale, per costruire le solide mura della loro relazione, ogni sensazione, emozione conta come fosse l'unica. Rilevante tra la folla di pensieri che riempie la loro testa, serve a tenere a galla la positività, fa da salvagente a ciò che tuttora è la loro salvezza.

Si stringono la mano, dando importanza a quell'unione come fosse quella tra la spina e la presa per far funzionare una lampada. Perché un semplice contatto accende in loro la luce della speranza che tutto possa continuare così com'è stato fino ad ora: difficile ma perfetto.

Arrivano vicino alla "loro" panchina, ora avvolta in una leggera nebbiolina, che rende l'atmosfera ancora più magica, ricca di scintille, vibrazioni

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Arrivano vicino alla "loro" panchina, ora avvolta in una leggera nebbiolina, che rende l'atmosfera ancora più magica, ricca di scintille, vibrazioni. Sentono l'energia fluire attraverso i loro corpi, come il sangue fa nelle vene, il calore salire dentro di loro.

I loro occhi si incontrano e danzano sulle note che la neve suona cadendo, poi lentamente i loro corpi sono attirati come calamite e le loro labbra si schiudono le une sulle altre come fiori a primavera. È impressionante come ogni emozione si moltiplica se viene condivisa con qualcuno, i brividi che ti attraversano diventano più forti, più intensi.

Così come l'intensità di corrente aumenta all'aumentare della tensione o al diminuire della resistenza, l'intensità delle emozioni aumenta se aumentano coloro che la condividono e se diminuisce la distanza tra di loro. È chimica, non ci si può opporre.

Percepiscono l'amore avvolgere come un lenzuolo bianco tutto ciò che li circonda, impregnano l'aria di emozioni, le stesse che provano loro, caricano l'atmosfera di elettricità. Si lasciano travolgere da questa corrente come un fiume straripando sommerge le città, inermi contro la sua forza ne vengono sopraffatti.

Si appoggiano fronte contro fronte, sorridendo e riprendendo il fiato dopo uno degli attimi più intensi di quella giornata. Si abbracciano scaldandosi e proteggendosi dalla neve che sembra aggredirli, attacca la corazza di caldo amore che li chiude dentro un'apparente bolla. L'empatia che li lega non verrà distrutta neanche dal gelo dell'odio, il ponte tra loro è così solido da resistere a qualunque tempesta.

Si siedono sulla panchina, appoggiandosi come quella prima volta allo schienale che dà sulla strada, dal quale possono sentire l'aria mossa dalle auto accarezzargli la schiena provocando piccoli brividi. Osservano il panorama, apparentemente immutato al contrario di ciò che ora è cambiato in loro. È cresciuta la sicurezza dentro, la paura è diminuita fino quasi a scomparire, la felicità è diventata l'anello principale della collana di emozioni positive che coesiste con quelle negative superandone la forza. Sono diventati un uomo e una donna sicuri delle loro scelte e certi che per una volta saranno loro a trionfare sul mondo che una volta li aveva sconfitti.

Valerie apre gli occhi. Si accorge di essere ancora seduta, ormai coperta da un sottile strato di neve. Sveglia Dorian toccandogli delicatamente la spalla, rendendolo partecipe di quella scena buffa: due ragazzi bagnati dalla neve addormentati su una panchina del ponte della città. Si guardano negli occhi e ridono, colti da un'improvvisa felicità. Valerie si alza e inizia a correre, girando continuamente la testa indietro per controllare Dorian. Ridono, come bambini, e si divertono come quella mattina dimenticando tutte le preoccupazioni che altrimenti li assillerebbero.

Percorrono tutto il ponte, fino all'imboccatura della strada. Valerie si ferma prima di attraversare, le macchine le sfrecciano davanti scompigliandole i capelli, che cavalcano leggeri sulle onde del vento. Finalmente uno spiraglio nel viavai di auto, Valerie corre in avanti sorridendo e certa di essere al sicuro, poi a metà strada si volta.

Sente la forza venirle meno e il sorriso spegnersi sulle sue labbra.

Dorian è a terra, accanto a lui vede un'auto ferma e un uomo che si dispera. Un urlo straziante fende l'aria gelida, in un attimo lei è in ginocchio, piegata dal dolore, con le mani nei capelli. Sente una grande confusione nella sua testa, un profondo buio cala sulla sua mente. Il castello dalle solide mura che aveva costruito le crolla addosso: percepisce il suono di una sirena, luci, movimenti attorno a sé . Sente qualcuno prenderla per mano, ma lei non è più lì. È caduta nella fossa della paura che sempre di più la stringe a sé come prigioniera.

Cerca invano di aggrapparsi alla speranza e uscire dal profondo buco che poco fa si è aperto sotto i suoi piedi. Lotta contro ciò che ha già sconfitto in passato, ma stavolta è diverso. Questa volta, anche se sa che neanche un uragano potrebbe dividere lei e Dorian, sente che sarà quasi impossibile rinascere dopo la morte, rialzarsi in seguito alla caduta.

Ora la fenice farà fatica a risorgere dalle ceneri, ma lottando alla fine troverà il modo, forse ce la farà a vincere anche stavolta.

Magari riuscirà a uscire dal profondo tunnel dell'oblio. O forse no.

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