1- Wood

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Il sangue rosso
Fermare più non posso

Sento la paura
L
'unica cura

Il prossimo a cadere giù
Sarai proprio tu.

"Hey ragazzi! Guardate cosa c'è là!" Queste sono le parole di Kevin.
"Ma questa è.. una campana! Quei giochi che fanno i bambini di cinque anni!" Scoppiò a ridere Samantha.
"Si, ma.. noi siamo in un bosco abbandonato, cosa ci fa qui? Chi ci potrebbe mai giocare?" Questo è Ron.
"Giusta osservazione" commentò Kevin.

Ci trovavamo in un bosco abbandonato. Le nostre uscite non sono come quelli degli altri ragazzi. Ci piace l'avventura e spesso andiamo a finire posti abbandonati come questo bosco. Siamo in sei. Tre ragazzi: Ron, sicuramente il più saggio e realista del gruppo. Thomas, lo spavaldo. Non ha paura di nulla, e poi c'è Kevin, il curioso, quello delle scoperte, come in questo caso.
Poi siamo tre ragazze: Samantha, colei che riesce a sdrammatizzare le situazioni. Victoria, nonché la mia migliore amica, ci conosciamo da quando eravamo piccole, riesce sempre a farmi stare meglio. Ed infine ci sono io, mi chiamo Elice, sono classica ragazza emo, sempre vestita di nero. Non sono una persona molto loquace, anzi, sono piuttosto taciturna.

"Ragazzi, ho un'idea" la faccia di Samantha si illuminò.
"Dai spara" la incitò Victoria.
"Che ne dite se ci giochiamo? Tanto nessuno ci può vedere" Ci stava supplicando
"Okay okay ragazzi,dato che l'ho trovato io, lo faccio per primo!" si pavoneggiava Kevin.

Il ragazzo dai capelli biondi si posizionò all'inizio e fece tutto il percorso finendolo con il fiatone.

"Ora tocca a me!" Alzò la mano e si posizionò davanti all'inizio Thomas.

Concluso il percorso si rimise all'inizio e guardandoci con un ghigno disse "Che ne dite se faccio il percorso canticchiando quella filastrocca della paura?"
"Sii dai! Rende tutto più tetro!" si esaltò Samantha.
"Ehm.. ragazzi non mi sembra il caso, ho una brutta sensazione" Intervenni io.
"Oh andiamo Elice, siamo in un bosco deserto e poi non c'è neanche una minima possibilità che sbuchi qualche demone, fantasma o cavolate del genere." Mi mise una mano su una spalla Thomas.

"Il sangue rosso
Fermare più non posso"

Fece i primi due salti.

"Sento la paura
L
'unica cura"

Ne fece altri due.

"Il prossimo a cadere giù
Sarai proprio tu."

Finì le caselle su cui saltare.

"Vedi? Non è successo nulla!" Iniziarono a ridere tutti, ma io non ero ancora troppo convinta che sarebbe stato ininfluente questa filastrocca. Si dice che se si fa questo giochino canticchiandola appare un demone. Erano le 18:45 quando arrivammo in quel bosco e le 19:05 quando fu il turno di Thomas. Di colpo vidi il cielo sopra gli alberi riempirsi di nubi nere e un tuono abbattersi chissà dove. Tutti noi ci spaventammo a quel rumore ma rimanemmo comunque nel bosco.

"Adesso arriva il demone a portarmi via, state attenti ragazzi!" Thomas stava iniziando a fare lo stupido e Samantha gli dava corda.

Improvvisamente l'albero che era esattamente davanti al gioco si sgretolò in mille pezzi e ne apparve un enorme ombra. Sembrava un uomo. Un uomo alto quasi due metri, totalmente vestito di nero, l'unica cosa che riuscii ad identificare era un ciuffo di capelli neri che gli ricadeva sugli occhi azzurrissimi, non riuscii a vedere altro. Il suo sguardo gelido era puntato su noi ragazzi, in particolare su di me. Quel contatto visivo mi fece a dir poco rabbrividire, a tal punto che indietreggiai fino ad arrivare con le spalle contro un albero, mentre Samantha e Kevin erano corsi via.

"Ora tu mi hai evocato ed ora tu verrai con me" era la voce estremamente roca e profonda dell'ombra a parlare.  Rimasi pietrificata a quel suono caldo in completa contrapposizione con i suoi occhi glaciali. Prese Thomas per un braccio e lo portò con sé in quello che definirei un buco nero.

Il cielo tornò ad essere sereno e noi ragazzi ci guardammo senza dire nemmeno una parola. Alla fine Victoria prese coraggio e mormorò "Ragazzi.. forse è meglio tornare a casa"
"S.. Si, hai ragione- balbettò Ron – Ma che fine hanno fatto gli altri due?"
"Sono scappati dalla paura, domani a scuola gli parleremo di quanto successo e.. troveremo una soluzione" Dissi io cercando di mantenere la calma, ma, diciamocelo, ero la più agitata del gruppo.

"Elice, vuoi che ti riaccompagni a casa?" sentii una voce dietro di me, era Victoria.
"N.. no Vicky, vado da sola, non ti preoccupare." Le risposi semplicemente.

Mentre uscivamo dal bosco nessuno disse una parola. Una volta fuori ci salutammo con le mani e ci dividemmo per andare nelle nostre case.
Durante il viaggio non misi nemmeno le cuffiette. Ero veramente sotto shock, non posso credere a quello che ho visto. Uno dei miei migliori amici è stato portato via da un'ombra, nel bosco. Questa storia ha del surreale, ma questa volta non è uno dei miei soliti sogni che faccio la notte, questa è la realtà.

Arrivata a casa i miei non c'erano, come sempre. Sono spesso fuori città per lavoro, quindi sono abituata alla solitudine e ad arrangiarmi.

Tolsi la giacca e la buttai sul divano. Corsi al piano superiore per farmi un bagno caldo nel tentativo di riflettere sull'accaduto. Preparai i vestiti sul mio letto ed andai in bagno. Aprii l'acqua mentre mi spogliavo, il mio corpo è estremamente bianco, sarà un anno o due che non vado al mare, odio il sole. I tagli che ho sui polsi sarebbero molto evidenti sulla mia pelle color latte se non avessi tutti questi braccialetti. Solo Victoria ne è a conoscenza e mi odia per questo, non vuole che io mi faccia del male, ma è l'unico modo che ho per provare qualcosa.

La vasca si riempì e mi ci immersi dentro solo dopo aver messo un po' di musica. Avevo appena fatto partire Snuff degli Slipknot, quella canzone mi rilassa sempre.

L'immagine di quell'ombra che si prendeva Thomas era ormai impressa nella mia mente e sembrava impossibile toglierla. Quell'ombra così malvagia ma così profonda, che si appropriava del mio amico, quei due che sono scappati, io e gli altri non abbiamo fatto nulla. Mi sento davvero inutile, potevo intervenire in qualche modo, ma non ho fatto nulla, i sensi di colpa mi stavano divorando, dovevo fare qualcosa.

Uscita dalla vasca, avvolsi il mio corpo in un grande asciugamano per poi andare nella mia stanza per vestirmi.

Per iniziare devo fare delle ricerche su questa cosa, voglio sapere chi o cosa ho visto.

It isn't just a game  - Andy Biersack -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora