21- The drug in me is you

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Arrivai a scuola avvolta dai miei soliti vestiti neri. Come prima tappa mi recai agli armadietti per prendere i miei libri.

Quel giorno ero diversa, non mi sentivo vuota, non percepivo quella solita monotonia, stavo bene perfino con me stessa. Sentivo un continuo calore nello stomaco che quasi riusciva a stampare un sorriso sul mio volto.

Ryan non si era ancora fatto vedere, ma mi aveva avvisato che sarebbe arrivato tardi.

Mi avviai verso la classe di letteratura, presi l'ultimo posto in fondo vicino alla finestra e rimasi tutto il tempo a pensare a quanto successo nel giro delle ultime ventiquattro ore, circa.

Io e Andrew. Andrew che si era preso la mia innocenza ed io gliela concessi. Ci siamo confessati il nostro amore. Tutte cose che, tecnicamente, un angelo nero non potrebbe fare, sarebbero impossibili sia per lui, che per me, un'umana. Ma dovevo pur sempre ricordare ciò che lui mi ripeteva spesso: non sei un'umana qualunque.

Senza nemmeno rendermene conto, le ore mattutine si conclusero ed era ora di pranzo. Non avendo cenato la sera precedente, mi ritrovai con notevoli crampi allo stomaco.

Mi avviai nel mio solito posto nel retro della scuola, ed iniziai a divorare una barretta ipercalorica, fregandomene altamente delle calorie che avrei assunto.

Ad interrompere i miei pensieri riguardanti i miei adorati occhi blu fu un urlo.

"Hey piccola asociale!" Non poteva che essere Ryan.
"Hey!" Risposi semplicemente
"Come mai seri arrivato in ritardo?"Domandai curiosa.
"Mi sono svegliato tardi ed ho perso l'autobus" Sorrise.
"Cos'è? Hai fatto le ore piccole ieri sera?" Domandai con un sorriso malizioso.
"Certo, sapessi cosa ho fatto" Si pavoneggiò.
"Sentiamo, cosa hai fatto?" Lo sfidai.
"Semplicemente ho pensato" Si fece un po' più serio.
"Ho pensato a te, Elice" Si fece ancora più serio.
"Ryan.. ne abbiamo già parlato io.." Mi interruppe.
"Lo so, stai tranquilla. È tutto a posto" Mi accarezzò la guancia con le sue mani calde.

Mi sentivo estremamente in colpa, stava male per colpa mia e mi dispiaceva. Però io amavo Andrew, non avrei mai potuto andare avanti senza di lui.

"Tu invece? Cosa hai fatto ieri sera?" Mi domandò lui con un sorriso malizioso.

Se solo sapesse cosa avevo fatto la sera precedente non mi avrebbe più parlato per il resto della vita. Se solo sapesse che mi ero concessa ad Andrew, un angelo nero, primo non mi avrebbe creduto e, secondo si sarebbe arrabbiato con me perché non gli avevo mai parlato di questo ragazzo.

"Spiritoso, io non ho fatto niente. Ho semplicemente ascoltato la musica, come mio solito fare" Dissi tranquillamente.
"E va bene dai, per questa volta ti credo." Mi fece l'occhiolino.

Passammo il resto della pausa pranzo insieme a parlare, ma poi ci dividemmo nuovamente per le ore pomeridiane, che non avevamo in comune.

Le rimanenti ore scolastiche le passai in un altro pianeta, quindi non mi pesarono più di tanto.

Al suono dell'ultima campanella mi avviai verso il cancello d'entrata della scuola per aspettare Ryan, il quale appena mi vide mi diede un bacio sbrigativo e scappò via.

Ci rimasi un po' male. Non mi diede nemmeno una spiegazione per la sua fretta. Ma non ci diedi troppo peso, volevo solo tornare a casa e magari ricominciare a fare i compiti, dato che la mia media scolastica non era delle migliori.

Arrivata a casa gettai lo zaino a terra e tolsi la mia giacca in pelle gettandola sul divano. La casa era completamente vuota e, di conseguenza, un vuoto interiore si impossessò di me. Andrew non c'era, e questo aumentò il mio vuoto interiore.

Cercai di non darci peso e mi diressi nella mia stanza per provare a fare alcuni compiti, almeno quelli scritti.

Per casa dovevo cercare una poesia per poi spiegarla. Non sapevo bene che tema scegliere, la maggior parte delle ragazze della mia classe aveva scelto poesie d'amore, ma io volevo distinguermi da tutte loro. Quindi optai per una poesia che riguardava la morte. Ne trovai una dopo qualche minuto di ricerca.

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
Questa morte che ci accompagna dal mattino alla sera,
Insonne, sorda, come un vecchio rimorso o un vizio assurdo.
I tuoi occhi saranno una vana parola, un grido taciuto, un silenzio.
Cos
ì li vedi ogni mattina, quando su te sola ti pieghi nello specchio.
O cara speranza, quel giorno sapremo anche noi che sei la vita e che sei il nulla.
Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
Come vedere nello specchio riemergere un viso morto.
Come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemmo nel gorgo muti.

Non sapevo perché, ma quella poesia mi rappresentava. Me ne innamorai all'istante e la scelsi, senza pensarci due volte.

Mentre la scrivevo sul mio quaderno sentii un soffio caldo sul mio collo e un profumo. Poggiai la penna sulla scrivania ed alzai lo sguardo.

"Sai, sei ancora più bella mentre sei concentrata" Una frase, mille emozioni.
"Andrew" Sussurrai imbarazzata.
"Fai come se non ci fossi, continua pure a studiare, è molto bella quella poesia." Mi diede un bacio sui capelli.
"Molto bella" Risposi dandogli ragione.

Cercai di continuare a studiare, ma mi era impossibile. Sentivo il suo profumo, sentivo le sue carezze sulla mia schiena mentre leggevo. Non resistetti. Mi girai verso di lui che mi guardò con quei due occhi azzurri capaci di provocarmi un mare in tempesta nello stomaco. Lo presi per la giacca in pelle e lo tirai verso di me per baciarlo. Sentii le sue labbra sulle mie e subito la sua lingua giocare con la mia provocandomi mille emozioni.

Mi alzai per appoggiarmi alla scrivania, mentre lui prendeva il mio viso fra le sue mani, facendo in modo che non ci staccassimo.

"Non ce la faccio" Gli dissi con il fiatone.
"A fare cosa?" Mi domandò lui mettendo le sue mani ai lati della mia testa.
"A starti lontano, a resisterti" Lo guardai negli occhi.
"Nemmeno io" Rispose lui ricominciando a baciarmi con più foga di poco prima.

Mi guidò fino al mio letto, dove ci sdraiammo e rimanemmo fino a che non mi addormentai avvolta dalle sue braccia e dal suo profumo diventato, ormai, una droga per me.


It isn't just a game  - Andy Biersack -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora