Passai le ore seguenti nell'ansia. Non avevo idea di cosa avrebbe potuto dirmi. Ero quasi del tutto certa che avrebbe iniziato a parlare di quanto successo a casa mia qualche giorno prima.
Io per lui non provavo nulla, se non un grande sentimento di amicizia. Quello che penso si possa definire amore, era solo per Andrew.
Arrivò l'ora di pranzo e mi diressi nel retro della scuola un po' titubante. Ryan non c'era ancora, ne approfittai per accendermi una sigaretta per calmare i nervi.
Finii la sigaretta e Ryan arrivò.
"Scusa, il professore mi ha trattenuto" Si giustificò lui.
"Figurati, non fa nulla" Dissi fingendo di essere calma.
"Di cosa mi dovevi parlare?" Gli feci cenno di sedersi sul cemento accanto a me.Così fece, ed iniziò il suo discorso.
"Penso che tu ti ricordi cosa è successo qualche giorno fa" Disse gesticolando. Io annuii.
"Ecco, era da tempo che volevo dirtelo, tu mi piaci, Elice"Lo guardai senza dire nulla, io non provavo nulla per lui e non sapevo come dirglielo.
"Come posso interpretare il tuo silenzio?" Mi chiese inarcando leggermente le labbra formando un sorriso, per poi accarezzarmi la guancia.
"Non saprei, sono un po' scioccata da questa tua dichiarazione, sinceramente" Dissi sorridendo e cercando di essere più carina possibile.
"Beh, ma tu cosa provi? Cioè, tu provi qualcosa per me?" Mi chiese lui con un tono quasi speranzoso.
"Non lo so, io ti voglio un bene dell'anima, ma non penso di provare quello che provi tu." Esitai un po' a rispondere, ma non volevo tirarla per le lunghe.
"Ah, capisco" Ritrasse la mano dal mio viso.
"Ma non voglio che la nostra amicizia venga compromessa da questa cosa" Gli dissi prendendo il suo viso facendo in modo che mi guardasse negli occhi.Non rispose, aveva uno sguardo spento e si vedeva che l'avevo ferito.
"Ryan, parlarmi." lo stavo implorando praticamente. Non volevo perdere il mio unico amico.
"C'è di mezzo quell'Andrew che scrivi su tutti i libri?" Sembrava alterato.
"Cosa? No!" Risposi confusa.
"Ma mi credi stupido? Tutti i tuoi libri e quaderni sono tappezzati da quel nome. Chi caspita è questo Andrew che tanto ti ossessiona?" Iniziò ad urlare alzandosi in piedi.
"Nessuno, non è nessuno" Risposi io rimanendo a terra.Mi faceva un male immenso dire che Andrew non era nessuno. Per me era tutto.
"Dovrei credere che tu mi consideri il tuo migliore amico? Mi hai detto che mi avresti sempre detto tutto. Perché dovremmo fare un'eccezione a questo?" Era arrabbiato misto a deluso.
"Perché.. non capiresti, non è nessuno. E credimi quando ti dico che sei il mi migliore amico, anche perché sei l'unica persona che ho" Dissi l'ultima frase quasi in un sussurro.
"Quando magari capirai che di me ci si può fidare sai dove trovarmi, ciao Elice." Stava per andarsene, ma io lo fermai.
"Aspetta, non mi lasciare" Lo presi per un braccio.
"Elice, non ti voglio lasciare. Non sarei per niente coerente con me stesso. Non ti potrei mai lasciare. Sono solo ferito, ma penso che mi passerà" Mi sorprese la sua risposta.
"Dai vieni qui" Mi fece cenno di andare verso di lui e mi abbracciò. Un abbraccio dolce e caldo. Quello di cui avevo bisogno.Ad interromperci fu la campanella che segnava l'inizio delle lezioni. Mi aprì la porta e ci avviammo verso gli armadietti. Non avevamo ore in comune, e non sapevo se fosse un bene o meno.
Le due ore passarono lentamente e la mia testa era immersa a riflettere sul comportamento di Ryan. Aveva avuto uno sbalzo d'umore non da scherzi. Prima sembrava che non mi volesse neanche più vedere, poi, dopo una sfuriata, mi viene ad abbracciare, come se ne avesse bisogno. Forse si era pentito di ciò che aveva fatto.
Uscii da scuola pensando che finalmente potevo ascoltare della musica. Volevo solo perdermi nella musica per cancellare ogni singola cosa attorno a me. Io e la musica, solo noi e nessun altro.
Arrivata al cancello dell'istituto iniziai a districare le cuffiette, ma sentii la voce di Ryan chiamarmi da dietro.
"Hey, posso accompagnarti a casa?" Mi mise un braccio attorno al bacino.
"Come vuoi" Risposi imbarazzata e pensando che il mio piano di ascoltare la musica era, ormai, andato a quel paese.Prendemmo l'autobus e ci avviammo verso casa mia. Durante il tragitto parlammo molto, sembrava quasi che la conversazione avvenuta a pranzo non fosse avvenuta. Facevamo i nostri soliti versi e i nostri giochetti stupidi. Ero felice, ma mancava qualcosa. Stare con Ryan mi faceva stare bene, ma non completamente. Sentivo come un vuoto interiore che non poteva essere colmato da un semplice essere umano.
Scendemmo dall'autobus e ci avviammo verso casa mia. Ci salutammo al cancello con un semplice abbraccio. Tutto sembrava essere tornato come qualche giorno prima.
Percorsi il vialetto e mi ritrovai davanti alla porta di casa. Inserii le chiavi e feci per entrare.
La casa era completamente a soqquadro. Le sedie della cucina erano rovesciate sul pavimento, alcuni piatti erano stati rotti sul pavimento. Non poteva essere entrato qualcuno, le finestre non erano rotte e la porta era chiusa esattamente come facevo io.
Sentii dei rumori e mi diressi al piano superiore. Sentivo quel profumo, il suo profumo. Mi sentii mancare per qualche secondo quando vidi Andrew nella mia stanza mentre gettava a terra ogni mio quaderno o libro.
"Andrew! Cosa stai facendo?" Gli urlai contro.
Non mi rispose, continuava a lanciare ogni cosa che trovava sulla mia libreria. Mi avvicinai verso a lui, gli presi un braccio per farlo voltare verso di me. Poi gli presi il viso fra le mani. Finalmente i nostri occhi si unirono e il mio vuoto interiore venne colmato. I nostri occhi erano persi gli uni negli altri. Andrew lasciò a terra gli ultimi fogli che teneva in mano e posizionò le sue mani sui miei fianchi per poi avvicinarsi sempre di più a me, fino ad annullare la distanza tra di noi.
Iniziammo a baciarci come se ne avessimo bisogno entrambi. Prese il controllo della situazione e si avvicinò contro il muro. Il suo corpo premeva sul mio.
"Ora sei tutta mia" Lo sentii dire al mio orecchio, per poi continuare l'assalto alle mie labbra.
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It isn't just a game - Andy Biersack -
FanfictionForse la mia anima è troppo oscura per te.