"Andrew" Sussurrai tra un bacio e l'altro.
"Dimmi" Fece come me.
"Ti amo" Si fermò un momento per guardarmi negli occhi.
"Anche io, non immagini quanto" Immerse una mano tra i miei capelli e sentii immediatamente dei brividi percorrermi la schiena.Afferrai la sua mano nella mia e lentamente avvicinammo le nostre labbra fino a dare vita ad un lungo bacio pieno di passione e desiderio.
Nonostante mi piacesse stare sotto di lui, presi l'iniziativa e riuscii a capovolgere la situazione. Era Andrew sotto di me ed io a cavalcioni sopra di lui. Mi lasciai scappare un sorrisetto malizioso, che ebbe come risposta un sorriso di sfida da parte sua.
Ripresi a baciarlo con più foga di poco prima, mentre le sue mani erano sui miei fianchi per tenermi salda a lui. Intanto con il bacino mi strusciavo sul suo, dal quale percepivo un rigonfiamento aumentare sempre più di volume e la cosa mi fece sorridere sulle sue labbra."Perché sorridi in quel modo sulle mie labbra?" Mi domandò tra un bacio e l'altro.
"Ah niente, ho solo pensato per un attimo che ti stesse piacendo tutto questo" Risposi con un sorriso malizioso sulle labbra.
"E da cosa lo avresti capito?" Mi domandò lui con un sorriso provocante a dir poco. Mi stava facendo impazzire quel suo labbro piagato verso l'alto insieme al suo sopracciglio.
"Ah, niente, ho solo sentito il risveglio di un piccolo Andrew" Risposi vaga.
"Piccolo?" Domandò lui con fare da finto offeso.
"Beh, si fa per dire" Sorrisi e lo baciai nuovamente.Le sue mani sui miei fianchi aumentarono la presa e catapultò nuovamente la situazione e finii per trovarmi nuovamente sotto di lui. Durante il bacio sentii le sue labbra scendere per il mio mento, per la mandibola, fino ad arrivare al mio collo dove si soffermò per un po' lasciandomi baci umidi e qualche morso, fino a che non sentii un lembo di pelle venire succhiato e mi lasciai scappare un gemito.
"Cosa c'è?" Mi domandò lui come se non sapesse a cosa era dovuto il mio piccolo verso.
"Assolutamente niente, cosa ti fa pensare che ci sia qualcosa?" Rimasi vaga, ma ancora inebriata dalla sensazione appena provocatami da lui.
"Allora non ti dispiace se faccio questo" Avvicinò nuovamente le sue labbra al mio collo e fece la stessa cosa di poco prima. Mi lasciai scappare un secondo gemito, ma questa volta portai le mie mani tra i suoi capelli e li tirai leggermente."Lo prendo per un no" Mi sussurrò in un orecchio e continuò a lavorare sul mio collo, lasciandomi numerose macchie violacee.
"Che sei mia lo devono sapere tutti. Tu appartieni a me" Si fermò un istante guardandomi negli occhi.
"In questo modo è un po' più evidente" Concluse.Non risposi. Sentii solo una carica di adrenalina dentro di me e lo presi per le spalle e catapultai per la terza volta la situazione. Mi ritrovai nuovamente io a cavalcioni sopra di lui. Iniziai a baciarlo sulle labbra, poi sulla mandibola, poi sul collo dove mi soffermai ad assaporare ogni lembo della sua pelle perfetta. Passai al suo petto nudo, gli lasciai dei baci umidi tra i pettorali per poi percorrere tutto il suo ventre fino all'ombelico.
"Elice" Lo sentii gemere con quella sua voce roca e profonda. Non mi fermai da quello che stavo facendo. Lentamente iniziai a sbottonargli i pantaloni e, evidentemente, presi addosso alla sua erezione, perché lo sentii gemere leggermente più forte.
Guardai per un secondo nei suoi occhi e lo vidi completamente estasiato da quello che stavo facendo. Non appena iniziai a calargli i pantaloni sentii il campanello di casa suonare. Non ci feci caso, avevo cose molto più importanti da fare. Ma qualcosa mi fece bloccare, il pensiero che potesse essere Ryan mi fece rabbrividire e Andrew lo notò.
"Vuoi che vada io?" Mi domandò cercando di tornare in se.
"No, vado io" Mi feci coraggio e scesi dal letto. Ovviamente dopo esserci scambiati un caldo bacio.Si infilò una mia felpa e mi accompagnò per le scale per poi nascondersi in un angolo per non farsi vedere dall'ospite. Aprii la porta con le mani leggermente tremanti e rimasi a dir poco sorpresa dalle persone che mi ritrovai davanti.
"Mamma, papà, cosa ci fate qui?" Domandai con un pizzico di stupore.
"Ciao Elice, siamo di passaggio. Volevamo solo informarti che staremo via per altri sei mesi per questioni di lavoro" Disse seria e in modo assolutamente freddo mia madre.
"Ahn, quindi non rimanete" Sussurrai a voce bassa.
"No, ci dispiace." Intervenne mio padre. Calò un silenzio imbarazzante, che venne spezzato quasi subito da mia madre.
"Caro, dobbiamo andare. L'aereo parte tra un'ora e siamo in ritardo. Ci vediamo Elice, stacci bene"Non risposi, li salutai solo con la mano per poi chiudere subito la porta e far scivolare il mio corpo addosso a questa. Le lacrime iniziarono ad uscire dai miei occhi. Cercavo di asciugarle con le maniche della felpa che indossavo, ma era inutile. Andrew mi raggiunse e si sedette vicino a me accarezzandomi dolcemente la schiena.
"A loro non importa nulla di me. Per loro sono solo un peso." Poggiai la mia testa sul suo petto stringendo in un pugno la felpa che stava indossando.
"Non è vero. Non si rendono conto di quale meraviglia hanno creato"
"Non dire così. Hai visto fino a dove arriva il loro interesse nei miei confronti. Non mi hanno nemmeno chiesto se andava tutto bene, non mi hanno nemmeno dato un abbraccio. Nulla, solo fredda formalità"Tirai su leggermente con il naso.
"Non sanno cosa si perdono" Rispose deciso e mantenendo lo sguardo su di me.
"Non si perdono niente"
"Invece no. Elice, tu sei molto di più."
"Cosa vuoi dire?" Gli domandai confusa.
"Ecco, ricordi quando ti dicevo che non sei una comune mortale?"
"Si" Risposi con un velo di paura.
"Ecco, tu sei un'umana per metà"
"Non ti seguo" Scrollai la testa in segno negativo.
"Elice, il tuo è un sangue da angelo nero."
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It isn't just a game - Andy Biersack -
FanfictionForse la mia anima è troppo oscura per te.