13- Believe

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Entrammo nella classe di biologia e ci sedemmo in banco insieme. Dopo qualche minuto entrò anche Alan, che squadrò da capo a piedi il mio compagno di banco con aria superiore. Da quello che sapevo, loro due erano una sorta di migliori amici, solo che Ryan sempre amichevole, mentre Alan era il classico menefreghista e sempre arrabbiato con il mondo intero.

"Non fare caso a Alan, non so cosa gli prenda" Si voltò verso di me Ryan.
"Se volete stare vicini, fate pure." Dissi timidamente facendo un piccolo sorriso.
"No, io volevo stare con te. Non con lui." Disse sicuro di se ed io arrossii di colpo.
"O.. okay, se lo dici tu" Iniziai a giocare con i miei capelli per l'agitazione. Per fortuna ad interrompere quel momento imbarazzante fu l'ingresso della professoressa.

Per tutta l'ora io e Ryan seguimmo la lezione. A quanto pare anche a lui piaceva biologia, come a me. La lezione finì ed era il turno di storia. Nella classe entrò la professoressa e già potevo avvertire la noia impossessarsi di me.

Ci sedemmo e la lezione ebbe inizio. Iniziai a scarabocchiare cose a caso sul libro. Quando passò mezz'ora mi accorsi di aver riempito un'intera pagina con la scritta Andrew.

"Chi è Andrew?" Sentii la voce di Ryan risvegliarmi.
"Eh? Ehm.. nessuno" coprii le scritte.
"È il tuo ragazzo per caso?" Fece un sorriso il moro. Sinceramente non sapevo cosa fossimo noi due. Io probabilmente ero innamorata di lui. Ma lui era un angelo nero, non avrebbe mai provato nulla per me.
"No, non è nessuno" Mi rattristii un po' a dirlo.
"Okay, non ne vuoi parlare, scusami" Mi fece un occhiolino ed io gli sorrisi.

Le ore scolastiche finalmente finirono ed era ora di tornare a casa. Sistemai tutti i libri nel mio zaino ed iniziai a districare le cuffiette che erano nella tasca dei miei jeans. Appena fuori dal cancello della scuola sentii qualcuno tirarmi per un braccio.
"Cos'è tutta questa fretta?" Sentii Ryan con il fiatone.
"Niente, volevo solo andare a casa"
"Ti va se ti accompagno?" Domandò lui.
"Come vuoi. Insomma.. non devi stare con Alan?" Risposi perplessa.
"Nah, voglio stare con te" Mise il suo braccio sulle mie spalle ed iniziammo a camminare.

Durante il tragitto parlammo molto di band e anche della scuola. Se avevo pensato che fossimo simili per i gusti musicali, mi sbagliavo. Eravamo praticamente uguali. Avevamo le stesse medie in tutte le materie, gli stessi generi musicali e odiavamo le stesse persone a scuola. Era la persona perfetta per me.

Arrivata a casa mi accompagnò fino alla porta e ci salutammo.
"Ci vediamo domani Elice"
"A domani Ryan" mi diede un bacio sulla guancia e se ne andò.

Rimasi qualche secondo ferma davanti alla porta e poi la aprii.

Un ragazzo mi aveva dato un bacio? Okay, qualcosa non mi tornava. Ma comunque non ci feci più di tanto caso. Gettai la mia giacca sul divano e corsi di sopra per ascoltare un po' di musica.

Mentre ascoltavo Helena dei My Chemical Romance mi accesi una sigaretta e pensai al biglietto di Andrew. Perché avrei dovuto guardarmi le spalle? Da chi poi?

Altre domande e nessuna risposta.

Involontariamente mi addormentai ed iniziai a sognare. Andrew parlava, ma io non sentivo quelle che diceva, sembrava serio, ma non capivo nemmeno una parola di quelle che diceva. Quando smise di muovere le labbra lo vidi avvicinarsi a me e prendermi le mani per portarle sul suo cuore. Sentii solo freddo, e nessun battito. Feci un passo indietro e lui si avvicinò nuovamente a me baciandomi la fronte. Mi svegliai di colpo, con il fiatone e il viso umido per il sudore.

Mi sedetti sul letto, presi un pugno di capelli e li tirai leggermente mentre guardavo in basso.

Sentivo il profumo di Andrew nella stanza. Era una vera e propria tortura. Sentire quel profumo, ma non vedere la persona alla quale apparteneva. Non vedere Andrew era una tortura. Non avere le sue mani addosso era una tortura. Lui era una trappola, nella quale io ero caduta a pieno.

Nella stanza non erano apparsi biglietti di alcun genere. Mi misi a riflettere sul sogno fatto poco prima e capii che quello che provavo io per lui, quello che credevo fosse amore, in realtà, da lui non era ricambiato. La mia dipendenza verso di lui era solo frutto della sua natura, del suo essere un angelo nero.

Andai al piano di sotto e l'orologio segnava le sei di sera. Mi feci un tè e mi sedetti sul divano a guardare la televisione. Ogni canale in cui andavo a finire trasmetteva film d'amore. Solo film d'amore. Tanto per ricordare quanto la mia solitudine fosse grande. Proseguendo anche per altri canali, in uno trasmettevano un telegiornale locale.

Quattro ragazzi scomparsi in un quartiere di Cincinnati. Era il titolo della notizia. Pensai ai miei amici, non poteva essere nessun altro.

"Quattro ragazzi in un quartiere di Cincinnati sono scomparsi da due giorni. Uno di questi da ben un mese. Non si sa che fine abbiano fatto i corpi. Sono stati rinvenuti solo gli zaini di scuola. Nient'altro."Rabbrividii a quelle parole.

Tutto questo era opera di Andrew.

Spensi la televisione e mi diressi al piano superiore per farmi una doccia. Entrai in bagno, aprii l'acqua e mi spogliai. Come al solito mi misi ad osservare il mio corpo pallido allo specchio. Non perché pensassi di avere un bel fisico. Lo guardavo e basta, a volte pensando a come potrebbe essere più bello se avessi un po' più seno, oppure se solamente non fosse questo il mio corpo. Mi risvegliai dai miei pensieri e, prima di entrare nella vasca, feci partire un po' di musica.

Entrai e sentire quelle gocce di acqua calda sul mio corpo freddo mi fece stare bene, mi stavo rilassando in un certo senso. Era come se quelle gocce che rigavano il mio corpo lavassero via i miei problemi, almeno per qualche minuto.

Una volta finito, avvolsi il mio corpo in un grande asciugamano e mi diressi nella mia stanza. Appena mi avvicinai al letto trovai un biglietto. Te l'ho già detto, ascolta i tuoi sogni e guardati alle spalle. Non farti ingannare. Fidati di me. Firmato AB.


It isn't just a game  - Andy Biersack -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora