Lasciammo Mark e successivamente ci dirigemmo anche noi verso casa.
Il tragitto fu silenzioso, poiché entrambi sapevamo, che in momenti come questo, le parole non servono a nulla, se non a peggiorare la situazione, il silenzio è sacro.
Arrivato in camera, mi sdraiai sul letto, chiusi un attimo gli occhi, appena li riaprii, il soffitto era magicamente scomparso, al posto di esso c'era il cielo.
Mi accorsi, di non essere più sdraiato sul mio letto, ma su di un prato, era notte fonda, ma una luce bianca, illuminava tutto l'ambiente circostante.
Alzai lo sguardo al cielo e notai, che benché non ci fossero nuvole, non c'era neanche una stella, in compenso la luna faceva una luce che equivaleva quella irradiata da mille stelle.
Rimasi scioccato e ammaliato a guardarla, era anche più grande del solito, anzi, dire " più grande " è un eufemismo, era enorme, d'un tratto la vidi creparsi, proprio come un uovo che sta per schiudersi.
Prima si divise in due parti, poi in quattro parti, successivamente in otto, in sedici e così via, finché raggiunse il culmine ed esplose.
Innumerevoli pezzi si scagliarono in tutte le direzioni.
Scattai in piedi, sbigottito da quello spettacolo irreale e difficile da accettare per la mia mente, vidi che uno dei pezzi stava dirigendosi proprio verso di me, iniziai a correre per evitare di essere colpito.
Rimasi scioccato dalla velocità che avevo assunto, in un balzo fui lontanissimo da quel luogo