suicidio

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AVVERTENZA!!
LEGGERMENTE PERVSTRID MA SOLO LEGGERMENTE 😏
Apro la porta e corro via. Sento dietro di me un rumore di risate. Nessuno mi sta rincorrendo, eppure se mi fermo le sento avvicinarsi e irrompere nella mia testa come un tuffatore in una piscina. Non mi importa più di nulla: non mi importa delle lacrime mi rigano il volto, che prenderò note e sospensioni, che la caviglia fa male e continuo a correre, non mi importa che se mi trovo qualcuno davanti lo spingo per continuare a correre, chiunque egli sia.
Tanto tutto questo finirà.
Svolto a destra e mi trovo davanti le scale. Le salgo a tutta velocità, con l'affanno, ma senza decelerare, e mi ritrovo sul piccolo pianerottolo vuoto e pieno di polvere e ragnatele. Qui non viene mai nessuno. Mi appoggio al muro e mi lascio andare, cadendo a terra con le ginocchia al petto, e piangendo. Ma perchè tutte a me devono capitare?
Il mio nome è Astrid Hofferson e vivo a Los Angeles da mia zia, dopo che i miei genitori sono morti in un incidente. Ho vissuto sempre da sola, perchè all'asilo mi prendevano in giro perchè ero bassa e alle medie e superiori non mi ha mai calcolata nessuno, solo perchè ero una secchiona cocca dei prof ancora vergine a 17 anni, una di quelle ragazze che non va in giro con 8 ragazzi fino all'alba e passa la notte in qualche strano locale o che trasgredisce le regole. Anzi. Mi chiamano rompipalle di turno perchè faccio spesso la spia alle loro folli idee o faccio sempre di tutto per impedirgli di fare le loro cazzate, visto che l'ultima volta hanno sospeso tutta la classe perchè si erano nascosti dopo la scuola e facevano festa in classe di notte. Ero la classica brava ragazza che non ha amici e che parla da sola, avendo solo una zia vecchia e antipatica, ma a cui voglio lo stesso bene. Parlo solo con la mia pappagallina Tempestosa, ma mi serve QUALCUNO. Qualcuno che mi risponda. Che interagisca con me. Oggi hanno davvero raggiunto il limite quei bastardi. Ieri mi hanno portata con l'inganno in un locale e aprendo la porta mi è caduto addosso ancora non ho capito cosa, so solo che era liquido, verde con delle cose gialle gelatinose, puzzolente e appiccicoso. Mi hanno fatto non so quante foto. Sono corsa via e mi sono messa a piangere appoggiata al muro di un appartamento. Mi sono sentita mancare l'aria e ho preso l'inalatore. Sì, sono asmatica. Ma il punto è che stamattina so o entrata in classe e al posto del prof di inglese c'era mezza scuola a guardare alla L.I.M. tutte le mie foto di ieri. Si sono messi a ridere. Ho chiuso la porta e sono corsa via, ed eccomi qui. Voglio andare in segreteria: chiamo a casa e mi faccio venire a prendere da zia Mary. Sì. Così mi faccio una cioccolata e mi stendo sul letto, studio e...
...e domani ancora a scuola.
Ancora l'incubo.
Se prima non mi pensavano proprio ora sarò lo zimbello della scuola.
Mi asciugo le lacrime con la gonna e mi alzo appoggiandomi alla parete. Appoggio la mano sul muro per alzarmi, ma quando faccio leva quasi cado perchè ho messo la mano su una porta che con la mia spinta si è aperta. Guardo attraverso e vedo il cielo. Il tetto della scuola. Un passo. L'istinto. Voglio andare in segreteria. Ma il mio corpo vuole stare qui. Un altro passo. Cos'è questa storia? Un altro ancora. Non comando più la mia mente. Un altro passo. Sono in trance. Cammino come ipnotizzata fino al bordo del tetto. Guardo giù. Chissà come deve essere saltare. Sentirsi davvero libera per quei secondi per poi perdere tutto ciò che si ha, ma essere libera per sempre. Dall'alto vedo le chiome degli alberi rossicce e dei pini sempreverdi. Vedo la fontanella avanti al cancello dove in terza media ho fatto sbattere la testa ad un tizio che mi chiamava TROIA ogni mattina. Ridacchio all'idea. Anche se mi ha quasi stuprata al 1^ anno di liceo quando l'ho avuto nella mia stessa classe. Ma dettagli...
E poi... quella. Quella panchina. La panchina dove mi sono seduta a leggere un anno fa e mi è arrivata una pallonata in faccia. Non mi era nuovo, ma mi era nuova un'altra cosa:

"Scusa! Ti ho fatta male?" Mi hai chiesto. "divertente... vattene." Risposi coprendo la faccia. "Perchè? Voglio chiederti scusa!" Un brivido mi percorre la spina dorsale. "Scusa? A me??" Sussurro togliendo le mani. Lui mette i pollici sulle mie guance e mi asciuga due lacrime. "Toh, sei più carina se non piangi! Ma guarda che segno rosso..." mi massaggia lo zigomo destro, prima di poggiargli un bacio leggero. Per fortuna ero già rossa, altrimenti non lo so che figura avrei fatto. "Spero te lo farà star megl..." "HADDOCK! MUOVITI A RECUPERARE QUELLA CAZZO DI PALLA!" "ARRIVO! Devo andare, ciao!" E sei corso via, lasciandomi immobile.

L'unico che non mi ha mai giudicata.
L'unico che mi spiace lasciare.
Alzo il piede tremante per salire sul cornicione quando...
"FERMA!!" un urlo mi blocca. Mi immobilizzo letteralmente e una mano mi trascina il polso all'indietro. Mi ritrovo la faccia schiacciata ad una spalla e sento due braccia circondarmi. "ASTRID MA CHE CAZZO FAI??" Singhiozza. Mi stacco e lo guardo in faccia. "Hiccup..." sussurro. "Ma cosa..." "NO, TU COSA STAVI FACENDO? TI HO CERCATA PER TUTTA LA SCUOLA!" "E perchè mai?" "Ti ho vista correre piangendo..." risponde. Mi alzo e vedo i suoi occhi verdi e mi sembra come fosse la prima volta. Le mani che avevo sul suo petto iniziano a scivolare giù perchè non presto attenzione alle mie azioni, ma quando sento la sua presa più forte e mi avvicina, alzo i gomiti finchè le mani non scivolano sulle sue spalle. "Io.." "Astrid non farlo mai più. Mi hai spaventato a morte." "Hic, mi dispiace, ma del mondo non mi frega più nulla. Perchè vivere se..." "As ma che ti importa degli altri! Tu... devi importarti di te stessa! La vita di tutti non è nulla senza di te, perchè tu ne sei il centro. la stessa cosa vale per me, sotto il mio punto di vista, e per tutti gli altri. Vuoi davvero lasciarti abbattere così?" "MA IO NON HO NESSUNO! SE AVESSI QUALCUNO CON ME CON CUI SFOGARMI POTREI SOPRAVVIVERE MA IO SONO SOLA!!" urlo swnza accorgermene. Mi fissa negli occhi, penetrante. "Astrid..." sussurra avvicinando il suo volto al mio. "S-sì?" Rispondo terrorizzata. Socchiude gli occhi e si china di lato. "Sei troppo irresistibile quando piangi..." soffia con voce roca sulle mie labbra, prima di fiondarcisi sopra. Mi sta baciando... MI STA BACIANDO!! Mi lascio andare all'istante, schiudendo le mie labbra e lasciandogli l'accesso. "Ci sarò io per te... io ti amo" dice staccandosi per mezzo secondo, prima che io gli prenda le guance per baciarlo di nuovo. Allenta leggermente la presa per accarezzare i fianchi fin dove la mano arriva, per poi prendermi sotto le cosce e tenermi in braccio. Allaccio le gambe sul suo bacino e stringo la presa per non cadere, mentre lui continua ad accarezzarmi ovunque. Quanto è rilassante... non mi sono mai sentita meglio.
Ma non abbiamo contato una cosa.
"Hi...Hic..." sussurro. Lui mi fa scendere ma mi tiene ancora vicina. "Dimmi". Non rispondo. Inizio a singhiozzare e ad ansimare, senza respirare. "Oh per tutti gli dei! Sei asmatica??" Mi chiede. Annuisco. Ho un forte dolore alla testa. Non eiesco a respirare. Inizio a vedere tutto sfocato, ma sento Hiccup mettermi una mano sotto le ginocchia e l'altra all'altezza delle scapole, e inizia a correre. "AIUTO!! PRENDETE UN INALATORE!!" urla in corridoio mentre corre con me in braccio. Entra in infermeria aprendo la pirta con un calcio. L'infermiera mi vede e capisce subito cos'ho. Hiccup mi fa mettere in piedi ma mi tiene ancora dietro la schiena. Prende un inalatore e spruzza dentro la mia bocca ben tre volte prima che io mi riprenda. Chiudo gli occhi e ricomincio a respirare regolarmente. "Te la sei svampata per un pelo, Hofferson!" Dice agitando il dito e tornando nella stanza affianco. Hiccup mi abvraccia, chinandosi, data la sua notevole altezza e la mia notevoke bassezza. "Astrid non sai quanto mi hai spaventato... non farlo mai più!" "Beh" mi stacco e appoggio la testa sul suo petto. "È stato un certo TI AMO a farmi rimanere qui... dopotutto sono io il centro della mia vita!"

Oɴᴇ Sʜᴏᴛs  ||Hiccstrid||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora