Capitolo 1. Nuovi incontri.

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(A.n. Avviso che il libro è in revisione. Quindi, qualsiasi incoerenza durante la lettura, è dovuta a ciò. Non ho molto tempo libero per revisionare ed aggiornare contemporaneamente, quindi volevo avvisare ad inizio avventura. Nonostante ciò, ho deciso di lasciare gli spazi autrice così come sono. Detto questo, buona lettura!)

Dimenticare.

Tutto ciò che avrei voluto fare, era sradicare la mia mente dai ricordi pungenti quanto le spine di una rosa.
Il freddo della neve, contrastante con la natura esposta in tutte le sue sfaccettature, induceva la vista a concentrarsi su qualcosa di talmente ambiguo ed affascinante da spingerti a sederti e contemplare, contemplare ciò che vedevi e pensare a come sarebbe stato se lì, al tuo posto, ci fosse stata un'altra persona, se avessi potuto cambiare il passato o se avessi solo bisogno di credere nel futuro, costruendo passo per passo il tuo presente.
Io avrei lasciato che il tempo scorresse senza ostacoli, avrei sperato che, forse, un giorno avrei raggiunto un posto nel quale le diversità fossero un punto di forza, nel quale qualsiasi dolore potesse essere placato da un abbraccio o lacrime salate versate potessero aiutarti a sfuggire ai demoni in agguato alle tue spalle.
La distesa che si presentava davanti i miei occhi era più vasta di quanto avrei potuto immaginare. Tutto ciò che avevo temuto, contro ciò per cui avevo combattuto fino a sentir le forze abbandonare il mio corpo, era crollato con la stessa facilità con la quale un soffio di vento riesce a far crollare un castello di carte.
Ed io, io ero in cima ad esso.

Appena arrivammo a scuola, i miei pensieri si destarono, inducendomi a focalizzarmi sugli occhi dei presenti puntati su di noi, ed io ero abbastanza convinta che frasi diffamatorie si stessero già diffondendo come unico suono nell'aria. Ma, a quella distanza, non mi era permesso sentire.

La braccia del ragazzo al mio fianco, mi donavano un senso di protezione tale da farmi dimenticare gli sguardi per niente contenuti degli studenti attorno a noi.

"Hey Cassie." Lauren mi si parò davanti, non appena raggiungemmo la porta principale. Era una ragazza abbastanza vivace, a volte irritante, a causa del fatto che fosse la coordinatrice del giornalino scolastico. "Mi stavo chiedendo se ti andasse di fare una recensione. Sai, è da diverso tempo che nessuno sa come te la passi."

"Non ha bisogno delle tue cazzate o la tua compassione." Intervenne il ragazzo al mio fianco, fissando i suoi occhi ramati nel verde cristallino difronte a noi.

La ragazza, udendo le sue parole, si dileguò senza proferire nient'altro, imbarazzata dai tanti occhi che avevano assistito alla scena.

Tutti sapevano che vivevamo insieme, sapevano che c'era anche un bambino di cui ci prendevamo cura. Eppure, a nessuno sembrava importare, tutti pensavano noi fossimo ciò a cui, in realtà, non potevamo neanche lontanamente assomigliare.

Attraversammo il corridoio, raggiungendo il mio armadietto. "Potevi evitare." Sbuffai, aprendo l'anta.

"Lei, poteva evitare." Ribatté.

"Voleva solo essere carina. Sai, esisto le persone gentile al mondo." Riposi alcuni libri, lanciandogli uno sguardo allusivo.

"Non voleva essere carina. Se non ricordi, è il capo del giornalino e voleva soltanto rendere pubblico ciò che ormai è parte del nostro passato. Non aveva buone intenzioni e lo sai."

"Per te nessuno ha mai buone intenzioni." Sospirai.

Scrollò le spalle in un gesto disinteressato. "Ci vediamo dopo." Sussurrò, prima di lasciarmi un soffice bacio sulla tempia e volarmi le spalle, allontanandosi.

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