CAPITOLO 18.

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Dedicato a xTheGirl_InBlackx

"Sicura che è tutto okay?" Chiede Sidney per la millesima volta. "Si, andiamo." Le tiro il braccio e insieme attraversiamo l'ingresso della scuola.
Stamattina, mi sono lasciata nelle mani della ragazza al mio fianco e ora sono come nuova, nessun  segno viola o rosso.
Scorgo in lontananza i due ragazzi, che sorridenti ci aspettano. "Ehi, funghetto." Steven mi abbraccia calorosamente, per poi fare lo stesso con Sidney.
Appena giungo da Owen non ho neanche il tempo di dargli il buon giorno che mi trascina via dagli altri due, che ormai si sono persi in chiacchiere. "Giorno anche a te." Sbuffo. "Oh dai, ora metti il broncio." Prende il mio mento e lo scuote come si fa con i bambini, provocando un gemito di dolore da parte mia. "Oddio scusami.." Si fa cupo. "Niente." Sorrido rassicurante. "Senti, andiamo dritti al punto.." si sfrega le mani. "Puoi saltare la prima ora?" Mi guarda dritto negli occhi. "Ehm.." balbetto. "Non voglio saltare la prima ora se non occupo il tempo a dormire." Alzo le spalle come se una cosa del genere fosse naturale per chiunque.

Sei un ghiro.
Non è vero, ho un alto livello di sonno.
Ma ti capisci quando parli?
No.

Rotea gli occhi divertito. "Non sapevo fossi così pigra." Mi fa segno di seguirlo. Camminiamo per i corridoi che man mano si svuotano, fin quando non rimaniamo solo noi e il rumore dei nostri passi. Giungiamo davanti una porta grossa a due ante. Owen spinge la striscia rossa in mezzo per aprirla e mostrare una rampa di scale. "Prego." Si inchina facendomi passare avanti con un sorriso. Questa è la prima volta che ci comportiamo da veri amici, ma a me sembra di esserlo da una vita. Di nuovo il proverbio 'non giudicare mai un libro dalla copertina' si fa strada nella mia mente. È vero anche questa volta, non credevo Owen potesse essere tanto simpatico e gentile.

Ti rendi conto che l'hai appena chiamato libro?
Ma..non è vero..
Certo, vai convinta..

Salgo le scale seguita da lui.
Una volta sopra capisco l'impazienza del ragazzo nel mostrarmi ciò che ho difronte.

Un terrazzo? Troppo scontato.
Dove volevi che mi portasse?
In uno sgabuzzino per fumare, ecco dove.

Amethyst non è mai stata così bella sotto i miei occhi come ora. "Allora? Ti piace?" Resto in silenzio acconsentendo con la testa. Sorride. "Vedi quello?" indica un punto a malapena visibile, conducendomi verso il bordo del terrazzo. "Si.." socchiudo gli occhi per focalizzare meglio.

Sei una cieca.
Ma è lontano!
Per lui no.

"Quello è il confine tra Amethyst e Fire Brick." Fa un cenno con la testa, per poi abbassarla. "Siamo così vicini?" Un brivido scorre lungo la mia schiena. "A quanto pare" mette le mani in tasca cercando di guardare oltre quel confine, ma la nebbia perenne glielo impedisce, come a chiunque altro. "Non capisco.." sussurro. "Cosa c'è da capire? Quel posto è maledetto." Scrolla le spalle. "Ed è meglio per tutti starci lontano." Continua. "Ma io, non ho mai capito perché Amethyst mentre avveniva tutto quello che ormai è già passato lì, non sia intervenuta. Insomma.." mi interrompe. "Non devi pensare a queste cose. Molte persone si sono riempite la testa di stupidaggini e sono andati oltre la nebbia. Non si ha più notizie di loro, non sono più tornati. Ti basti sapere questo." Distoglie lo sguardo, che per tutto il tempo in cui mi ha parlato è stato su di me e guarda verso l'orizzonte. Stiamo zitti ascoltando solo il rumore del vento, che qui è un po' più forte.
"Io non credo al fatto che la gente in quel posto sia scomparsa.." continuo imperterrita. "Non si sa se è scomparsa, Cassie ti ho solo detto che non si hanno più notizie perché non sono ritornati. Ha quel nome per una ragione che conosciamo tutti qui, ma nessuno ha voglia di parlarne. Se inizi il discorso la gente ti ignora, siamo sempre stati indifferenti nei confronti delle altre città e non oso immaginare che succederebbe se qui avvenisse qualcosa, saremmo spacciati." Scuote il capo e scrolla le spalle, come se stesse chiudendo il discorso. Passano attimi di silenzio, prima che lui riprenda la parola.  "Sai, ho capito." Mi guarda intensamente. "Cosa?" Corrugo la fronte confusa. "Dopo quello che è successo ieri sera, io ho pensato molto e ho capito il motivo del mio comportamento menefreghista nei tuoi confronti." Riporta di nuovo il suo sguardo su di me e questa volta anche il mio è puntato su di lui. Annuisco con la testa per farlo continuare. "Eri tu." Fissa il cielo, oggi oscurato leggermente da nuvole. "Appena ti ho vista ho subito pensato a una figlia di papà. Una che non accetta mai un no, che piange per ogni cosa che vorrebbe ma non ottiene. Poi, ieri sera dopo tutto quello che è successo, che hai passato, tu non hai versato neanche una lacrima. Ti sei lasciata svenire piuttosto che disperarti. Poi, poi sei crollata, tra le braccia di Sidney e lì ho visto il dolore riflesso nei tuoi occhi. Non so quello che hai passato, non so niente di te. Ma sappi che tu potrai crollare in qualsiasi momento tra le mie braccia. Perché so che non lo fai con chiunque, so che mia cugina ti sta veramente a cuore. Per lei ormai sei un esempio, un'eroina -non intendo quella eroina- " Mi fa sorridere. "non fa altro che parlare di te e quando lo fa le si illuminano gli occhi. E anch'io sono qui per te, esattamente come lei e Steven." Ora mi sorride e non posso fare altro che ricambiare. Un tempo su questo terrazzo non ci sarei mai salita, avrei saputo cosa sarebbe successo. Ma ora, ora sono più che certa che di questo ragazzo con i ricci brizzolanti da ogni parte,  io mi possa fidare. Quindi sorrido, sorrido a lui e sorrido al mio nuovo amico. "Dicendo così hai proclamato che la tua libertà è finita, non ti disfarrai mai più di me." Lo prendo il giro sapendo che starà al gioco. "Oh così mi ferisci." Mette la mano sul cuore offeso. "Io ti faccio un discorso sentimentale e tu mi togli la libertà. Sei malvagia, pidocchio."  Allarga le labbra in un sorriso divertito.

Te l'ho sempre detto che sei un insetto fastidioso.
Ma il pidocchio non è un insetto.
Ah no e che cos'è?
Lo chiedi a me?

"Come mi hai chiamata scusa?" Spalanco la bocca scioccata. "Pidocchio." Sorride di più. "Che c'è, non è vero?" Continua. "Ritira subito ciò che hai detto o.." mi interrompe beffardo. "Oppure?" Questa volta sorrido io. "Oppure hai tre secondi per iniziare a scappare prima che io ti prende e ti faccia diventare uno scarafaggio." E così, inizia a fuggire verso la porta, seguito da me e dal suono della campanella. Andiamo via, lasciando qui, a galleggiare nell'aria le promesse che ci siamo fatti.

#spazioautrice.
Heyy,
Mi manca Ryan hahahha. Nel prossimo tornerà non vi preoccupate e non pensate mi sia scordata di Halloween, ce ne saranno delle belle. Come vedete ho voluto concentrare questi capitolo sul fatto che Cassie sta legando molto con i ragazzi e con Sidney. Spero il capitolo vi sia piaciuto. A prestoo.💘

Kiss - .GV.

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