Capitolo 22.

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Non possiamo fare niente. Non possiamo urlare aiuto perché se no, è vero che così potremmo uscire, ma finiremmo sicuramente nei casini, quelli belli grossi.
Ho provato e riprovato a chiamare più volte Sidney, Steven e Owen, che mi ha dato il suo numero subito dopo la festa dove abbiamo stretto il nostro rapporto.

Io direi creato.
In effetti..

"Niente?" Mi chiede Ryan, dopo l'ennesima volta che attacca la segreteria.
"Niente." Sospiro. Ma come fanno a non sentire un telefono squillare? È vero che sono nel pieno della festa, quindi il volume della musica è abbastanza alto, ma non così tanto da non far sentire la suoneria di un cellulare, che per come suona quello di Sidney si sentirebbe a un concerto rock.

Restiamo così.
Passa un quarto d'ora, quando il telefono comincia a squillare.
Saltiamo tutti e tre e prima che possa rispondere Ryan recupera il cellulare al mio fianco per accettare la chiamata.
"Cassie?" La voce di Owen si sente fino a qui per quanto urla, anche se io sono distante. Sono seduta come prima, con la schiena appoggiata alla porta, Matt nella stessa posizione, al mio fianco e Ryan in piedi che fa avanti e indietro.
"Si." Una voce stridula esce dalla sua bocca. "Sono Cassie." Continua a prenderlo in giro.
"Dove sei?" Giro gli occhi quando lo vedo sorridere sotto i baffi per la risposta di Owen.
Davvero ho la voce così?

Si, questo è uno dei motivi per cui mi vergogno di essere la tua coscienza.
Grazie tante.
Tante prego.

"Nel tuo cuore piccolo Owen mio." Non riesce a trattenere il sorriso stavolta.
"Ryan." Sono convinta che Owen stia girando gli occhi in questo momento.
"Ci hai messo una vita. Sai, credo veramente che qualche rotella nel tuo piccolo cervello debba essere cambiata."  Da qui non sento la sua risposta, credo sia uscito fuori perché non urla più.
"È qui e si, sta bene." Si gira a guardarmi. "Okay.."
Mi passa il telefono.
"Sidney ti vuole parlare." Allungo la mano per poi prendere il cellulare e portarlo all'orecchio. "Cassie?" Parla con dietro un brusio, proveniente molto probabilmente da Owen e Steven. "Si, sono io." Sorrido. "Tutto a posto?" Chiede spostandosi dai due ragazzi intenti a parlare.
Alzo gli occhi in quelli pece del ragazzo che mi sta fissando. "Diciamo..Senti, ti giuro che ti spiego tutto dopo, ma ora siamo intrappolati tra i corridoi della scuola." Spiego velocemente. "Cosa?" Dice.
"Non fare domande." L'anticipo. "Potreste solo venire ad aiutarci?" Chiedo ancora.
"Arriviamo." E detto questo, attacca.
"Allora?" Matt si gira verso di me. "Stanno venendo."
Sorride alla mia risposta. "Sapete, credevo saremmo ammuffiti qui dentro.
In quel caso avrei dichiarato il mio amore a Cassie e lasciatelo dire tesorino, stasera sei uno schianto." Mi fa l'occhiolino per poi girarsi a guardare il muro difronte a se.
"Smettila di fare il cretino Matt." Sbuffo infastidita dalla sua voglia perenne di innervosire le persone.
Qualcuno bussa dall'altra parte della porta.
"Cassie?" Steven richiama la nostra attenzione. "Si." Esclamo. "Siamo qui."
Mi alzo velocemente in piedi, seguita a ruota da Matt. Sento un rumore, prima della voce di Sidney. "Uscite."
Spingo la porta verso l'esterno, per poi vedere i miei amici ad aspettarci difronte.
"Tutto a posto?" Owen si avvicina. "Si." sorrido. "Cosa facevi lì eh pidocchio?" Mi scombina i capelli. "Smettila." Sbuffo tirandogli un pugno innocuo sulla spalla per poi cercare di aggiustare per quel che posso, i capelli.
Sidney è bellissima nel suo costume. Owen si è vestito da zombie e Steven, beh lui non si capisce cosa sia.
"Ryan." Gira gli occhi alla vista del ragazzo al mio fianco.
"In carne e ossa." Sorride quest'ultimo con fare divertito.

La musica è molto alta, ma niente in confronto a quella della festa in casa di quel ragazzo.
Infondo, siamo sempre in una scuola e i professori non ci permetterebbero di fare troppo rumore.
Da qui, noto tutto da una prospettiva diversa.
Difronte a noi, dietro tutta la gente che sta ballando sulle note di una canzone pop, si trova il banco con le bevande. Al mio fianco diversi sgabelli e sedie sono occupati da altri ragazzi intenti a chiacchierare allegramente e infondo alla sala sempre alla mia sinistra, si trova il dj, un ragazzo di quarto.
"Okay." Si guarda intorno Owen. "Io credo che questa dama vampiresca voglia ballare con me." Mi guarda con un sorriso dolce prima di porgermi la mano e aspettare che io la unisca alla sua, dopo ciò mi trascina nella pista da ballo.
"Scatenati." Urla sopra alla musica troppo alta per poterlo sentire. Così faccio, inizio a ballare seguendo i suoi movimenti. Agito le braccia in aria muovendomi in contemporanea con la musica.
Le risate di Owen giungono alle mie orecchie mischiate al suono forte proveniente dalle casse del dj. "Che ridi?" Lo guardo storto. "Niente." Continua. "Solo che.." mi indica. "Ti muovi come una che non sa dove si trova."

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