CAPITOLO 11.

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E siamo ancora qui. Ancorati l'uno all'altra. "Mi dispiace." Sussurra al mio orecchio le parole che avrei voluto sentirmi dire da giorni, invece che essere evitata.
"Si?" Lui è inginocchiato tra le mie gambe, io sono seduta sul divano, tra le sue braccia. "Si, non volevo dire quello che ho detto, tu, non sei quello che ho detto. Lo sai che ero arrabbiato e che quando sono arrabbiato dico cose che non penso, ti prego perdonami. Non ce la faccio senza te." Ci stacchiamo e lo guardo negli occhi, nei quali trovo il dolore e la malinconia. "Prometti di non dirmi più quelle cose, i-io non voglio che tu pensi questo di me.." Vengo interrotta. "No, no non lo farò più mi dispiace tanto." Mi riabbraccia. "Anche a me, ma ti perdono." Ci allontaniamo e questa volta nei suoi occhi leggo solo felicità. "D'avvero?" Mi scruta negli occhi per capire se dico la verità e appena annuisco sorride. " Però tu promettimi una cosa. Non tornare più a casa a quell'ora senza avvisarmi prima." "Te lo prometto." Ci sorridiamo a vicenda. "Grazie. Solo, un'ultima cosa." La sua faccia si fa divertita e sul suo viso appare un sorriso beffardo. "Non metterti più i maglioni della nonna, per carità solo felice che tu ti copra, ma sono orribili." Butta la testa all'indietro ridendo. "Hei." Gli schiaffeggio la mano. "Non sono della nonna." Si alza. "Questo solo io lo so. La nonna non se li metterebbe mai." Gli lancio un cuscino ma lui lo scansa correndo in cucina.

Cammino per i corridoi della scuola guardandomi in torno. Oggi Sidney non viene, ha la febbre. Ma io sono comunque felice per ciò successo stamattina, finalmente io e Jace abbiamo chiarito e fatto pace. Oggi è il primo giorno che rimetto i miei normali vestiti. I miei jeans strappati mi sono mancati tanto.
Ora ho un'ora buca e mi sto dirigendo in un luogo dove posso trovare pace e tranquillità per ripetere. Apro la porta dello sgabuzzino, difronte a me si trova uno scaffale con diverse scatole sopra -tra cui quella contenete le sigarette di Ryan- e intorno tanti altri scaffali. Mi nascondo dietro a uno, in modo che se qualche bidello entra per prendere qualcosa almeno non passo i guai.

Sono qui da una mezz'oretta. Tra poco suonerà la campanella, ma voglio comunque rimanere un'altro po' qui. Per finire di ripetere bene. Ammetto che, devo venirci più spesso, si studia in pace e tranquillità senza alcun disturbo, apparte qualche bidello che entra per prendere qualcosa e poi se ne va. Ed eccone un altro, sento aprire la porta e qualcuno entrare. Mi stringo di più in me stessa e continuo a ripetere. Ma non sento la porta risbattere, chi è entrato ancora non è uscito, il che è strano. Poggio il libro al mio fianco e mi sporgo per vedere chi c'è.
Davanti a me appare un Ryan intento a fumare una sigaretta nervosamente. "Che c'è?" Sbuffa  una voce a me familiare, ma non è lui. È una voce molto meno roca. Mi sporgo per confermare i miei sospetti e appena scorgo il ragazzo che fa compagnia a Ryan mi tappo la bocca con la mano. Che ci fa lui qui? Come si conoscono?

Beh, se ci tieni tanto vaglielo a chiedere.
Shh, fammi sentire.

"Mi devi fare un favore." Lo supplica con lo sguardo Ryan. Da dove sono io non vedo la faccia, ma sono sicura che quel ragazzo che gli fa compagnia sia chi credo. Ormai mi sono abituata a vederlo.
"Dimmi di che si tratta." Aspira dalla sigaretta.
"Devi aiutarmi ad alzare la mia media." Gli risponde Ryan. Una risata si espande nella stanza. "Scusa, so che non ti piace, ma la soluzione è una. Studiare." Continua a ridere il ragazzo di spalle, facendo innervosire ancora di più Ryan che a questo punto butta a terra la sigaretta. "Tu non capisci, non potrei mai recuperare con un compito o un'interrogazione. Mi servirebbero almeno tre o quattro compiti per ristabilirmi  con il programma o i miei mi ammazzano." Gli punta il dito contro. "E non mi sfidare O'Malley, mi devi un favore."
"Hei, calma. Ti aiuto, ma non so a cosa ti servo visto che sono del parere che tu debba studiare." Ora butta a terra la sigaretta anche lui. Mi sporgo un po' per vedere perchè non parlano più, ma cado a terra come una scema. "Chi c'è?" Si guarda intorno Ryan. Metto il libro nello zaino e mi alzo. Tanto ormai hanno capito di non essere soli. Esco da dietro lo scaffale. "Ma guarda un po' chi si vede." Dice sorpreso Owen. "Che ci fai tu qui?" Lo sposta Ryan mettendosi davanti a lui, in modo da coprirmi dalla visuale di quell'altro. "Oh ciao, sono felice anch'io di vederti." Gli rispondo sarcastica. Owen si sposta scrutandomi dall'alto in basso. "Hei, che hai fatto alla gamba?" Mi chiede ovviamente riferendosi al tutore. "Niente, di importante." Abbasso gli occhi. "Bene, noi andiamo" Lo prende Ryan per il braccio trascinandolo fuori. "Oh ma ciao." Sorrido sempre ironicamente, quando ormai sono lontani, prima di prendere il mio zaino e uscire.
Mentre cammino verso la classe di italiano, penso a ciò che ha detto Ryan e sorrido pensando all'idea fantastica che mi è appena venuta in mente.

#spazioautrice.
Heyy,
Che ve ne pare? Fatemi sapere nei commenti. Vi volevo avvisare che vorrei fare un capitolo dalla parte di Ryan, in modo da far capire un po' il personaggio. A prestoo.💘

Kiss - .GV.

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