Lily.

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"Arancione." Ribatte acido.
"Rosa!" Rispondo battendo i piedi per terra.
"Lily! Non voglio vivere in una casa rosa! È da femmine!" Si lamenta per l'ennesima volta.
"Kev, io odio l'arancione" protesto incrociando le braccia e tirando su il naso.
"Ma non mi dire..." ammicca nella mia direzione e mi passa una mano di vernice arancione sulla salopette bianca da lavoro.

"Non lo hai fatto veramente...." sibilo lanciandogli l'intero secchio di vernice rosa addosso, sporcando anche metà muro.
"E va bene, la camera da letto la facciamo rosa, ma il salotto lo decido io!" Mormora furibondo scompigliandosi i capelli castani.
Sorrido e mi avvicino per baciarlo, cosa che a quanto vedo non gli dispiace minimamente.
In quel momento suona il suo cellulare.
"Merda...." impreca a bassa voce
"Chi è?" Chiedo cercando di rimettermi a posto la mia montagna di ricci platinati con un mollettone, rigorosamente rosa.
"Mio padre. Un suo amico si è trasferito qui, con i due figli. Vuole che appena ricomincerà la scuola li porti a fare un giro per l'istituto." Mi spiega sbuffando.

"Sarebbe un gesto molto carino da parte tua" gli sorrido amabilmente facendo anche gli occhi dolci.
"Oh non pensarci nemmeno! Non cederó" ribatte voltandosi dall'altra parte.
"Kev..." faccio quasi singhiozzando.
Si volta verso di me e alza gli occhi al cielo, seccato.
"Si ma così non vale!" Protesta avvicinandosi per baciarmi di nuovo.

"Ho trovato un lavoro part-time per una rivista" lo informo appena il bacio finisce.
"Wow, è fantastico! Ma non devi lavorare, lo faccio già io e poi l'unica cosa che quel bastardo di mio padre è bravo a fare è sganciare soldi..." mi rassicura riprendendo a pitturare.
"Ma io voglio farlo, e poi tranquillo, questo è il nostro ultimo anno di liceo, passati gli esami saremo adulti!" Sorrido pensando a quel momento.
"La fai tanto facile, Lily. Hai dimenticato forse che io faccio schifo a scuola e te vai ancora peggio?" Mi domanda sarcastico.
"Ehi!" Gli tiro un pugnetto sulla spalla "Quest'anno mi impegneró, stai a vedere!" Esclamo entusiasta.

Se penso che d'ora in poi vivró qui, con Kev, ancora non ci credo! Ho persino scoperto che quelle strane lettere che arrivano a casa, 'bollette' mi pare si chiamino, non si pagano da sole! Chissà cosa si inventeranno dopo.
All'improvviso qualcuno suona al citofono.
"Aspettavi qualcuno?"
"No, e tu?"
"No." Risponde secco andando ad aprire.

Davanti a noi ci sono due ragazzi. Il ragazzo sembra avere la nostra età, è alto quanto Kevin, ha i capelli corvini e gli occhi ghiacciati, per non parlare dello smagliante sorriso sul suo volto.
Dietro di lui, quasi nascosta, c'è una ragazza, dai capelli ramati, quasi arancioni e i medesimi occhi chiari.
Guardandola bene non pare avere più di 15 anni, ma indossa un trucco molto pesante, sui toni del marrone.
"Kevin?" Domanda il ragazzo moro,
"E voi sareste?" Ribatte Kevin.
"Kev..." lo rimprovero con una spallata.
"Piacere, io sono Victor e lei è mia sorella Madison." Ci tende la mano. Che ragazzo cordiale!
"Piacere io sono Lily!" La stringo e noto subito uno strano odore proveniente dai ragazzi.
"Anche voi lupi mannari vedo. Chi siete quindi?" Chiede quasi spazientito Kevin.
"Oh giusto, siamo i figli di Owen, è un caro amico di tuo padre. Siamo quelli a cui devi fare da guida tra qualche giorno" ci spiega raggiante Victor. La ragazza, Madison, non ha ancora detto niente.
"Vampiro..." sussurra all'improvviso alzando lo sguardo da terra e posandolo su di me.

Faccio un passo indietro, un po' intimorita. Non mi sono ancora del tutto abituata al fatto che non tutti i licantropi siano così benevoli verso noi vampiri.
"Madison, non essere maleducata!" La rimprovera il fratello senza abbandonare il suo sorriso.
"Si puó sapere che diavolo volete?" Si intromette Kevin
"Pensavamo fosse carino conoscerci meglio, dato che siamo nuovi in questa città non conosciamo praticamente nessuno." Ci spiega lui.
"Certo, solo se per voi va bene...." dice velocemente Madison a testa bassa.
Io e Kev ci lanciamo una veloce occhiata.
"Che bella idea! Ovvio che ci fa piacere, vero tesoro?" Tiro una gomitata al mio ragazzo.
"Si...." conferma storcendo il naso.
"Prego entrate. Scusate il disordine ma stiamo ridipingendo" dico facendoli accomodare.


"È una bella casa...." commenta la rossa guardandosi attorno.
"Oh grazie, sei molto gentile, allora, venite dalla California o da qualche altro stato?" Chiedo offrendogli dei biscotti, poggiandoli sul tavolino del salotto.
"Arizona. Papà si è dovuto trasferire qui a Santa Barbara. Sarei potuto rimanere lì, in quanto maggiorenne, ma ho scelto di partire per cambiare aria. E poi devo badare alla mia sorellina, giusto?" Da una leggera pacca sulla spalla alla ragazza che accenna un minimo sorriso.
"Allora, che si fa da queste parti per divertirsi?" Domanda di nuovo Victor.
"Solite cose..." commenta svogliato Kevin. Ma perché è così scontroso oggi?
"Be, noi diamo una festa domani sera, per...inaugurare...la casa" accenno guadagnandomi un'occhiataccia da Kev.
"Non vorremmo essere di troppo..." bisbiglia Madison sempre a testa bassa.
"Oh no, ci mancherebbe altro, vero Kev?" Chiedo tirandogli un braccio.
Lui grugnisce di rimando.
"Beh, allora non mancheremo. Non vi tratteniamo oltre, se avete bisogno per ridipingere non esitate a chiamarci, ecco il mio numero" afferma Victor, mentre salvo sul telefono il suo numero.
Dopo se ne vanno subito.

"Si puó sapere che ti è preso?" Chiede Kevin tutto irritato non appena sono usciti.
"Cosa? Sei tu quello che li ha trattati come se avessero la peste!" Esclamo offesa.
"Potrebbero...Hai visto com'è fatto mio padre, pensi che il suo amico Owen sia diverso?" Chiede sarcastico avvicinandosi a me.
"Sono solo dei ragazzi, come noi, Madison non penso abbia nemmeno 16 anni" lo rassicuro buttandomi sul divano.
"Ed è già così strana" commenta lui.
"Dai loro almeno una possibilità" quasi lo supplico.
"Ma perché ti importa tanto?" Domanda subito.
"Perché sto cercando di farti diventare più gentile" rispondo mentre lui si siede affianco a me.
"Hai visto come quella mocciosa si è irrigidita quando ha sentito il tuo odore?" mi fa in modo molto rude.

"Anche tu mi guarderesti così se non stessimo insieme, lo stesso vale per Drake e per gli altri nostri amici" ribatto abbassando lo sguardo.
"Be 'amici' è una parola grossa, da quanto non li senti? Tre mesi?" Commenta sprezzante.
Si vede che gli mancano. Mancano anche a me.
"Non era per questo che ti sei trasferita qui con me? Per non dover dare spiegazioni del tuo vampirismo a tuo padre e alla madre di Ian." Aggiunge dopo passandosi una mano tra i capelli castani.
"Non è il motivo principale, lo sai bene! Cosa dovrei fare ora che gli ho invitati? Dire loro di non venire perché non vuoi che ti rubino gli amichetti?" Azzardo incrociando le braccia.
"Non sarebbe male..."
"Senti, ci saranno tante persone, se non li vuoi intorno al nostro branco va bene." Lo rassicuro mentre mi appoggio sulla sua spalla.
"Secondo te hanno qualche potere?" Domanda curioso,
"Lo scopriremo domani"

Violet Moon 2 (#Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora