Cap 9

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"Questa volta hai intenzione di dirmi dove sei stato?"

"Non credo che siano affari vostri,padre."

"Come osi rivolgerti a me in questo modo?Che cosa ti sta succedendo?Theo sta avendo una brutta influenza su di te."

"Mio fratello non ha fatto niente.Il mio problema siete voi,padre.Voi e ciò che state facendo a mio fratello Scott."

"Anche tu.Non starò qui a discutere ancora su questo,sparisci dalla mia vista."

"Con molto piacere."

Dopo la prima volta,Stiles sembra aver preso gusto nel fuggire da quella villa,che gli sembra più una prigione,e corre da Derek,che lo aspetta nella sua stanza alla locanda.

Deucalion,ovviamente,é molto curioso.Non gli dispiacerebbe per niente avere il figlio di Lobos nella sua locanda,se lui tirasse fuori un pò di monete d'ora ne sarebbe molto contento.

Ma a Stiles interessa solo farsi dominare da Derek.

Dirigendosi verso la sua stanza,si ferma ad osservare la porta chiusa a chiave,cioé la stanza di Scott.

Doveva fare più attenzione,pensa.

Scott,dopo aver tentato la fuga nel cuore della notte é stato rinchiuso nella sua stanza,fino al giorno del matrimonio,cioé domani. 

Stiles non aveva mai provato odio o rancore verso loro padre,solo paura e rispetto.Una volta conosciuto meglio Derek e le condizioni dei contadini,e dopo aver assistito alle 15 frustate che aveva inflitto a Scott per poi rinchiuderlo,ha dato inizio alla sua ribellione.


Storce il naso per il "cattivo odore",in realtà il posto é pieno di candelle profumate e rose.Ma non può far altro che pensare che quel posto fosse peggio di una latrina.Forse se non ci fossero le sue sorelle che ci "lavorano",andrebbe lì molto volentieri,se ci fosse Stiles,ovviamente.

Un sorriso appare sul suo volto nel ripensare a ciò che é successo un'ora fa.

Un piccolo mugolìo di dolore abbandonò le sue labbra nell'avvertire il peso del moro atterrare pesantemente su di sé.

"Scusa." Mormorò l'uomo, riappropriandosi subito delle sue labbra con impeto.

Rispose con eguale voracità ai suoi baci, staccandosi a brevi tratti per riprendere un po' di fiato, facendo scivolare le mani sotto la sua maglietta.

Quando le mani del moro iniziarono ad intrufolarsi nei suoi pantaloni, lambendogli il solco tra le natiche, si irrigidì appena.

Sorrise, lasciando un bacio a stampo sulle labbra tumide del più grande.

Fece scivolare una mano dai capelli alla nuca dell'uomo, attirandolo piano verso di sé.

Sentì le mani del moro avventurarsi sul suo addome, accarezzandolo lievemente con i polpastrelli durante la sua lenta discesa.

Alzò un po' il bacino per aiutare il moro a sfilargli completamente i pantaloni, per poi allungare lui stesso le mani anche lui.

La fece scivolare lentamente verso il basso, senza staccare per un solo attimo gli occhi da quelli del moro, che lo osservava con sguardo affamato.

Aprì maggiormente le gambe per offrire maggiore spazio e, per distrarsi, riprese le sue lente carezze sul membro del moro, beandosi dell'espressione di desiderio che si dipingeva sul volto dell'altro ad ogni movimento più audace.

Quando un secondo dito si aggiunse al primo rilasciò un sospiro pesante e, abbandonata l'erezione del moro, portò le mani ad aggrapparsi alle sue spalle.

Le sentiva muoversi dentro di sé, lente e caute, provocandogli un languore quasi insostenibile.

"Di più..." Si ritrovò a mugolare, spingendo il bacino verso le dita del moro.

L'uomo rispose alla sua richiesta facendo scivolare un terzo dito di fianco alle altre due e, dopo qualche secondo di stallo per farlo abituare, riniziò a muoverle gentilmente in lui.

Ad ogni carezza interna che le dita del moro gli elargivano affiancava un mugolìo di apprezzamento.Una volta che fu pronto entrò in lui riempiendolo tutto.

La scarica di piacere che attraversò il suo corpo lo trovò impreparato, lasciandolo ansimante e con gli occhi lucidi.

Un sorriso malizioso attraversò le labbra del moro che, puntellando una mano vicino al suo viso e intrecciando le dita dell'altra ad una delle sue, iniziò a muovere il bacino in leggere spinte.

Quando l'erezione del moro colpì un nuovo punto dentro di lui si ritrovò a gridare dal piacere, graffiando con la mano libera la schiena del moro nella sua ricerca affannata di un appiglio.

"Lì, lì! Oddio, ti prego..." Ansimò concitato, avvolgendo le gambe attorno ai fianchi del moro per costringerlo a mantenere quella posizione.

Avvertì le labbra dell'uomo incurvarsi contro il suo collo, prima che ogni terminazione nervosa fosse invasa dall'ondata di piacere che il nuovo affondo gli provocò, lasciando a gemere incontrollatamente.

"Sei un urlatore. Chi l'avrebbe detto..." Commentò compiaciuto Derek, mordicchiandogli il lobo di un orecchio.

Avrebbe voluto rispondere a quella provocazione, ma la voce gli morì in gola alla nuova spinta perfettamente calcolata.

Ad ogni nuovo affondo corrispondeva un suo gemito, ad ogni nuova scarica di piacere un nuovo graffio appariva sulla schiena del moro.

"Der-Derek..." Ansimò faticosamente, cercando di seguire i veloci affondi del moro con esitanti movimenti del suo bacino.

"T-toccami... Ho bisogno che tu mi tocchi..."

Il moro abbandonò la stretta che aveva tenuto unito le loro mani fino a quel momento per poter percorrere sicure il suo addome, fino ad arrivare alla sua erezione.

La afferrò saldamente nel suo pugno, iniziando a pompare la mano in sincronia con il ritmo che teneva con il bacino.

Bastarono poche ruvide carezza del moro per farlo gridare dal piacere, tendendo al massimo ogni singolo muscolo del suo corpo.

Avvertì perfettamente le ultime stoccate che il moro affondò dentro di lui, liberandosi con un prolungato gemito roco.

L'aria della stanza si fece improvvisamente più silenziosa, disturbata solamente dal respiro affannoso che lasciava il petto di entrambi.



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