3. Il maschilista

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Lunedì

"Troppo casta!" Urlò mio fratello costringendomi a risalire le scale quando vide il vestito lungo e nero che avevo indossato.
"Troppo, troppo..TROPPO!" Sbraitò costringendomi a togliere il vestito rosso e corto che spesso avevo indossato in Spagna.
"È il tuo primo giorno di scuola. Impegnati, la prima impressione resterà scolpita in ogni mente e non potrai cambiare nulla. Ne va del tuo futuro!"
"Trovo a dir poco vomitevole il fatto che tu possa presentarti con la stessa maglia a righe di ieri perché sei uomo mentre io devo restaurarmi come una statua di Michelangelo per poter piacere alla gente. È solo un involucro, nulla di più.." 
Risposi di rimando da dietro la porta mentre ero intenta a passarmi il rossetto sulle labbra.
Non applicavo tanto trucco sugli occhi solitamente ma il rossetto era un accessorio senza il quale non uscivo di casa. In Spagna le ragazze avevano tutte la pelle più ambrata rispetto a me e io mi sentivo un cadavere senza mettermi del colore addosso.
Uscii dal bagno indossando dei jeans a sigaretta e una semplice maglia bianca.
"Casual. Troppo. Però hai ragione, questa non è la Spagna e qui fa freddo. Forse è meglio così." 
Mi tirò una pacca sul sedere e mi precedette verso l'uscita.
"Un bell'involucro, Ina!"

La scuola era poco lontana da casa. Potevamo arrivarci tranquillamente in dieci minuti di camminata ma avevamo optato per il bus così da essere sicuri di non perderci. La struttura era grande, raggruppava più corsi universitari e permetteva di svolgere anche il master al suo interno.
Un grande parco si estendeva all'entrata accogliendo diversi ragazzi che, seduti per terra, sfidavano la sorte e la cistite.
"Non sentono freddo Ina, sono dei mammut!"
Eyvar si avvicinò a me studiando i ragazzi intorno a noi con aria inorridita e facendomi ridere di gusto.
"Bene sorellina. Vai a condurre la tua vita. Ci vediamo questa sera a casa."
Mi mise due mani sulle spalle dandomi un bacio in fronte e spingendomi dalla parte opposta di dove andava lui.
Restai spaesata per qualche istante cercando di ricordare a me stessa che avevo vissuto un primo giorno di scuola in un paese diverso per una miriade di volte.
Potevo farcela senza alcun problema.
Non sapevo perché l'Islanda mi faceva quell'effetto. Ormai ero abituata ai cambiamenti, non mi sentivo mai intimidita dalle situazioni ma anzi, padroneggiavo bene ogni tipo di inconveniente che mi si presentava davanti. Eppure in quel luogo mi sentivo a disagio, forse perché l'aspettativa era diversa dal solito.
Come minimo, volevamo finirci l'università e magari restare lì anche dopo.
Le altre volte, sapevo che nel giro di un anno, massimo due, me ne sarei andata via quindi non mi importava di fare bella figura o di stringere amicizia.

Entrai nell'edificio guardandomi intorno in cerca di un punto di riferimento che fermasse il mare che mi sentivo nella pancia.
I pavimenti e le pareti erano di un bianco fin troppo luminoso e mi facevano socchiudere gli occhi.
"Bisogno di una mano?" Un ragazzo si avvicinò sorridendo e mi porse la mano che strinsi presentandomi.
"Sono Ina. Sono nuova e onestamente non ho idea di dove andare."
Sorrise osservandosi i piedi e un ciuffo color miele gli cadde davanti agli occhi. Notai che avevamo i capelli dello stesso colore e ciò mi fece sentire un po'più a mio agio.
"Sono Gill ma puoi chiamarmi anche Gills, il ragazzo di Duna. So chi sei tu, me ne ha parlato. Seguimi.." 
mi fece segno di andargli dietro e dopo aver superato alcune scale arrivammo in quella che doveva essere la mensa scolastica.
"Ina ce l'hai fatta!" Duna si alzò in piedi correndomi incontro e abbracciandomi forte.
Mi baciò entrambe le guance afferrandomi per il polso e trascinandomi in mezzo a tutta quella gente che teneva gli occhi puntati su di me.
"Amore, vai via. Ci vediamo più tardi. Ora devo occuparmi di Ina." disse a Gils baciandolo sulla bocca.
Scosse la testa mandando il ciuffo da tutte le parti e l'afferrò per la vita stringendola forte mentre io mi sedevo al tavolo.
"Ora si baceranno per almeno dieci minuti.." 
la ragazza che aveva parlato mi sorrise passandomi un cartoncino di succo di frutta.
Era bellissima con i lineamenti che ricordavano l'India e i capelli neri lunghi fino ai fianchi. I suoi occhi erano dello stesso colore e profondi mentre la sua carnagione olivastra.
"Sono Aisha." Disse strappandomi un sorriso.
"Ho sentito parlare di te."  Le confidai indicando la pazza con la testa.
"Duna parla decisamente troppo. Peggio di una radio ma è una brava ragazza. Vedrai col tempo."
"Chi è brava?" Chiese quest'ultima salutando il suo ragazzo con la mano e sedendosi con un salto.
Gils raggiunse un altro gruppo di ragazzi che si voltarono a guardarmi.
Uno tra di loro attirò la mia attenzione.
Era molto alto e aveva i capelli color cioccolato. Sorrise mostrandomi una fila di denti bianchi e sentii una scossa partirmi dalla punta delle dita. Era molto bello. Alzò la mano salutando le ragazze che sorridendo lo salutarono a loro volta e sparì.
"Questa è la mensa e quello era il mio ragazzo." iniziò a spiegarmi la bionda.
"Grazie Duna. Avevo intuito qualcosa del genere."
Aisha scoppiò a ridere.
"Mi state forse prendendo in giro?" Si toccò il petto con la mano indossando la sua maschera di stupore che già avevo visto in precedenza.
Scossi la testa sorridendole.
"Giuro di no."
"Ti spiego solo come funzionano le cose. Gill gioca ad Hockey su ghiaccio. Qui l'hockey è uno degli sport più importanti." Aggiunse fiera. "Quelli erano i suoi compagni di squadra. Il bel ragazzo che ci ha salutate è Finn. Mi capisci?" Domandò facendomi l'occhiolino e scoppiando a ridere.
"No, in realtà." Risposi sinceramente perplessa.
"È quel Finn. Quello di cui parlano tutte."
"Okay. Io non conosco le altre quindi non ne ho mai sentito parlare. È un giocatore famoso?"
Aisha scoppiò a ridere per la mia domanda.
"Gli piace giocare con le donne." Rispose guardandomi seria.
"Oh. Un latin lover. Conosco il tipo, effettivamente ne ha l'aspetto."
"È una cosa molto seria Ina. Lui ha fatto girare la testa anche a me per un po'. Tutte cascano nella trappola di Finn." Duna si fece improvvisamente seria abbassando la voce e avvicinandosi a me. "Prima o poi arriverà anche da te e mi sento in dovere di metterti in guardia perché tu mi piaci e vorrei che la nostra amicizia durasse."
"Tranquilla, non sono attratta dal tipo. Ho una certa autostima, non mi interessa il bello e stronzo della scuola che calpesta i sentimenti delle donne trattandole come oggetti."
"Lo dicono tutte, ma poi lui bussa alla tua porta bello e dolce come solo lui sa essere. In pochi giorni ti fa girare la testa e poi battere il cuore.. e poi è troppo tardi. Nonostante lui ti abbia messo in guardia dicendoti che è solo sesso, tu sarai convinta di poterlo cambiare. Ma irrimediabilmente ti scaricherà passando alla prossima e tu non mi parlerai più perché crederai che non ti ho protetta a sufficienza."
Le sorrisi toccandole il braccio.
"Non succederà. Davvero, so trattenere il mio cuore dallo smettere di battere per un bel sorriso. Finn non mi fa paura e tu non devi proteggermi da nulla. Grazie per avermi messa in guardia ma sto a posto così."

Aisha mi guardò incuriosita indicandomi con un dito.
"Questo è lo spirito giusto. Noi donne dovremmo avere maggiore autostima e smetterla di farci prendere in giro dagli uomini. Soprattutto quelli che non ci rispettano."
Duna prese parola interrompendo subito la sua amica.
"Spero la penserai così anche fra un mese. Anche perché lui ha lanciato una piccola scommessa verso di te quindi si mostrerà interessato."
"Come prego?" Chiesi diventando improvvisamente seria.
"Si. Me lo ha detto il mio ragazzo. ha scommesso con i suoi compagni di squadra di riuscire ad uscire con quella nuova arrivata entro fine mese."
Mi morsi il labbro trattenendo l'impulso di andare a cercarlo e caricarlo di botte.
Chi si credeva di essere per trattarmi in quel modo? Per scommettere su di me come se fossi una bambola di pezza? E come mai in quella scuola davano tanto potere a Finn il maschilista?
"Ha detto che le spagnole sono in genere molto aperte.."
Spalancai la bocca.
Islanda, paese femminista un paio di palle!
"Ehi, sono chiacchiere tra ragazzi. Non prendertela troppo. Duna esagera sempre tutto." Mi sussurrò Aisha toccandomi il braccio per scuotermi dalla mia rabbia.
Sorrisi nascondendo la mia vena killer  e mi impressi bene in testa quel momento e il disprezzo che provavo per quel ragazzo che nemmeno conoscevo.
Nessuno, mai, aveva osato trattarmi come se il mio essere donna mi togliesse valore.
Non avrebbe iniziato a farlo Finn, solo perché era bello e giocava ad hockey.
Non lo avrei permesso a nessuno!
"Sono quasi le otto e trenta, dovremmo iniziare ad andare nell'auditorio così troviamo un posto decente. I microfoni sono fastidiosi se stai troppo vicino e silenziosi se stai lontano. Bisogna trovare il posto migliore e farlo nostro per tutto l'anno."
Duna iniziò a blaterare un'infinità di cose riguardo l'importanza del posto a sedere e non smise finché non ci trovammo in fila per entrare nell'aula.
Nella mia testa continuavano a rimbombare le sue parole.
Bell'accoglienza di merda.

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