Salutai la squadra dimenticandomi quasi immediatamente i loro nomi.
"Sei la ragazza nuova, la scommessa di Finn." Il ragazzo accanto a me iniziò a ridere beccandosi una gomitata nelle costole dal suo vicino.
Lo guardai storto scoppiando poi a ridere.
"Non so cosa abbia detto il vostro amico su di me, ma io non sono una fottuta scommessa e quindi gradirei che non mi definiste come tale. È maleducato e arrogante!"
Un coro sommesso di "oh!" e una risata fragorosa accompagnarono le mie parole.
Mi innervosii ulteriormente di fronte al loro menefreghismo ma provai a non darlo a vedere.
Stupidi uomini, credevano che noi donne fossimo solo degli oggetti su cui scommettere e da conquistare.
"A lui piacciono le sfide e tu sembri bella tosta."
"Ragazzi ora basta, datevi un contegno." Gils si staccò un istante dalla bocca di Duna per mettere a tacere la sua squadra e per ordinare un altro giro di birre.
Cercai in ogni modo di non volgere lo sguardo verso quell'angolo del locale.
Non farlo Ina, non c'è nulla che tu voglia vedere.
Mi trattenni il più a lungo possibile ma mollai presto lanciando un occhiata in direzione di Finn.
Erano ancora vicini ma non si baciavano più e lui mi stava fissando intensamente mentre lei continuava a parlargli.
Quando incrociai i suoi occhi sorrise e io voltai velocemente lo sguardo.
"Ina mi stai ascoltando?"
"Come scusa?" Chiesi al ragazzo di fronte a me che stava attendendo una mia risposta.
"Ti ho chiesto se sei tu la sorella di Eyvar."
"Si, sono io."
Un coro di approvazione si levò dal tavolo.
"Eyvar è uno a posto. Ci ha fatto morire dal ridere l'altro giorno e ci ha parlato di te."
Alzai gli occhi al cielo immaginandomi perfettamente i commenti che aveva potuto fare su di me.
"È un grande! Mi ha insegnato un sacco di tattiche per rimorchiare con le ragazze e poi mi ha chiesto il numero dicendomi che preferiva di gran lunga me."
Un altro coro di risate si levò dal tavolo.
"Non ho dubbi. Eyvar non conosce vergogna."
"Gli ho detto che se avessi qualche ripensamento sul mio orientamento sessuale, lui è in cima alla mia rubrica."
Questa volta fui io a scoppiare a ridere. Era tipico di Eyvar fare subito conoscenze e stringere amicizie. Il suo carattere solare e la sua sfacciataggine lo aiutavano nei nostri continui spostamenti mentre io solitamente faticavo molto di più per crearmi un gruppo.
Senza rendermene conto voltai di nuovo il volto verso di lui ritrovandolo ancora intento a fissarmi.
Rimasi immobile con il cuore che pompava in gola osservandolo per un istante mentre la ragazza continuava a parlare imperterrita. Quando si accorse di non avere la sua totale attenzione si voltò per guardare nella sua stessa direzione e poi gli disse qualcosa all'orecchio. Entrambi si misero a ridere.
inghiottii la saliva in eccesso voltandomi un altra volta a parlare con la tavolata ma sentendo ancora quel suo bruciante sguardo sulla faccia.
Quanto era fastidioso?
Incrociai le braccia al petto cercando in ogni modo di immergermi nei discorsi degli altri con immensa fatica."Posso sedermi qui?"
Sentii l'odore di muschio prima ancora di vedere a chi appartenesse quella voce calma e profonda che mi aveva tanto colpita la prima volta. Rimasi in silenzio senza rispondere mentre Finn tirava indietro la sedia accomodandosi accanto a me.
La ragazza che era con lui ci passò accanto e gli mandò un bacio mentre si dirigeva verso l'uscita.
"Dove va? Fermala e presentamela come si deve! Sai che voglio conoscerla da sempre!"
"Murat, stai zitto." rispose lanciandogli una nocciolina.
Spalancai la bocca sconcertata.
Si scambiavano anche le donne ora? Erano quel tipo di persone?"Avresti fatto bene a restare in sua compagnia."
Gli sussurrai avvicinandomi per non farmi sentire dagli altri.
"Preferivo la tua di compagnia."
Mi voltai per guardare di nuovo la donna ma era ormai uscita dal locale.
Mentre ero assorta nei miei pensieri, Finn si avvicinò al mio viso. il suo alito caldo mi solleticò il collo facendomi rabbrividire.
"Non otterrai di certo nulla da me. Hai sbagliato i tuoi conti questa volta. Non basta un tik tok per farmi cadere ai tuoi piedi." Gli dissi prendendo coraggio e cercando di ricompormi. I suoi occhi scuri erano fissi nei miei, così vicini da farmi dimenticare dove ci trovavamo in quel momento.
"Che ne sai tu di cosa voglio?"
Non risposi a quella domanda. Mi voltai verso il gruppo cercando di fare conversazione sebbene non avessi seguito nulla dei discorsi che avevano intavolato.
"Amore, dovresti smettere di bere se vuoi guidare fino a casa." Gils strappò il bicchiere di birra dalle mani della sua ragazza scolandosene oltre metà.
"No, lasciamela è mia! E poi non siamo qui in macchina." Duna tentò di riprendersi il suo bicchiere scoppiando a ridere quando si accorse di non riuscire a strapparglielo di mano.
"E con chi siete venute?" Finn si intromise nella conversazione alzando il volto dal telefono che aveva estratto dalla tasca.
"A piedi ovviamente." Ripose la mia amica riuscendo finalmente a riconquistare il suo alcolico.
"A piedi?" i suoi occhi saettarono da me a lei per più volte finché il suo volto si tinse di rosso.
"Che vi salta in mente?" Domandò innervosito. Alzai lo sguardo su di lui stranita di sentire quel tono. Era sempre stato così calmo fino a quel momento.
"Ehi amico, va tutto bene.." Gils lo guardò sorridendo e tirò al suo fianco Duna stringendola forte.
"Due ragazze in giro a piedi da sole quando è buio?"
"L'Islanda è il paese con la criminalità più bassa del mondo." recitai io sovra pensiero.
"E poi che problemi hai? Pensi che le donne non possano uscire di casa da sole?"
"Si, ma questo non significa che non succedano cose brutte. E sì, in un mondo utopico penso che le donne abbiano tutto il diritto di uscire da sole ma non li leggete i giornali? Non avete visto che è successo?"
Scossi la testa.
"Sono appena arrivata. Non ho visto nulla."
"Ci sono state un paio di aggressioni in questi giorni e le autorità hanno raccomandato di stare attenti finché non capiranno chi c'è dietro."
Si intromise un membro della squadra.
Incontrai di nuovo gli occhi di Finn che mi scrutavano seri. Ci osservammo per un tempo infinito finché Gils spezzò l'incantesimo.
"Hai ragione. Duna potevi semplicemente chiamare. Saremmo venuti a prenderti."
"Con che cosa? Hai bevuto, anche questo è pericoloso." Feci notare io.
"Io non bevo. Solo una birra quando guido." Finn si appoggiò allo schienale della sedia guardando in un punto imprecisato in mezzo alla folla.
Rimasi inspiegabilmente stupita dalle sue parole. Non so perché mi sarei immaginata tutt'altro da lui. Me lo vedevo come un ragazzo inaffidabile, come uno che si ubriacava e poi si metteva al volante o che comunque commettesse sciocchezze simili.
Il mio era solo un pregiudizio, in realtà non conoscevo nulla di lui ed era sbagliato farsi determinate idee sulle persone senza dare loro la possibiltà di mostrarsi per ciò che erano ma nei suoi confronti ero proprio partita prevenuta.
Cercai di evitare di guardarlo o di parlargli per il resto della serata e provai a non dare a vedere come la sua presenza mi agitava.
Finn dal canto suo era tranquillissimo, rispondeva alle battute con altre battute e alle volte mi faceva qualche domanda sulla mia vita sereno nonostante gli rispondessi a monosillabili.
Continuavo a pensare alla ragazza che aveva baciato, a come era surreale quella situazione.
Appena se ne era andata si era seduto accanto a me senza il minimo pensiero e ora faceva il simpatico come nulla fosse.
D'altronde, non potevo sapere che sorta di legame avevano i due e lui non ci stava provando con me. Non avevo alcun diritto né di risentirmi per quella situazione né di fargli una ramanzina a riguardo.
Erano semplicemente affari suoi.
Allora perché continuavo a pensarci?"Forza ragazze, vi portiamo a casa noi."
Si propose all'improvviso Gills.
Duna provò ad opporsi dicendo che non voleva andare a casa ma effettivamente il giorno dopo avremmo avuto ancora lezione e quindi era meglio andare.
Gils si alzò in piedi sollevando Duna e facendola saltare fra le sue braccia mentre lanciava dei gridolini felici.
Mi alzai senza dire una parola seguendoli e sentendo i passi di Finn dietro i miei.
"Questo conta come primo appuntamento." Mi sussurrò mentre mi teneva aperta la porta.
"Non hai speranze con me." Misi in chiaro di nuovo allungando il passo per tenere le distanze.
"Intanto ti sto già portando a casa con la mia macchina sportiva comprata con i soldi di papino. Mi sembra un ottimo inizio."
Mi voltai ad osservare il suo volto compiaciuto.
"Non uscirò mai con te, Finn. Non sei il tipo di persona con la quale vorrei avere a che fare."
Tagliai corto io fregandomene di risultare arrogante o antipatica.
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Just breathe
Chick-LitUn libro che parla semplicemente di rapporti umani e relazioni. In un paese avanzato come l'Islanda, quanti problemi possono avere dei giovani adolescenti? Tra amore e amicizia, sentimenti profondi, pianti, crescite e parole dette col cuore. Just Br...