5. Non basta un tik tok

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Giovedì

"Andiamo ragazza. Più giù con quel sedere, non diventerà di certo sodo per miracolo!"
Eyvar prendeva molto sul serio i nostri allenamenti settimanali.
Buttai fuori l'aria dal naso mentre mi abbassavo per l'ennesimo squat.
"Preferivo starmene sul divano a mangiare gelato."
"Allora ringrazia di avere un fratello come me."
Lo guardai storto continuando ad alzarmi e ad abbassarmi. Avevo perso il conto di quanti ne avevo fatti ma ormai sentivo bruciarmi i glutei, quindi erano di sicuro tanti!

La prima settimana di scuola volgeva al termine ed era andato tutto bene.
Avevo trascorso il tempo principalmente con Duna e Aisha che si erano dimostrate meno stravaganti di quanto avessi pensato all'inizio. Mi ero lasciata ingannare dai pregiudizi, invece erano due ragazze a posto.
La vita era sicuramente diversa rispetto alla Spagna.
Faceva freddo, non ci si incontrava al mare la sera, non c'erano le tapas come aperitivo.. Eppure mi stavo adattando e non mi sembrava nemmeno così male.
Avevo incrociato Finn un paio di volte nei corridoi e mi aveva sorriso salutandomi con la mano.
Ovviamente lo avevo ignorato nonostante il mio amato fratello gemello avesse quasi preso un colpo quando glielo avevo fatto vedere. Secondo Eyvar, Finn era un ragazzo per il quale valeva la pena passare sopra a qualche battuta fuori luogo.

"Vai veloce con gli affondi, avanti!"
"Io mollo!" Mi lanciai l'asciugamano sulla spalla avviandomi verso la doccia con mio fratello al seguito che imprecava per la mia scarsa collaborazione. "Devo uscire fra mezz'ora."
Duna mi aveva convinto a seguirla in uno dei pub della città. C'era una festa in onore di un gruppo di studenti groenlandesi che finiva o il loro Exchange studenti, o qualcosa di simile, e lei mi aveva assicurato che ci saremmo divertite.
"Ci sarà anche lui."
"Non lo so."
"Non è una domanda. Sono sicuro che ci sarà. Sai, ho sentito che va ad un sacco di feste e ne organizza anche molte. Uno che sa divertirsi, capisci cosa intendo.."
All'occhiolino di Eyvar scoppiai a ridere scuotendo la testa.
"No, non capisco."
"Oh andiamo sorellina, non fare la santa! Hai bisogno di divertirti anche tu e non mi sembra che questo sia mai stato un problema in passato. Devi lasciarti andare! Non puoi cambiare così radicalmente le tue abitudini. Quelle buone, le devi mantenere anche qui. Quindi, squat, affondi e festa il fine settimana."
Gli chiusi la porta in faccia facendogli una linguaccia.
Aveva ragione, dovevo trovare il mio equilibrio. Nella vita avevo sempre oscillato in un senso e nell'altro incapace di stare nella via di mezzo. O indossavo le vesti materne e passavo il tempo a casa, a preoccuparmi di mia madre e di mio fratello, o mi lasciavo andare totalmente ritrovandomi a frequentare una marea di feste, con una marea di alcool fino a non ricordarmi più cosa significava non essere storditi dal sonno o dalle sostanze. Faticavo ad impormi un limite e sicuramente era uno dei miei obiettivi perché non mi piaceva nessuna delle due versioni di me.

Mi misi una maglia bianca sopra a dei jeans vintage piuttosto larghi e mi passai il rossetto color vino sulle labbra prima di uscire dal bagno.
"Non ti sarai mica vestita così bene per Duna. Sii onesta, bugiarda che non sei altro! Vuoi fare colpo! Ti piace che le sue attenzioni siano ricadute su di te."
Mi prese la mano facendomi fare una giravolta e fischiò osservandomi.
"Ora ringraziami per gli squat e puoi andare." Continuò porgendomi la guancia che baciai.
"Non voglio fare colpo su nessuno. Mi vesto bene.."
"Per piacere a me stessa. Sì, sì.."
Mi fece il verso quell'ingrato.
"Vuoi venire?"
"No, ho da fare."
Gli lanciai un occhiataccia arrabbiata per essere stata tenuta all'oscuro dei suoi piani. E Eyvar che rinunciava ad una festa aveva dei piani interessanti.
"Sai quel ragazzo al quale ho detto che era bello e lui mi ha riposto di non essere gay? Bene, mi ha dato il suo numero di telefono e ci siamo messi d'accordo per vederci questa sera."
Sorrise alzando le braccia eccitato all'idea ma io storia il naso.
"Cos'è questa espressione?"
"Ti ha detto di non essere gay ma poi ti da il numero. Non mi piace. Non mi piacciono quelli che fanno finta di non avere interesse."
Eyvar alzò le spalle.
"Non tutti hanno un percorso lineare come il mio. Alcuni devono fare qualche tappa per capire chi sono e cosa vogliono. Fidati del processo."
"Stai attento ok?"
"Anche tu."
Alzai gli occhi al cielo.
Mio fratello si metteva in testa cose immaginarie e poi ci credeva fermamente. Ormai era convinto che tra me e Finn ci fossero delle vibes e non lo avrei schiodato in nessun modo.

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