20. Smetterla di pensare

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Mezzogiorno

Gli chiesi di portarmi a scuola un poco prima perché avevo bisogno di vedere Eyvar.
Lo tempestai di messaggi finché scocciato non mi raggiunse in caffetteria.
"Per quale motivo la sorella che ha dormito fuori casa mi perseguita per sentirsi raccontare i fatti miei? Dovrei essere io a farti delle domande."
"Ho dormito da Finn, non ci siamo nemmeno baciati. È il tuo turno."
Sbuffò.
"Ho dormito da Gils e abbiamo fatto sesso."
Gli feci una smorfia.
"Carina ma ritenta. Perché sei tornato a casa?"
"Perché non mi andava più."
"Ti va sempre."
"Non questa volta."
Gli tirai un pugno sul braccio.
"Vuoi farmi morire? Dimmi che succede?"
Alzò le mani verso il cielo.
"Se esisti apri un buco nero e prenditela ora, non la sopporto più!"
Abbassò la testa per guardarmi.
"Ho solo discusso con Marco e volevo fare la drama Queen. Tutto qua."
Lo guardai per qualche istante non sapendo se fidarmi o meno.
"Tutto qui?"
"Sì."
Rispose mettendosi la mano sul petto.
Feci un cenno con la testa.
"E perché avete discusso?"
Eyvar si scurì in volto e ci mise un attimo a rispondere.
"Posso tenere per me le mie cose e non dirti tutto? So che abbiamo sempre avuto questo tipo di rapporto ma vorrei iniziare a prendermi i miei spazi e a vivere la vita con le mie gambe."
Ci pensai un attimo ma poi acconsentii rendendomi conto che non potevo continuare a fargli da madre.
"Scusa."
Sussurrai vergognandomi per quanto ero stata pressante.
"Dimmi di lui. Come è senza maglietta?"
Scoppiai a ridere facendo dei gesti con gli occhi.
"Stupida, avevi detto nemmeno un bacio! Bugiarda!"
"Non urlare!"
Lo rimproverai.
"Abbiamo solo dormito insieme e senza maglietta è.."
Sbuffai coprendomi gli occhi.
"Dimmi che sto facendo una cazzata. Che mi devo fermare. Che mi farà stare male."
Mi guardò seria.
"Ti piace?"
Sospirai.
"Non lo so. Se sono vicino a lui non capisco più nulla poi però penso alla scommessa, alle voci, a tutto.."
"Lui che dice?"
"Di smetterla di pensare."
Eyvar fece un cenno per mostrarmi di essere d'accordo.
"Non puoi tenere tutto sotto controllo. Le persone rischiano, alle volte soffrono ma nel contempo vivono. Vedi come va. Si sta comportando come una persona affidabile."
Mi morsi il labbro.
Lo stava facendo.

Domenica mattina

Il suono del telefono mi riportò in vita svegliandomi dai miei sogni.
Mi misi entrambe le mani sulla testa lamentandomi per essere stata svegliata.
Eyvar accanto a me si lamentò ancora più forte.
Eravamo usciti la sera prima ed eravamo andati in una discoteca con Duna e una sua amica, Martha.
Aisha non era potuto venire ormai ai ferri corti con i suoi.
Avevamo bevuto un poco e ci eravamo divertiti.
Finn mi aveva scritto venerdì sera e sabato ma non lo sentivo da diverse ore.
Avevano la partita la sera precedente e subito dopo erano usciti a festeggiare la vittoria.
Lo sapevo perché Gils aveva telefonato a Duna e io mi ero sentita come non volevo sentirmi.
Si era insinuato in me il dubbio che Finn potesse essere con un'altra. Lo avevo messo a tacere, mi ero sentita una persona pessima ed ingiusta ma nella mia testa una vocina aveva continuato a martellare con immagini che non volevo vedere.
Non ne aveva motivo ma d'altronde non eravamo una coppia.
Era liberissimo di tornare e dirmi che era andata così ma la realtà era che mi avrebbe fatto male da morire.
La mia testa era un casino in quel momento.
Presi il telefono e sorrisi quando mi accorsi che era proprio lui ad avermi scritto.

"Abbiamo vinto!"
Diceva il messaggio.
Gli risposi con le emoji della festa e lui rispose poco dopo.
"Ho aspettato un tuo messaggio ieri sera ma Gils mi ha detto che eravate uscite. Non volevo disturbarti. Ti sono mancato?"
Risposi con una faccina che pensava.
"Sei di molte parole la mattina. Ti sarai appena svegliata, avrai il viso ancora impiastricciato dal sonno e ti starai lamentando."
"Esattamente."
Risposi io allora.
"Vorrei esserci io con te ora.."
Sussultai. Finn faceva spesso uscite del genere, spiazzanti e senza filtri. Eppure io non mi abituavo alla facilità che aveva nel dire ciò che pensava.
Cancellai più volte la mia risposta non sapendo bene cosa dire.
Una battuta? O gli chiedevo se aveva avuto buona compagnia? Mi sembrava tutto fuori luogo.
"Ieri ti ho pensata. Mi sarei divertito di più se tu fossi stata con me. Non vedo l'ora di domani.."
Sorrisi e appoggiai di nuovo il telefono sul comodino.
Gli avrei risposto più tardi, quando avrei ritrovato l'uso del cervello.
"Con chi ti scrivi a quest'ora?"
Tuonò Eyvar alle mie orecchie tentando di strapparmi il telefono.
Lo misi via velocemente e appoggiai la testa sul cuscino.
"Nessuno."
Risposi con un sorriso.

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