27. Il mio cuore potrebbe esplodere

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Sabato

Era stato un venerdì difficile.
Avevo passato la serata con le ragazze, a casa, a bere vino e ad assistere alla disperazione assoluta di Duna. Gils era il suo punto di riferimento che in quel preciso momento aveva deciso di rivelarsi inaffidabile nella maniera più totale. Aveva tradito la sua fiducia in un modo che difficilmente gli avrebbe perdonato perché così facendo, metteva in pericoloso sé stesso, lei e il loro futuro.
Mio fratello era uscito e non era tornato a dormire così come non era tornato nemmeno per tutto il giorno seguente.
Io avevo mantenuto tutto l'autocontrollo del mondo per non tempestarlo di chiamate e questo aveva dato i suoi frutti.
Eyvar era tornato alle quattro del pomeriggio dopo, sicuramente non sereno ma nemmeno così irascibile come i giorni precedenti.
Mi aveva ringraziato per essermi fidata di lui e non avevo potuto fare a meno di pensare che quella fosse una prova per vedere se facevo sul serio.
Aveva deliberatamente evitato di parlare della discussione che avevamo avuto, aveva solo dichiarato di aver dormito da Marco e poi era andato a letto a riposare.
Io avevo passato due ore buone davanti alla televisione che faceva da sottofondo ai miei pensieri catastrofici.
Marco non mi piaceva per nulla e non mi era chiara la situazione.
Hala non mi piaceva per nulla e non mi era chiara la situazione.
Milo mi faceva schifo e Gills era da prendere a pugni.
Nemmeno quella situazione era troppo chiara.
A Duna avevo lasciato il biglietto dello psichiatra che avevo trovato per Eyvar nella speranza di poterla aiutare in qualche modo.
Lei si sarebbe vista con Gills prima della partita e avrebbe messo i suoi limiti sperando che questo non portasse ad una rottura definitiva.
Se necessitava di pillole per dormire, poteva farsele prescrivere da un medico e non doveva comprarle da uno che lo teneva sotto minaccia per avere più soldi in cambio di quanti gliene dovesse.
Era così stupido e folle. Una decisione davvero incomprensibile.
Duna era sicura che il fatto che non fosse stato ammesso in squadra lo avesse toccato nel profondo facendogli vivere un forte senso di inadeguatezza, incapacità e solitudine e come un ubriaco che si attacca alla bottiglia per dimenticare, lui aveva pensato di mettere a tacere i suoi demoni con la sostanza che glieli aveva creati.
Una scelta dannatamente stupida che mi faceva riflettere su quanto la mente umana potesse essere complessa e quanto fossimo in parte colpevoli, seppur in maniera non consapevole, della nostra distruzione.
Finn si era fatto sentire con messaggi fugaci.
Era impegnato con suo padre, era nervoso per la partita..
Nessun riferimento per quanto riguardava Hala e cosa avesse fatto con lei mentre io ero a casa e stavo male mentre lui sembrava troppo preso da tutto per scrivermi.
Sbuffai lanciando il telefono lontano e nascondendo la testa sotto al cuscino.
"Ci vai alla partita?"
Mi chiese Eyvar all'improvviso facendomi sussultare per lo spavento.
"Sì, certo. Tu vieni?"
Chiesi alzandomi di scatto e mettendomi a sedere.
Fece un cenno di assenso e si mise a sedere vicino a me.
Lo guardai per qualche istante.
"Non guardarmi così triste. Io sto bene."
Mi confortò facendo un cenno con la mano.
Sorrisi.
Mi mancava l'Eyvar che faceva lo sciocco. Questa sua versione seria e aggressiva mi metteva a disagio, come se non lo conoscessi per nulla.
"Ho preso le pastiglie prima."
Disse sottovoce facendomi tornare a respirare.
"E sentirò lo psicologo."
Mi lanciò l'ennesima occhiata.
"Psichiatra."
Si corresse guardando in basso.
"Non vergognarti di chiedere aiuto.."
"Solo i coraggioso lo fanno."
Finì la frase al posto mio.
"Sono stato cattivo con te. Scusami."
Mi avvicinai a lui e gli misi i piedi in grembo aspettando che me li massaggiasse.
"Abbastanza. Vedrò di perdonarti."
"È difficile essere mia sorella?"
Chiese in cerca di conferme iniziando a muovere le mani a cerchio sui miei piedi.
Finsi di pensarci facendolo sorridere.
"È difficile vederti stare male. Tengo troppo a te."
Mi tirò il pollice sapendo quanto fastidio mi desse. Ritirati i piedi facendolo sorridere.
"Troppo cambiamenti. Scuola, amici, stato.. Mamma che non ha mai chiamato.."
Sospirai.
Quella donna era terribile. Nemmeno una chiamata in un mese di lontananza.
"Lo so."
Eyvar mi guardò qualche istante.
"Perché ti non fai fatica quanto me?"
Alzai le spalle.
"Perché so che è la strada giusta. E poi so che è l'ultima volta per un bel po' di tempo. Per quanto riguarda mamma invece, ci ho rinunciato da tempo e fidati di me, accettare i limiti e degli altri e non aspettarti nulla è l'unica cosa che può salvarti."
"Da Finn non ti aspetti nulla?"
Rilanciò allora lui.
Ci pensai.
"Mi aspetto qualcosa ed è per questo che potrebbe farmi male."
Eyvar si mise le mani sulla faccia con fare nervoso.
"Mi sono preso di Marco in un modo che non so spiegarti."
I miei sensi andarono in allerta.
"Dimmi cosa non va."
Gli ordinai con fare duro. Provai ad alleggerire il tutto con un sorriso finale.
"È complicato. Ho paura che potresti giudicarmi."
Sghignazzai.
"A sedici anni ti vedevi con un uomo di quasi quaranta."
Gli ricordai facendolo sorridere.
"Ivan. Che momenti fantastici. Il miglior champagne bevuto in vita mia sempre a disposizione."
Alzai gli occhi al cielo al ricordo di quel vecchio manager pieno di soldi e di vizi.
"Questa è diversa."
"Perché? Sono tua sorella. Non ti giudicherò."
Eyvar iniziò a giocare con i suoi anelli.
"Quando ho conosciuto Marco aveva una ragazza. Haskia."
"E ora."
"Ancora."
Confermò lui muovendo il capo in segno di assenso.
Sbuffai.
"E non vuole lasciarla per te."
Eyvar scosse la testa forte.
"Io non voglio che lui la lasci!"
Lo osservai non riuscendo a capire.
"Vuoi fare l'amante?"
"Non sono l'amante."
Ribadì con forza.
"Perché non capisco?"
Eyvar sorrise.
"Ti ricordi quando ti dicevo che non sarei mai e poi mai andato con una donna?"
Dissi sì con la testa. Lo ripeteva da quando aveva otto anni.
"Ho cambiato idea."
Lo guardai più confusa che mai.
"Perché non riesco a capire?"
Eyvar alzò gli occhi al cielo.
"Sono innamorato di Haskia."
Spalancai la bocca.
Mio fratello innamorato di una donna!
Mio fratello che si approcciava ad una donna!
Il mio corpo ebbe un brivido che non potei nascondere.
"Non fare la stronza."
"Giuro di no!"
Mi misi la mano sul cuore.
"Sono solo molto sorpresa. Quindi è lei che non vuole lasciare Marco?"
"Ma io non voglio che lo lasci!"
Restai in silenzio in istante.
"Che cazzo stai dicendo? È tipo un rebus questo?"
Eyvar mi tirò il cuscino.
"Ho conosciuto Marco e ci ho provato con lui. Lui sembrava starci, poi no, poi è uscito che aveva una ragazza e per me è finita lì. Siamo usciti qualche volta e mi sono accorto che non era per nulla finita lì perché io interessavo sia a lei che a lui."
Mi grattai la testa.
"Stai frequentando entrambi di nascosto?"
Scosse la testa.
"Non di nascosto."
"Eyvar, parla chiaro!"
"Stiamo insieme. Tutti e tre."
Sganciò la bomba.
"Un poliamore?"
Chiesi allora sbigottita.
Fece un segno di assenso lasciandomi interdetta.
"Okay."
"Solo okay?"
"Sì, voglio dire.."
Ridacchiai nervosa.
"Okay, è una cosa strana però mi immaginavo chissà che catastrofe. Loro sanno tutto entrambi?"
"Andiamo a letto insieme, sarebbe difficile non sapere."
Ridacchiai di nuovo.
"Non così tragico."
Sussurrai cercando di raffigurarmi la cosa.
"Devo solo farci l'abitudine. Quale è il problema allora?"
Eyvar mi guardò male.
"Punto primo, non è così frequente il poliamore. Ho passato l'inferno dei pregiudizi per il mio orientamento, ora dovrò ripassarlo per questo. Punto secondo, i genitori di lei sono dei ricchi bigotti.."
Alzai gli occhi al cielo.
"Punto terzo, non sanno del mio problema."
Spalancai la bocca di nuovo.
"Devo dirlo. Lo so. Non fare commenti."
Misi a tacere le mille cose che affioravano nel mio cervello.
"Sospettano qualcosa per come ero in questi giorni. Dovrò parlargliene."
Rimasi semplicemente zitta.
"Ora sai."
Mi avvicinai a lui e lo abbracciai restando in quella posizione per qualche minuto.
"Tu con una donna.."
Dissi all'improvviso.
Eyvar mi spinse.
"Smettila. Hai detto niente giudizi."
Mi ricordò con tono dolce.
"Come è stato?"
Ridacchiò all'idea nascondendosi di nuovo il volto.
"Direi strano. All'inizio ero totalmente inesperto. Un vero disastro credo. Però ora è bello. Molto. Sto bene con loro e non credevo potessi innamorarmi così e così velocemente. È qualcosa di davvero irrazionale. Di carnale direi."
Gli accarezzai i capelli.
"Sono felice per te. Vedrai che se sarai onesto capiranno."
Mi prese la mano e la baciò.
"Grazie per essere sempre il mio braccio destro."
"Sempre."
Risposi con l'immagine di Eyvar insieme ad una donna che mi scombussolava il cervello.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 20 ⏰

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