Chapter Fifty: Married.

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-Sto per sposarmi,-

-Stai per sposarti.-

-E credo che in breve avrò un terribile attacco di panico.- terminai io, passandomi un fazzoletto sul volto. Odio la tensione, l'ho sempre odiata e adesso, ferma davanti ad Alice, non posso far a meno di sentire le mie goti prendere fuoco sempre di più, confondendosi con le mie efelidi.

Osservo il nuovo taglio sbarazzino di Alice, giusto per distrarmi. Se magari ora inizio a contare tutte le sue lentiggini prima o poi mi calmerò, mi dissi, iniziando a contare.

Nel lasso di due minuti ero arrivata a ventidue lentiggini ed iniziai a chiedermi se non avesse seri problemi a livello di pelle.

-Quest'abito ti sta benissimo.- mi dice lei, alzando il pollice in aria. Vorrei raccontarle che, appena due settimane fa, James ci ha vomitato sopra e che è stato costretto da Sirius a ripulirlo, cellula per cellula, ma non glielo dico perchè poi saremmo in due a dover affrontare una crisi di nervi.

-James cosa sta? E' agitato?- mi chiede Alice, sorridendo sorniona. Io mi stringo nelle spalle, afferrando il mio bouquet. Lei sa benissimo che James è in preda a chissà quali complessi, lo si capisce dalle imprecazioni che arrivano fino in chiesa. Abbiamo dovuto insonorizzare la stanza. Alice sembra stia per piangere, mentre si asciuga una lacrima sottile dalla guancia.

-E pensare che fino a qualche anno fa avresti dato la vita pur di vederlo rotolare sotto un treno,- dice lei, ridacchiando. Io rido con lei, non svelandole che adesso l'oggetto della mia ira è Sirius.

Sirius che insiste nell'accompagnare James all'altare.

Sirius che continua ad affermare che le decorazioni sono sciatte e da rifare.

Sirius che sta effettivamente rielaborando ogni genere di decorazione perchè: "il giorno più importante della mia vita non può essere in stile babbano." Come se il mio grande giorno fosse il suo, di grande giorno.

James mi ha semplicemente consigliato di tacere e di annuire, mi ha detto che se mi consola posso usare uno dei tanti striscioni per strozzarlo e, sono sicura, che la sua fosse una battuta ma io l'ho presa seriamente.

-Bhe, che mi dici di te? Frank dov'è?- inizio io, distogliendo i suoi pensieri da me. Lei si illumina all'istante, battendo le mani e saltellando. -Frank è andato dai ragazzi, ovviamente, in questo momento credo stia cercando di calmare Remus dallo strozzare Sirius che, a sua volta, vuole morto il parroco perchè secondo lui la madre è una bestia di Satana. Sirius gli ha detto che aveva ragione, ma che sospettava di essere stato adottato visto il suo splendore inusuale per una gabbia di matti tali i Black. Parole sue eh.-

Conclude Alice, come un fiume in piena. Io la guardo, alzando un sopracciglio e nascondendo un risolino. Alice mi tocca la spalla, sbuffando ancora.

-E non è ancora arrivato il bello: ha cercato di convincere il parroco che il suo cognome è "Potter",- dice lei, mimando le virgolette.

-James è dovuto intervenire. Ha detto al prete che si, il cognome di Sirius è Potter e che no, non l'hanno adottato perché lui è sempre stato suo fratello.- Alice termina il discorso con un espressione confusa e divertita al contempo.

Io mi limito ad alzare le sopracciglia perché, ormai, sono abituata ai comportamenti di Sirius.

Insomma, per due normali fidanzati sarebbe normale condividere la stanza e darsi alla pazza gioia ma per noi no.

Per noi è una cosa impossibile da fare perché:

1) Sirius si intrufula nella nostra stanza con la scusa del " ho gli incubi!"

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