24.

51 3 0
                                    

Quando iniziai la scuola superiore, lo ricordo benissimo. Era il 12 settembre 2013.
Un paio di jeans, le mie converse con la bandiera dell'Inghilterra e le borchie, la mia maglia gialla preferita di quel tempo, il cappellino che avevo preso qualche giorno prima, poiché avevo tagliato i capelli cortissimi e li volevo rasati come Rihanna a quel tempo, la felpa fuxia e la mia tracolla mimetica mi accompagnarono a scuola quel giorno.
Il primo giorno di scuola filò tutto liscio; erano quasi tutti nuovi compagni di classe, molto erano i miei compagni della scuola materna. Quando avvenne lo smistamento delle classi, e dopo esserci seduti, un ragazzo della mia classe, si sedette vicino a me. Era alto, capelli castani chiari, si vedeva che era di buona famiglia. Veniva dal quartiere libertà di Bari. Un ragazzo un bel po' timido, ma fece lui la prima mossa, si presentò stringendomi la mano e dicendomi il suo nome.
Scrivemmo l'orario insieme ed entrammo in classe. Era l'ultima infondo al corridoio.
Mi trovavo benissimo in quella classe. Mi ritrovai con alcuni compagni di classe della scuola materna, e con un mio compagno di classe della scuola media. Facevo la prima C. Rimasi in quella classe, fino a quando non conobbi su un gruppo Federica, una mia amica Directioner. Mi spostai in prima E, più o meno verso fine settembre.
Mi trovai benissimo nonostante il cambiamento, la classe era accogliente come quella precedente. Eravamo circa 14 ragazze e 6 ragazzi. Tra ragazze eravamo tutte unite, nonostante tutte noi avevamo un carattere forte e determinato. Non le ricordo bene tutte le mie compagne di classe, ma con la maggior parte ricordo almeno un momento trascorso insieme. Erano quasi sempre momenti divertenti.
Ricordo Sabrina, la rappresentante di classe.
Sara, che usava la calcolatrice di nascosto nei compiti di matematica in cui io prendevo 3 e lei 6, ed era fidanzata a distanza. Oltre a questo amava fare le foto.
Poi c'erano due Federica, Valentina, due Alessia, e Sharon; una directioner, con cui fingevo di essere atea per non fare religione e sentirmi la predica della prof di religione che faceva scendere il latte con le sue letture del Vangelo alla prima ora. Ricordo che per saltare l'ora ci vedevamo a scuola. Poi quando tutti entravano ce ne andavamo al parco lì vicino. Quando faceva freddo, rientravano presto a scuola e andavamo al bar che c'era all'entrata, che come ogni mattina emanava un buon odore di cornetti che ti faceva venire non solo la fame con l'acquolina in bocca, ma anche il buon umore.
C'erano Carmela, Ilaria con cui andavo all'elementari, e Vanessa. I ragazzi non ricordo bene i nomi.
Comunque, con loro ho fatto le mie prime e ultime uscite a Bari la sera, e quando tornavo a casa non me ne pentivo neanche. Mi facevano sentire me stessa e stare bene.
A scuola ho passato un piccolo periodo in cui sono successe tante cose. Ammetto anche di avere avuto una cotta per il rappresentante d'istituto.
Posso suddividere la mia piccola esperienza in quella scuola in tre periodi: il periodo di arrivo, quello intermedio e quello finale.
Nel primo periodo ho fatto l'esperienza dei primi scioperi, soprattutto in paese. Fu lì che vidi il sosia di Zayn Malik di cui tutti parlavano, per la prima volta.
Ho fatto anche due settimane di assenze a scuola, perché ho avuto una dermatite interminabile. Ho fatto una cura con una crema cortisonica ma non fu un granché. Era una dermatite era dovuta da stress, che svanì lentamente.
Il periodo intermedio è stato quello caratterizzato dal mio sonno che non mi abbandonava la mattina; rischiavo seriamente di addormentarmi sullo zaino posato sul banco, perché la notte non riuscivo a dormire; mio padre sgridava continuamente mia madre mentre lei tra i pianti gli chiedeva di smetterla, poiché tutti noi dovevamo dormire per l'indomani che saremmo dovuti andare a scuola. Per lo stress, contai due settimane di assenze per via di una dermatite atopica da stress che ricoprì e arrossì la mia pelle. La dottoressa mi diede una cura con la pomata cortisonica, e mi disse di non rientrare a scuola fino a quando i sintomi non si sarebbero placati. La vicepreside preoccupata chiamò anche a casa, per via delle lezioni che stavo perdendo. Quando rientrai, ricordo solo che la prof di fisica mi interrogò in aula professori sulle misure, argomento che già conoscevo, e il messaggio di finalmente delle mie compagne dato che stavo rientrando.
Non era caratterizzato solo dal sonno, o dallo stress, ma anche dal periodo natalizio in cui abbiamo fatto a scuola dopo averla ottenuta una settimana di autogestione.
Questa era composta da dei corsi nelle varie classi, di qualsiasi tipo. Alla fine dovevamo fare un cartellone da esporre l'ultimo giorno di autogestione. Lo ricordo perché ho girato diversi corsi. I primi giorni ho fatto un corso di cittadinanza e costituzione. Non ricordo nulla perché evidentemente non ho seguito molto, però il motivo per cui mi è rimasto nella mente è perché la mia compagna di classe mi indicò per disegnare sul cartellone perchè diceva che fossi brava, e mentre lo facevo, d'un tratto entrò il rappresentante d'istituto che stava facendo il giro delle classi per controllare la regolarità dei corsi. Si avvicinò a me è si complimentò per come sapevo disegnare bene. Insomma, quel momento fu memorabile e dentro di me stavo esplodendo.
L'ultimo giorno mi sono sentita male per via del ciclo. Mio padre aveva insistito a mandarmi e io avevo preso un oki per precauzione, e volevo provare ad andarci l'ultimo giorno di scuola per salutare i miei compagni. Purtoppo, ad un certo punto la mia pancia non ha più retto e ho comincaito a provare un dolore allucinante. La prof di francese responsabile di quell'ora che ci aveva concesso l'assemblea per festeggiare con qualcosa portato da noi chiamò subito a casa, e le mie compagne mi soccorsero. Così mio padre dopo aver percorso con calma la strada da casa a piedi mi venne a prendere. Ogni giorno per andare a scuola percorrevo a piedi tutta la strada da casa mia fino a scuola e viceversa al ritorno. Ma non credevo che mio padre mi avesse fatta camminare tutta quella strada a piedi nelle condizioni in cui ero. Ma così fu.
L'ultimo periodo, è stato caratterizzato dagli ultimi giorni che ho trascorso a scuola.

SCREAM. (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora