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Il Natale in casa mia, ormai non era più una festività da tempo, da almeno dopo che mia nonna morì. Ma non solo questo giorno, anche tutto il resto delle feste. Non esistevano più, erano un giorno qualsiasi come tutti gli altri. Mio padre continuava a ripetere e ad urlare contro qualsiasi cosa che facevamo "è Natale, almeno oggi." ma è Natale dove? cosa? quando? perché? ne sei proprio sicuro di quello che stai dicendo? sei cosciente? no. sicuramente. L'anima delle feste, del Natale, in casa nostra non esisteva più. Non era mai festa, era solo un altro stupido pretesto per sgridarci o per andare in chiesa a farci elemosinare qualche soldo in chiesa da Padre Paolo, da destinare al minimo per sfamarci e al massimo per le sigarette ed il vino. Nemmeno babbo natale per noi esisteva più, ma da tanto tempo. Non avevamo mai dei pensieri, da nessuno. Non ci riunivamo più in famiglia come una volta, non avevamo più dei parenti, eravamo soli, proprio uno dei giorni più importanti dell'anno. A dire il vero, solo una persona non facendosi sentire perché impossibilitata ci aiutava: mia nonna Luisa. Lei mandava sin da quando eravamo bambini sempre i soldi per ogni festività, compresi compleanno, onomastico, e promozione alla fine dell'anno scolastico, non solo lei ma anche nostra zia Sabina, sapendo quanto fossimo in difficoltà, loro anche il minimo ci aiutavano... Ma nonostante ciò, noi non vedevamo mai una lira. Tutto quello che ci veniva spedito o dato tra le mani in un attimo non era più nostro. Nessun risparmio ci apparteneva, tuti venimano prosciugati. E a volte i soldi si dissolvevano nell'aria, lasciando il frigo di casa vuoto, nonostante ci fosse il bisogno di metterci qualcosa oltre che il vino e la birra, o una bottiglia di passata. Il condominio, non veniva pagato da chissà quanto tempo, non ce lo potevamo permettere e non pagavamo, mentre i debiti salivano. Nell'ultimo periodo, anzi nell'ultimo anno direi, campavamo solo dei pochi soldi elemosinati dalla chiesa e dagli alimenti dell'aiuto europeo offertoci dalla caritas, che ogni tanto ci venivano a trovare a casa. La chiesa, in quest'ultimo periodo ha fatto la sua parte e per quel poco che poteva ci ha aiutati. E Padre Paolo era un uomo dinamico, semplice, di buon cuore, non un miss credente. Per quanto io non possa più credere in un signore superiore a noi esseri umani pur avendo tutti i sacramenti, lui era un vero e proprio Servo del Signore. Un uomo d'onore, che aiutava i poveri e camminava con i sandali in pieno inverno, giocava con tutti nella parrocchia, aveva sempre il sorriso sulle labbra, ma quando era il momento di essere seri, lui lo era.
Mio padre ogni tanto tornava a casa con delle monetine, con tanti spiccioli e non sapevo se avesse rubato le offerte della chiesa oppure facesse il parcheggiatore abusivo in zona. Ma lavoro non ci andava mai. Mai provava a cercare. E mia madre nemmeno se lo poteva permettere, perchè accusata di tradimento. A volte, lui faceva finta di uscire e si metteva nella scala aspettando che lei uscisse, perchè diceva che mia madre avesse un amante, era convinto e questa cosa gli stava letteralmente portando il cervello, glielo stava divorando. Aspettava, e aspettava che questa sua immaginazione parlasse, lo rendesse pazzo.

Di questo quindi vivevamo. I vestiti nuovi? Capitava ne vedevamo qualcuno quando avevamo il nucleo familiare, qualcosa di molto semplice e in saldo, oppure fino a quando mia nonna ci mandava qualcosa lei ci vestivamo con quelli, ci dividevamo maglioni e felpe, o ci capitava che i nostri conoscenti ci davano delle robe o delle scarpe usate, in buone condizioni. è capitato a tutti noi di indossare delle scarpe che ci calzavano esageratamente grandi o troppo piccole, ma purtroppo o c'erano quelle, o passava il convento. Fino all'ultimo giorno in quella casa, ho sempre calzato scarpe troppo grandi per i miei piedi, e non mi sono mai lamentata.

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