Fu durante l'estate tra la fine della scuola elementare e l'inizio della scuola media, ovvero l'estate 2009, che io e Mariangela rafforzammo il nostro rapporto d'amicizia, il nostro legame, smettendo di litigare continuamente come delle bambine assatanate, e smettendo di urlarci contro qualsiasi tipo di parolaccia possibile, da stronza, a puttana. Non ricordo di preciso quando siamo diventate così amiche, così legate, perché non c'è una data, ma sicuramente è stato quello l'anno. Ci vedavamo la maggior parte delle volte quando lei non andava da sua nonna a Bari, o quando non andava al mare. Di pomeriggio, o di mattina ci chiamavamo o ci facevamo gli squilli, e ci vedavamo sotto casa mia, in giardino, per giocare a pallone, con il super Santos, oppure andavamo in bici insieme. I miei fratelli avevano le bici dei miei cugini Marco e Davide, dato che a loro non andavano più essendo diventati grandi, e io avevo la mia bici che mio padre mi aveva comprato. Era una montain bike, grande, molto alta e di colore blu notte.
Il 30 luglio 2011, Martina e i suoi genitori, ci vennero a trovare a casa, dato che avevano passato le vacanze in Puglia come gli anni precedenti. Mia madre era incinta di marta, al pemultimo mese, quindi il mese successivo avrebbe dovuto partorire, e il suo pancione era davvero grande. Quando Martina è arrivata a casa, io non ci credevo. Ero felicissima, e per questo motivo, quando siamo scese in giardino, l'ho presentata a Mariangela, che era affacciata al balcone di casa sua, che dava sullo spiazzale sotto casa mia. "Lei è Martina! " le dissi tutta felice. Quel pomeriggio io e la mia migliore anica non ci siamo nemmeno viste. La mia migliore amica a distanza, mi portò dei regali, un doccia schiuma e un profumo della malizia bonbon, e uno specchio, ed anche io avrei voluto regalarle qualcosa. La notte, rimasero a dormire da noi; i genitori di Martina, Da iele e Monica, hanno dormito nel lettone dei miei genitori, mentre i miei hanno dormito nel divano letto nella nostra cameretta. Io e i miei fratelli, quell'estate, avevamo ideato e costruito una tenda sul balcone come l'anno precedente con le lenzuola e le coperte, che prendeva quasi tutto il balcone. Passavamo la maggior parte sul balcone nella nostra tenda, perché si stava freschi, per questo motivo noi quattro abbiamo dormito lì, tanto avevano abbastanza cuscini e abbastanza coperte in caso se la notte avesse fatto freddo. Dormito si fa per dire, perché ero come una sardina e sono rimasta sveglia tutta la notte, tantochè ho visto anche l'alba, come facevo di solito. Con tristezza ci salutammo il mattino seguente, e partirono verso Padova. Alle 17, mi arrivò il messaggio di Martina, in segno che erano arrivati a casa.
Quella, inoltre, fu l'estate in cui la nostra amata punto blu, dopo tante avventure e sventure, ci lasciò e dovettimo rottamarla e dirle addio. Non avremmo più potuto andare a mare.
Ed intanto, io, con la passione del calcio dato che ci giocavamo per tutte le estati, volevo diventare un calciatore professionista, e coltivavo sotto casa questo piccolo sogno da maschiaccio, stando in porta con il ruolo ovviamente da portiere, e avevo il desiderio di fare calcetto ed entrare nelle Pink Bari, e mi sfogavo calciando il mio super santos, accantonando il sogno di diventare ballerina per un po'.
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SCREAM. (IN REVISIONE)
Non-FictionCosa vuol dire rimanere in silenzio ed essere spettatori della propria vita? E mantenere gli urli disperati nella propria gola, senza mai reagire? Tratta da una storia VERA. Questa è la mia storia. Tutto ciò che è scritto è accaduto realmente. Ed...