La mia vita al Villaggio non era solo occupata da casa e scuola, o casa e NIAT, avevo anche del tempo libero. Infatti Anna ci avvisò che potevamo anche scegliere un'attività extrascolastica in modo da occupare il nostro tempo libero, ed io ero indecisa sul fare ginnastica artistica o finalmente danza, nonostante avessi già 14 anni e credevo che il mio tempo a disposizione per queste discipline si stava esaurendo, pensavo fossi troppo grande per cominciare danza all'età di 14 anni. Intanto la mia mente era comunque occupata nello svolgere i compiti e studiare, per recuperare le materie, ero sempre sui libri. A volte dopo i compiti mi dedicavo nello scrivere sul mio quaderno azzurro quando la giornata a scuola andava male e avevo voglia di scrivere, oppure ci disegnavo qualcosa.
Quando finivo presto di studiare per il giorno successivo, una volta coperta bene uscivo di casa e scendevo giù al parco, per ammirare il tramonto e i panorami oppure per andare in altalena quando il parco era vuoto e non c'erano i ragazzi o i bambini a giocare. Un pomeriggio, dopo essere stata seduta per diverso tempo sulla piccola striscia del prato sintetico, tornata dal parco e dopo aver fatto la doccia, mi sentivo prudere la pancia. Inizialmente sembrava solo una piccola crosta, ma quando mia madre si avvicinò per guardare dopo avermi ordinato di smettere di toccarmelo. Una volta osservato bene cosa avessi, mia madre ha cominciato a tirare via con le unghia quel corpo estraneo sulla mia pancia, che non voleva saperne di staccarsi. Una volta riuscita scoprimmo cosa fosse: era una zecca. Disgustoso.
Nel tempo libero non avevo solo la possibilità di scendere giù al parco, ma ho avuto anche la possibilità di andare in biblioteca comunale di Ostuni ed iscrivermi, sia io che la mia famiglia, in modo da poter leggere ogni venti giorni un libro diverso preso in prestito. Ho letto "Sono solo mia", "Voglio fare la giornalista", "Cercami", e la saga di "Hunger Games". Una volta ho avuto il permeso di andare in biblioteca con Gabriella e la sorella e abbiamo passato il pomeriggio lì, e una volta fatte le sei l'autista del villaggio, Mario, passò a prenderci per riportarci a casa.
Insomma, avevo molti passatempi il pomeriggio quando finivo i compiti. Per esempio durante le vacanze si organizzavano feste giù in salone in cui si riunivano tutti, dagli ospiti al personale, compresa ovviamente la casa dei giovani, ed in base alla sua importanza venivano invitati tutti i soci della comunità. Quando sono arrivata ad esempio, siamo stati invitati alla festa di carnevale organizzata in salone, in cui c'erano tutti i bambini e ragazzi del villaggio. Marta fu l'unica a vestirsi tra noi, da coccinella. Quando siamo scesi, Gabriella e io uscimmo fuori a per farci almeno disegnare da sua sorella Giovanna i baffi e il naso da gatto sul viso. C'erano diverse zie che ancora non avevo conosciuto e che di conseguenza conobbi, e altre persone. Quando c'erano i giochi evitavo di stare assieme a tutti gli altri, ma quando hanno messo i balli di gruppo Gabriella e Bianca mi hanno trascinata a ballare con gli altri.
A volte, o meglio quasi ogni giorno, mia madre cucinava torte che profumavano lo spazio circostante di un odore delizioso che attirava i ragazzi delle altre case che giocavano sul parco giochi e salivano a casa curiosi e golosi per assaggiare il dolce che mia madre aveva preparato.
In primavera, pian piano, i ragazzi del villaggio cominciavano a riunirsi sul parco prima di andare alle loro attività pomeridiane, o dopo aver fatto i compiti, o nel tempo che avevano tra un impegno e l'altro. I ragazzi si dividevano in squadre e giocavano tutti a pallone. Si riunivano i ragazzi della seconda, settima e ottava casa, e a volte capitava che scendevano a prendere un po' d'aria fresca le ragazze della sesta casa con l'educatrice di turno. Quando cominciarono ad uscire le belle giornate anche i bambini della quarta e della seconda casa scendevano sul parco. Un pomeriggio, stavo facendo una foto al panorama, quando in un momento di distrazione Dennis e Cristian mi hanno preso il telefono e hanno fatto un video mentre li rincorrevo per riprenderlo e loro se lo passavano da una parte all'altra. Erano dei ragazzi molto vivaci, e spesso mi prendevano in giro, non solo a me, ma anche ai miei fratelli, come tutti.
Il 23 marzo, giorno dopo il compleanno del direttore, fu il compleanno di Gabriella. Il pomeriggio dopo scuola lo passò con la sua famiglia, e la sera mi invitò ad andare a cena in pizzeria con lei, le sue sorelle, i suoi fratelli e zia Daniela la sua educatrice. Per il compleanno ricevette un cellulare nuovo, un lg che era l'evoluzione del mio. Ma il giorno seguente, tutti i cellulari che avevano tutti i ragazzi furono sequestrati dal direttore per un motivo a noi sconosciuto. Il mio non fu sequestrato da Angelo in persona, ma ne fui avvisata da lui stesso in persona in un modo poco raffinato e pacato ed io ovviamente ne ero contrariata e non volevo dare il mio cellulare ad Anna, perché oltre il fatto che fossi arrivata da poco, e avevo cambiato numero e tante altre cose, non volevo anche distaccarmi dal telefono che ancora dava segni di vita, e che mi serviva a comunicare con le persone e ascoltare la musica, difatti speravo che non sarebbe durata a lungo questa disposizione, questo disagio. Infondo era un'ingiustizia per me che non avevo fatto niente di male e per questo non pensavo di meritarmi una punizione dal niente e soprattutto senza alcun motivo.
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SCREAM. (IN REVISIONE)
Non-FictionCosa vuol dire rimanere in silenzio ed essere spettatori della propria vita? E mantenere gli urli disperati nella propria gola, senza mai reagire? Tratta da una storia VERA. Questa è la mia storia. Tutto ciò che è scritto è accaduto realmente. Ed...